59. Audrey

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 <<Come vanno le cose con Damon?>>, chiede Summer in videochiamata mentre finisco di prepararmi per la cena.

Ho deciso di indossare un vestitino blu di raso che ho messo in valigia per caso mentre preparavo i bagagli in preda alla confusione, consapevole che qui ci sarebbero stati minimo trenta gradi e che l'inverno della Cornell sarebbe stato solo un incubo lontano.

Mi guardo allo specchio a figura intera. In circostanze normali le cosce e la schiena in mostra, avrebbero fatto impazzire Damon, ma non è molto presente con la testa al momento. Non credo nemmeno noterà tutta questa pelle esposta.

<<Non lo so. Confuse?>>, rispondo.

<<Siete riusciti a parlare o continuate a litigare ogni volta che vi vedete?>>.

Mi siedo sul letto e sospiro. <<Mi sta facendo uscire di testa. Alterno momenti in cui lo prenderei volentieri a schiaffi e momenti in cui vorrei abbracciarlo e non lasciarlo più andare. Non so cosa gli sta succedendo. Non parla con me>>.

Summer sgrana gli occhi. <<Ti ha semplicemente chiuso fuori?>>.

Alzo le spalle. <<Ha detto che me ne parlerà ma che non è pronto a farlo>>, chiarisco. <<Sono arrivata alle peggiori conclusione, S>>.

<<Tipo?>>.

Mi butto indietro sul materasso e sollevo il telefono sopra la faccia. <<Gli ho perfino chiesto se mi ha tradito ed è per questo che non riesce a guardarmi in faccia da una settimana>>.

Si lascia sfuggire un verso di sorpresa. <<Oddio, ma sei pazza? Damon non lo farebbe mai. È cotto e innamorato perso. Deve essere qualcos'altro>>.

Già, ma cosa? <<Beh, mi ha assicurato che non si tratta di tradimento. Infatti questa sera mi porta a cena>>.

<<Ed è un bene no? Magari vuole dirti ciò che gli è successo>>.

Scuoto la testa. <<No, non è pronto per quello>>.

<<E tu, come stai?>>, chiede la mia amica osservandomi a lungo.

Chiudo gli occhi per un attimo. <<Un vero schifo. Non ho mai inseguito un uomo in vita mia che chiaramente non vuole condividere con me un pezzo della sua vita. Sono stanca di litigare. Rivoglio il mio Damon e tornare a dormire la notte. Non so nemmeno cosa ci faccio qui, davvero. Ho messo in pausa la mia vita per lui>>.

Summer sorride. <<Perchè lo ami, Dee. Lo ami così tanto che vederlo soffrire ti uccide. Stai combattendo per lui e sono sicura che ti vuole lì ma sia troppo orgoglioso per ammetterlo>>.

<<Già, è così. So che ne vale la pena, ma è difficile>>.

<<Perchè non hai mai amato nessuno come lui. Sei dove devi essere>>.

Sorrido, forse per la prima volta da giorni. <<Grazie, S. Avevo bisogno di sentirmelo dire>>.

Annuisce. <<Quando vuoi amica. Ora vai a cena e fallo sbavare un po' che vestita così sei una bomba sexy>>.

Mi strappa una risatina. <<Ti voglio bene>>.

<<Anche io. Ciao ciao>>. La sua faccia sorridente svanisce dal mio telefono e la stanza cala nel silenzio. Guardo l'ora e mi costringo ad alzarmi. Ammetto che sono un po' emozionata e agitata di passare la serata con Damon. Non so cosa aspettarmi.

Scendo nel bar dell'albergo dove mi ha chiesto di aspettarlo e mi siedo al bancone. Ci sono già un sacco di ospiti nella sala e quasi tutti i tavoli sono occupati. Damon ancora non si è fatto vedere.

Il barista, che scopro ora essere Shawn, il ragazzo con cui mi sono scontrata in piscina, si avvicina. <<Ehi, cosa ti porto da bere?>>, chiede con un sorrisone cortese stampato in faccia.

<<Non lo so, fai tu. Basta che sia alcolico>>. Ho bisogno di un po' di coraggio liquido.

Mi fa l'occhiolino. <<Ci penso io>>. Sparisce per un po' e torna con un bicchiere pieno di liquido rosetta. <<Per te>>.

Sorseggio un pochino e spalanco gli occhi. <<E' buonissimo. Grazie>>.

<<Sei sola sta sera?>>, chiede asciugando un paio di bicchieri. I clienti sono tutti serviti e lui sembra essere tranquillo e rilassato. Quasi mi manca lavorare al Red.

Scuoto la testa. <<Sto aspettando Damon>>.

<<E' il tuo ragazzo, vero? Lo conosco da un po' di anni e non ha mai portato nessuna qui. Devi essere speciale>>.

Ah, se solo sapessi cosa ci faccio davvero qui. <<Sì, stiamo assieme. Non da molto>>.

<<Sembri triste. Non sei felice con lui?>>, chiede studiandomi.

<<Cosa? No!>>, rispondo subito. <<Sto davvero bene con lui. È solo che non è un periodo semplice>>.

Alza le mani. <<D'accordo, ti credo>>.

<<Quindi, immagino tu lavori qui da molto?>>. Dove cavolo è finito Damon? È già in ritardo di un quarto d'ora.

Annuisce. <<Sì, da quando ho diciotto anni. Mi piace qui, soprattutto la vista>>, ammicca. Sta parlando di me? Oddio, spero di no. <<Faccio surf, mi abbronzo tutto l'anno e mi sembra sempre di essere in vacanza>>, dice guardando il mare alle mie spalle al tramonto.

<<Anche io lavoro in un locale>>, mi giro sullo sgabello a guardare l'orizzonte, <<ma non c'è una vista del genere. Sei fortunato>>.

Shawn si assenta qualche volta a servire da bere, ma torna a tenermi compagnia. È passata più di un'ora ma Damon non si è ancora fatto vedere. Ho provato a chiamarlo ma parte subito la segreteria. Ultimamente non è una novità. È snervante.

Maledico il mio telefono. <<Ancora niente?>>, chiede Shawn arrivando di fronte a me.

Scuoto la testa. <<No>>.

<<Avrà le sue buone ragioni>>. Non rispondo. Sono stanca di giustificarlo.

Non sapendo cosa fare, aspetto un'altra mezz'oretta, ma quando mi è chiaro che Damon non si presenterà, decido di andarmene. Non ha senso stare qui. <<Grazie Shawn per avermi fatto compagnia e per avermi preparato tutti questi esperimenti. Ci vediamo>>. Scendo dallo sgabello.

<<Non c'è di che bellezza. Damon è un vero cretino se ti ha lasciata tutta la sera da sola vestita così. Se ti stanchi di lui, vienimi a cercare>>.

Ignoro il suo invito e mi dirigo nella mia camera, completamente delusa. Ho deciso: questa sera farò le valigie e me ne tornerò a casa. Non ce la faccio più.  

QUALCUNO COME TEWhere stories live. Discover now