45. Audrey

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Tornare al lavoro è stata la parte più difficile della settimana. È ironico come un paio di giorni lontano dal caos del Red, ti faccia perdere il ritmo. Le cameriere non fanno altro che abbaiare ordini a destra e sinistra. Sto correndo da più di due ore dietro questo bancone. Mi fanno male ai piedi.

Questa sera il locale è pieno: c'è stata la partita di basket maschile della Cornell e una rock band locale sta suonando nell'angolo. Non ho mai visto così tanto lavoro, nemmeno quando vince una partita la squadra di football.

Bentornata, Audrey.

Fitz mi urta con il gomito per la centesima volta nell'ultima mezz'ora. <<Merda, scusa Audrey>>.

Gli sorrido. <<Non importa>>.

<<Damon come sta? Ho sentito che è stato in ospedale>>, domanda fra una preparazione di un ordine e l'altra.

Mi stringo nelle spalle. <<Meglio, ma ancora a riposo>>.

Ghigna. <<Lo vedremo qui più spesso quindi?>>.

Scuoto la testa. <<E' comunque impegnato con la squadra>>.

Mi fa l'occhiolino e mi indica un tavolo con la testa. <<Eppure ti guarda sempre le spalle>>.

Mi giro e seguo la direzione del suo sguardo. Il mio bellissimo ragazzo è seduto ad uno dei tavoli in fondo con i nostri coinquilini e mi sta guardando come se fossimo in una stanza, da soli. Mi brucia la pelle e mi si stringe lo stomaco. Appena i nostri occhi si scontrano, lui mi sorride. Me ne regala uno di quelli rari, uno di quelli che tiene sempre per me. Quello spontaneo, quello con le fossette per quanto è esageratamente largo e genuino.

Riempio il vassoio che ho di fronte con gli ordini più rapidamente di quanto sia umanamente possibile, e scappo da dietro il bancone. In pratica mi metto a correre in mezzo alla folla e quando mi ritrovo a pochi passi da Damon, lui si alza e mi viene incontro.

Mi afferra al volo e le sue braccia non esitano un istante. Mi circonda con il suo calore e mi tiene stretta. Mi aggrappo ai suoi capelli e mi perdo nel verde delle sue iridi. <<Che cosa ci fai qui? Non sapevo sareste venuti>>.

Si stringe nelle spalle. <<Ci stavamo annoiando. Tu non c'eri e avevo voglia di vederti>>.

Mi sciolgo come una pozza ai suoi piedi. Questo è quello che ogni ragazza merita di sentirsi dire dal proprio uomo. Mi sollevo sulla punta dei piedi e lo bacio. Mezza popolazione femminile mi sta praticamente uccidendo con lo sguardo perché io, Audrey Hudson, sto baciando il capitano della squadra di football, nonchè il ragazzo più sexy del campus (stando a quello che dicono le statistiche). Ed è mio. Questo incredibile e dolcissimo ragazzo per cui ho letteralmente perso la testa.

<<Quasi quasi li preferivo quando litigavano sempre>>, borbotta mio fratello.

Sorrido contro le labbra di Damon e mi costringo a staccarmi. <<Mi fa piacere averti qui>>.

Sghignazza. <<L'ho capito da questa bella accoglienza>>.

Lo colpisco con uno schiaffetto sul pettorale sinistro. <<Scemo>>.

Mi afferra la mano e la tiene premuta sopra il suo cuore che batte irregolare nel petto. Gli faccio ancora questo effetto? Come se fosse la prima volta che stiamo vicini? La mia risposta arriva quando alzo la testa ed incrocio i suoi occhi. Sì, è ancora così intenso. Proprio come quella sera, quando ci siamo conosciuti e ancora non sapevamo dove quell'incontro ci avrebbe portati.

<<Ehi, dov'è andata la tua graziosa testolina?>>, domanda accigliato.

Gli sorrido. <<Da nessuna parte. Pensavo>>.

Fa una smorfia. <<Oh-oh>>.

Lo spingo via, scherzando. <<Era una cosa bella. Tanto bella>>.

Sorride e mi ritira contro il suo petto muscoloso. Mi sento protetta all'istante. A casa. <<Vuoi condividere?>>, domanda in attesa.

Sento Andrew che mi richiama da dietro al bancone. L'ho abbandonato senza avvisare e vedo anche da qui che è in difficoltà. Mi sollevo sulle punte dei piedi e stampo un bacio sulla guancia di Damon. <<Più tardi. Devo tornare>>.

Scappo via e ritorno alla frenesia dietro il bancone. Spero solo che queste due ultime ore prima della chiusura, passino in fretta. Sono esausta, mi fanno male ai piedi e il mio pensiero fisso è Damon. Non avrei mai pensato di trasformarmi in una di quelle ragazze. Eppure eccomi qui. Con gli occhi a cuoricino, il cuore che trabocca d'amore e felice da impazzire grazie ad un ragazzo.


Il mio turno finisce alle due di notte. Il locale ha faticato a svuotarsi e il nostro buttafuori, ha dovuto spedire fuori qualche gruppetto ubriaco e molesto quasi a forza. Ora c'è un gran silenzio e la mia mente finalmente si riposa.

Damon e i ragazzi se ne sono andati quasi subito. Domani mattina devono partire per la partita in trasferta e hanno bisogno di riposo. Il mio ragazzo non era molto felice di lasciarmi e tornare da sola in piena notte, ma stava letteralmente crollando sul tavolo. È ancora debole e gli ultimi farmaci che ha preso prima di uscire gli provocano un po' di sonnolenza.

Sicuramente appena tornerò a casa, lo troverò a letto completamente addormentato. Non ho idea però quale stanza abbia scelto. La mia o la sua? Ultimamente si è praticamente trasferito nel mio regno e non mi ha lasciata mai da sola. Sarà strano domani non averlo con me quando tornerò dal lavoro.

La squadra si fermerà fuori per la notte visto che giocheranno tardi e ci vorranno un paio di ore di rientro. Questa volta non posso andare con loro e dovrò vedere mio fratello dal maxischermo del Red. Per Damon sarà difficile non scendere in campo, ma è consapevole che prima deve guarire. Sono già matematicamente ammessi ai play off, quindi sa che la sua presenza sarà più importante fra qualche settimana.

L'idea di vederlo di nuovo nel tappeto verde mi terrorizza. L'ultima volta è stata orribile per me. Vederlo incosciente a terra mi ha messo addosso un sacco di paura. Lui questo non lo sa, sto cercando di supportarlo, ma dentro di me c'è una guerra.

Damon ama giocare con tutto sé stesso. È ciò che l'ha salvato dal suo passato tormentato. Ama il football. E' la sua vita e non sarò di certo io ad impedirgli di vivere il suo sogno. Dovrò farmi passare questa paura e affrontare i miei demoni interiori.

Spero solo che vada tutto bene.

Quando rientro a casa, scortata dal nostro buttafuori, salgo le scale praticamente trascinandomi e mi dirigo verso la stanza di Damon dove penso sia collassato. Spalanco la porta e non lo trovo. La stanza è buia e vuota. Il suo profumo è ovunque e prima di uscire, do una bella sniffatina.

Amo il suo odore.

Con il sorriso già stampato in viso, entro nella mia stanza e trovo un Damon addormentato nel mio letto e seminudo. Ovviamente non indossa la maglietta e tutti i suoi muscoli ben definiti sono in bella vista. Le mie mani prudono per la voglia di accarezzarlo, ma appena noto i lividi violacei nel fianco mi blocco.

È disteso su un fianco e le coperte sono aggrovigliate alle sue gambe e sembra così pacifico che non vorrei disturbarlo mai. Starei ore a guardarlo e non mi stancherei.

Mi sfilo le scarpe, mi levo di dosso i vestiti che ho usato per lavorare e mi infilo una delle sue magliette abbandonata nella sedia. Il suo incredibile profumo mi avvolge e mi scalda il cuore.

Faccio una breve deviazione al bagno prima in infilarmi nel letto. Appena si abbassa il materasso, Damon emette un lieve lamento che mi fa sorridere. È davvero tenero, come un orso gigante. Molto muscoloso e molto mio.

Striscio verso di lui e le sue braccia corrono a stringermi nel sonno. Dio, che bella sensazione. Nascondo il viso contro il suo collo, inspiro a pieni polmoni il suo odore e mi rilasso. Mi aggrappo a lui e appena chiudo gli occhi, mi addormento all'istante in un bozzolo caldo e protettivo. Mi sento proprio a casa.

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SORPRESA! Oggi doppio aggiornamento. Direi che ho quasi due mesi da recuperare! Presto nuovi capitoli, promesso!

Grazie per esserci ancora!

QUALCUNO COME TEWhere stories live. Discover now