19. Damon

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Audrey è ancora sotto di me, dopo che ci siamo baciati e non ho intenzione di andarmene da qui, nemmeno se scoppiasse un maledetto incendio. È stato... non ho nemmeno parole per descriverlo. L'unica cosa di cui sono sicuro è che è stato giusto.

Bellissimo e giusto.

Mi sono costretto a forza a fermarmi perché non voglio spaventarla e spingerla a fare qualcosa che non vuole. O per cui non è ancora pronta. Perché non lo siamo. Nonostante il mio cazzo stia urlando e protestando insoddisfatto. Oggi è stata la prima volta che mi ha guardato come ho sempre sognato. Mi accontento anche solo che abbia ricambiato il bacio. Mi sembra di aver vinto il Super Bowl.

<<Perché sorridi come un pazzo?>>, chiede divertita.

Mi sollevo sui gomiti per guardarla negli occhi. <<Hai una vaga idea da quanto volessi farlo? Soprattutto senza alcool in corpo?>>.

Ricambia il sorriso. <<Ne ho una vaga idea>>.

Torno serio. <<Te ne stai pentendo? Ho bisogno di saperlo>>. Per favore dì no. Per favore dì no.

Ci pensa e poi scuote la testa. Rilascio il fiato che non mi sono nemmeno accorto di aver trattenuto. <<No, non me ne pento>>.

Apro la bocca per parlare ma bussano alla porta. Rotolo via e mi metto un cuscino sul pacco, giusto per nascondere la reazione a quello che avevamo appena fatto.

<<Avanti>>, dice Audrey mettendosi a sedere.

Micah ed Ethan infilano la testa dentro la stanza. <<Stavamo cercando quel cretino di Damon>>, dice Ethan puntando i suoi occhi di ghiaccio nei miei.

<<E perché hai pensato di cercarmi qui?>>, chiedo infastidito.

Sghignazza. <<Ho tirato ad indovinare>>.

<<Che volete?>>, chiedo bruscamente.

<<Quando prepari la cena? Stiamo morendo di fame>>, chiede Micah alternando lo sguardo fra me e la sorella con una domanda stampata in faccia. Eh, no amico. Non sono affari tuoi.

Mi alzo in piedi e mi stiracchio. Sono tutto indolenzito dall'allenamento di oggi e dagli esercizi in palestra ma è una bella sensazione. E poi non riesco a levarmi dalla faccia un sorrisetto. <<Se voi cazzoni mi aiutate, in mezz'ora mangiamo>>.

Corrono praticamente giù dalle scale ma non li seguo. <<Hai voglia di aiutarmi anche tu?>>, chiedo allungandole la mano.

La afferra e la aiuto ad alzarsi. <<Va bene, ma a tuo rischio e pericolo>>, dice con un sorrisetto.

Non mi trattengo più: la avvicino e mi abbasso a stamparle un bacio nell'angolo della bocca. Non si fa trovare impreparata e non sussulta. Mi si stringe addosso e si struscia su di me. Porca troia.

<<Audrey>>, la avverto con un gemito.

<<Sì, Damon?>>, chiede con aria innocente.

Sospiro e mi allontano. <<Sto cercando di comportarmi bene con te, ma se fai così mandi a puttane tutti i miei buoni propositi>>.

Mi tira una pacca sul sedere ridendo e mi trascina fuori dalla sua stanza. <<Magari è questo il mio piano>>.

Doppia merda. Faccio uno scatto in avanti, me la carico in spalla e corro giù per le scale. Lei urla e si aggrappa alla mia vita, ridendo. <<Stronzo>>, credo dica.

Le assesto una bella sculacciata in quei minuscoli pantaloncini che usa per girare per casa che mi mandano in pappa il cervello ogni volta. <<Così siamo pari>>.

QUALCUNO COME TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora