32. Damon

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Il coach ha convocato una riunione di emergenza. Di venerdì mattina alle otto. Vorrei spararmi. Domani mattina partiamo per la trasferta e avevo un disperato bisogno di dormire. Invece no, sono qui che mi trascino per la cucina come uno zombie ubriaco.

Avevo in programma di svegliare Audrey con la mia bocca, ma ho dovuto rinunciare. Lei è esausta per il suo turno al Red di ieri sera ed è crollata vestita nel suo letto subito dopo essere rientrata. Ho provato ad aspettarla sveglio ma sono crollato nel mio di letto.

Le cose fra di noi vanno alla grande, ma ancora non vuole diventare la mia ragazza. Dice che vuole essere sicura che riusciamo a passare del tempo assieme senza saltarci alla gola.

Direi che negli ultimi giorni ci siamo saltati addosso senza vestiti più che litigare. Ma va bene. Posso aspettare. Mi farò bastare anche solo averla così per il momento.

I miei amici si trascinano in cucina mezzi addormentati e si versano una tazza di caffè bollente a turno. È la prima mattina da settimane senza allenamenti e il coach invece ci mette tutti in allarme.

<<Chissà cosa è successo per chiamarci tutti d'urgenza prima della partita di domani>>, dice Micah dando voce ai pensieri di tutti.

Ethan sghignazza. <<Probabilmente uno dei ragazzi è finito sui siti di gossip o si è fatto beccare ubriaco a qualche festa>>.

Dylan si unisce alle supposizioni. <<O ha deciso di cambiare schema all'ultimo minuto perché non è soddisfatto dei video che ha visionato>>.

Alzo le spalle. Sarò anche il capitano ma non so niente di questa storia. <<Fra poco lo scopriremo. Forza vi aspetto in auto>>.

Sta mattina ho infilato le prime due cose che ho trovato in armadio: jeans e felpa, ma fuori comincia a fare davvero fresco. L'autunno è arrivato e mi si stanno congelando le palle sta mattina. I ragazzi entrano in auto poco dopo di me e partiamo continuando a domandarci che cosa ci attende in sala riunioni.

Arriviamo qualche minuto in anticipo. Tutti gli assistenti del coach sono arrivati, ma di lui nessuna traccia. Probabilmente sa che qualcuno di noi arriverà sicuramente in ritardo.

Siamo tutti ammassati in questa stanza quando finalmente il coach arriva, ma non è da solo. No. Ad accompagnarlo c'è quel figlio di puttana di Asher Adams, mia vecchia conoscenza. Tutti sanno che ci odiamo a morte.

Che cazzo ci fa lui qui?

Ethan, con cui ho frequentato il liceo assieme anche ad Asher, mi tira una gomitata. <<Porca vacca, Baker. Che cazzo ci fa Asher con il coach?>>, chiede sconvolto tanto quanto me.

Stringo i braccioli della mia sedia così forte che temo quasi di spezzarli. <<Non ne ho idea>>, borbotto irritato.

Asher era sparito in qualche college della East Coast, quindi immaginate la mia sorpresa di trovarmelo qui. C'è decisamente qualcosa che non va. Qualcosa che non mi piacerà minimamente.

Il coach stringe una spalla di Adams e fischia per zittire i mormorii nella stanza. <<Ragazzi vi ho chiesto di riunirci sta mattina perché ci sono delle novità. A partire da questa stagione, si unirà a noi Asher Adams. È un linebacker che darà un grosso sostegno alla nostra difesa. Fatelo sentire il benvenuto. Ci vediamo in campo più tardi>>, e si congeda.

Come sempre il coach è rapido nelle comunicazioni e sparisce dalle doppie porte assieme al suo staff. Tutti i miei compagni studiano il nuovo arrivato, la cui attenzione è focalizzata solo su di me. L'astio che proviene dai nostri corpi è palpabile. Sono tutti in attesa di una mia mossa.

Mi alzo in piedi e lo guardo storto. <<La California ti ha stufato, Adams?>>, domando tagliente.

<<Vedo che sei rimasto sempre il solito arrogante presuntuoso, Baker. Peccato che ora dovrai dividere la scena con me>>.

Lo sorpasso con una spallata. <<Col cazzo. Io e te non faremo mai squadra>>. Me ne vado prima di fare qualcosa di stupido, tipo colpirlo. Domani abbiamo una partita importante e cominciarla con una mano rotta per aver preso a pugni questo stronzo, non è nei miei piani.

Tutti gli altri vanno a fare conoscenza con il nuovo arrivato, mentre io me ne vado in spogliatoio. Rivedere quello stronzo ha riportato a galla le vecchie questioni. Uno degli stronzi di cui ho parlato ad Audrey era proprio Adams. Oltre ad avermi bullizzato alle elementari, essere entrato anche lui nella squadra di football al liceo, si è rubato la mia ragazza. Dire che lo odio è troppo riduttivo.

Mi cambio e indosso gli abiti da palestra che tengo nel mio armadietto. Ho bisogno di sfogarmi. Se devo fare finta di fare squadra con quello, allentare la rabbia sugli attrezzi è la soluzione migliore.

Nessuno viene a disturbarmi per almeno mezz'ora, ma verso la fine i miei coinquilini vengono a cercarmi. Si siedono su qualche attrezzo e mi fissano mentre faccio i pesi. <<Che c'è?>>, grugniscono appoggiando il bilanciere sui sostegni.

<<Siamo preoccupati>>, dice Ethan. A quanto pare ha messo al corrente gli altri a giudicare come mi guardano in attesa di qualche sfuriata.

Mi asciugo il sudore dalla fronte. <<Non dovete. Ho tutto sotto controllo>>.

Ethan solleva un sopracciglio. <<L'ultima volta che siete stati da soli in una stanza gli hai rotto il naso>>.

Liquido la sua frase con un gesto impaziente della mano. <<Se mi sta lontano, non avremo problemi>>.

Micha sospira. <<Sembra un po' troppo pieno di sé. Non mi piacciono quelli come lui>>, borbotta.

Alzo gli occhi al cielo. <<Non ne hai idea. È uno stronzo e ci detestiamo. Lo tollererò solo per il bene della squadra ma non aspettatevi che diventeremo amici>>. Inoltre, spero che questa volta stia lontano dalla mia ragazza.

Annuiscono. <<Certo>>, dice Dylan. <<Noi siamo con te per qualsiasi cosa>>.

Sorrido. <<Bene, fannulloni. Allora mettevi al lavoro>>.

Trascorriamo circa un'ora in palestra. Alcuni degli altri ragazzi ci raggiungono e per fortuna Adams non si fa vedere da queste parti. Già solo l'idea di dover passare tre ore in campo con lui più tardi mi fa sentire agitato e nervoso.

Ho bisogno di distrarmi.

Dopo una doccia rapida, prendo il telefono e mando un messaggio ad Audrey. Nessuno dei due ha lezione oggi e ho voglia di passare un po' di tempo con lei. Dopo la cena dai suoi, le cose sono state un po' frenetiche per entrambi e non ci siamo visti molto. I nostri orari sono folli.

IO: EHI FRAGOLINA, DOVE SEI?

Risponde nel giro di qualche secondo. AUDREY: A CASA A STUDIARE.

IO: TI VA UN GELATO?

AUDREY: COME COLAZIONE?

Sorrido come uno scemo. IO: Sì, ESATTO.

AUDREY: MUOVITI BAKER.

Non me lo faccio ripetere due volte e scappo dalla palestra. Questa giornata ha decisamente preso una piega migliore.

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Scusate per la luuunga attesa per questi aggiornamenti, ma sono stati giorni un pò folli! Spero di riuscire a mettervi un altro capitolo entro il weekend! Buona lettura <3

QUALCUNO COME TEOnde as histórias ganham vida. Descobre agora