18. Audrey

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<<Sai già dove ti porta Dylan sta sera?>>, chiedo a Summer che sta girando per la sua stanza come una scheggia impazzita.

È così emozionata per l'appuntamento con il ragazzo dei suoi sogni che sta cominciando a prepararsi ben tre ore prima che lui la passi a prendere. Sta letteralmente uscendo di testa.

<<Non ha voluto dirmelo>>, borbotta.

Dylan si è finalmente deciso a chiederle quell'appuntamento che Summer sognava dal primo anno, quando si sono conosciuti. Un po' è stato spinto dal gioco "obbligo o bevi". Ho svolto bene il mio ruolo di cupido. Brava Audrey!

Io invece so già tutto. La sera prima Dylan era entrato nella mia stanza disperato perché non sapeva dove portarla e lo avevo aiutato a scegliere un ristorante.

Summer, in panico, si appoggia un vestito lilla sul corpo e si osserva allo specchio. È il decimo che prova e non ne posso più. <<Dici che possa andare bene questo?>>, chiede.

Spero finisca presto questa tortura! <<Sì, è decisamente il mio preferito>>, dico per la milionesima volta che prende questo vestito dal mucchietto sopra il suo letto.

Sorride al suo riflesso. <<Sì, credo sia lui>>, dice finalmente. Esulto mentalmente con tanto di pugno all'aria e sospiro teatrale.

Mi alzo dal pavimento e mi stiracchio. <<Ehi, S. Devo andare a casa a studiare un po'>>, dico. Oggi è lunedì e sta sera non lavoro. È la serata perfetta per mettermi in pari.

<<Studiare o stare con Damon?>>, grida dal bagno.

Alzo gli occhi al soffitto. Non vedo Damon da sabato notte, quando si è addormentato sul divano con la tazza del mio thè in mano. Domenica io e Micah siamo stati a pranzo dai nostri genitori e quando siamo rientrati era già l'ora del mio turno al Red.

Mi ha solo scritto un messaggio oggi per chiedermi se ci sono per cena e ho detto di sì. Adoro quando cucina lui. È anche meglio di mia mamma.

<<Sì, vedrò Damon ma solo per cena. E non saremo soli, comunque>>, specifico.

Ridacchia. <<Ethan mi ha raccontato che sabato sera siete tornati a casa zuppi. Ha trovato i vostri vestiti bagnati nel cesto in lavanderia. Devi raccontarmi qualcosa?>>, chiede divertita.

Sbuffo. Ficcanaso di coinquilini! <<Sì, abbiamo litigato sotto la pioggia perché quel testone non voleva salire in macchina>>.

Summer ci prova a stare seria, ma non ci riesce e crolla perfino distesa sul suo letto, tenendosi la pancia. <<Siete così esilaranti!>>.

Le tiro un calcetto sul piede. <<È un vero incubo quel ragazzo! Mi fa uscire di testa>>.

Si mette a sedere. <<Si vede, ma è un bravo ragazzo, Dee>>.

Continuano tutti a ripetermelo. <<Lo so>>, e sono sincera. Mi pento ancora per le parole che mi sono uscite di bocca sabato, ma ero infastidita perché era sempre circondato da qualcuna. E non mi piaceva. Per niente. <<Ora vado>>.

Si alza in piedi e mi abbraccia. <<Augurami buona fortuna>>.

Scoppio a ridere. <<Non ne hai bisogno, pazza!>>.

Esco dalla confraternita e mi incammino verso casa. Oggi non ho preso la macchina. C'è il sole ed è ancora tiepido per essere fine settembre. Quando arrivo a casa, mi chiudo nella mia stanza e apro i libri sopra il mio letto. I ragazzi sono ancora fuori per l'allenamento e so che questo silenzio piacevole non durerà ancora per molto.

QUALCUNO COME TEWhere stories live. Discover now