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 DAMON

Sono a bordo campo, con la mia divisa profumata e nemmeno una gocciolina di sudore che mi cola da qualche parte. I miei compagni sono intenti in una azione per provare ad avanzare e prendere qualche yard, ma la squadra avversaria ha qualche colosso che rende difficile l'impresa.

Quel cretino di Asher è riuscito a fare un solo touchdown e la nostra squadra è sotto. Era talmente sicuro di sé e di riuscire a fare il mio ruolo senza problemi che ha perso di vista l'obiettivo: non essere arrogante e prendere i passaggi precisi di Micah.

Riderei e gongolerei in questo momento se non fosse che fa parte della mia squadra e stiamo facendo una figuraccia.

Sto soffrendo ad essere qui dietro ad incitare i miei compagni senza poterli aiutare in campo. Continuo ad osservare Gavin accanto a me. Il coach è incazzato e inveisce contro Asher da ormai mezz'ora. Quel presuntuoso non riesce a reggere la pressione. Il ghigno che aveva questa mattina in sala conferenze è completamente sparito dalla sua faccia e non riesce a guardarmi. Coglione.

<<Mi stai innervosendo>>, dice Micah accanto a me.

Non riesco a stare fermo sul posto. Sono un fascio di nervi. <<Scusa>>. Incrocio le braccia al petto e riporto l'attenzione alla difesa. Il quarterback avversario sta chiamando lo schema prima che l'arbitro fischi e faccia partire l'azione.

I miei compagni stanno lottando con tutte le forze e ci stanno facendo guadagnare yard preziose che sicuramente Asher sprecherà perché o si farà buttare a terra o non correrà abbastanza veloce. Micah sta eseguendo dei passaggi da manuale.

<<Non avrei mai pensato di dirlo ad alta voce ma mi manca perfino il pivello di Dave>>, borbotta Micah passandosi la mano fra le ciocche bagnate di sudore dei suoi capelli.

Ridacchio. <<E io che pensavo di mancarti>>.

Mi rivolge un'occhiataccia. <<Sì beh, hai scelto il momento sbagliato per finire in ospedale>>, borbotta. <<Oggi non è importante vincere>>.

<<Ma nemmeno perdere così>>.

Scuote la testa.<<Cazzo no, ma cosa possiamo farci? Quello stronzo non sa prendere un mio passaggio. Audrey sarebbe più brava di lui>>.

Sorrido orgoglioso all'idea della mia ragazza che intercetta un passaggio. È capitato qualche volta che si sia messa a giocare con noi dopo una partita e non se la cava affatto male. <<Puoi scommetterci>>.

Alla fine del secondo tempo, ci ritiriamo negli spogliatoi e il coach comincia con la sua ramanzina. Sta urlando e tremano tutti gli armadietti che mi circondano.

<<Tu>>, ed indica Asher, <<ti sei offerto e apprezzo ma sembra tu non abbia mai preso in mano una palla ovale! Te ne starai in panchina fino a nuovo ordine>>.

Micah sbianca. <<E chi gioca al posto suo?>>

Gavin mi guarda. Matt mi guarda. Oh-oh. <<Damon, ci serve una sola giocata per pareggiare. Finora Asher ha avuto il corridoio libero per tutta la partita e nessuno gli ha prestato attenzione. Se facciamo in modo che arrivi alla linea di meta sano e salvo, te la senti? Non possiamo perdere e pareggiare è l'unica soluzione>>.

Il mio cuore salta un battito. <<Cazzo sono pronto!>>. È una delle giornate più belle della mia vita.

Corro ad infilarmi le protezioni dopo aver ricevuto pacche sulle spalle da tutti i miei compagni ed esito prima di uscire in campo a riscaldarmi. Prendo il telefono anche se non dovrei e scrivo un breve messaggio ad Audrey.

QUALCUNO COME TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora