21. Damon

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Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sè 

come le pagine di un libro imparato a memoria

 e di cui  gli amici possono solo leggere il titolo.

(Virginia Woolf)


Ho avuto un altro incubo. 

Sempre lo stesso, da quando ho sei anni. Mi sveglio sudato, nervoso e incazzato. È solo l'una e mezza di notte e so che non mi riaddormenterò. Non se sono da solo a fissare il soffitto.

Quando mi capitano questi episodi di solito esco e vado a correre, ma ciò che mi serve in questo momento è Audrey. L'ultima volta è riuscita a calmarmi come nessuno mai prima di lei. Solo che è ancora al lavoro.

Non la vedo da lunedì sera e sono due giorni che non la incrocio, nemmeno per cena. Sono sempre stato fuori fino a tardi per gli allenamenti e le sedute video. Domani partiamo e abbiamo la prima partita in trasferta della stagione. Cazzo, odio ammetterlo ma mi manca.

Mi alzo e mi vesto. Prendo le chiavi di casa ed esco. Raggiungo il Red a piedi e quando entro mi dirigo spedito al bancone. C'è ancora qualche cliente ma è praticamente vuoto. Durante il semestre gli studenti escono solo durante il weekend, ma Audrey fa tardi comunque.

Non mi piace che stia qui fuori tutta sola.

Mi siedo su uno sgabello e la cerco. Sta svuotando la lavastoviglie e deve sentirsi il mio sguardo addosso, perché alza subito gli occhi. Quando incrocia i miei, mi sorride e mi viene incontro.

<<Damon? Che ci fai qui a quest'ora?>>, chiede evidentemente sorpresa.

Allungo le mani e prendo le sue. Sobbalza per la sorpresa, ma non si ritrae. <<Non riuscivo a dormire>>, dico. È una mezza verità.

Non mi chiede niente, credo capisca anche senza dire nulla. <<Vuoi qualcosa?>>

<<Un bicchiere d'acqua, magari?>>

Sorride. <<Arriva subito e offre la casa>>.

<<Addirittura?>>

Mi fa l'occhiolino. <<Mi sento generosa sta sera>>.

Torna poco dopo con il mio bicchiere d'acqua e una fettina di limone. Lo sorseggio e mi sento i suoi occhi addosso. <<Che c'è?>>, domando.

Fa il giro del bancone e si viene a sedere accanto a me. <<Che succede Damon?>>

Alzo le spalle. <<Il solito>>.

<<Me ne parlerai mai?>>

La guardo. <<Sì, se vuoi saperlo>>.

Allunga una mano e mi stringe il braccio. <<Certo. Mi importa di te, Damon>>.

<<Anche quando mi insulti?>>

Ridacchia. <<Soprattutto quando ti insulto>>.

Ricambio il sorriso. <<Allora hai chiesto il permesso per domenica?>>. Voglio portarla fuori per il nostro appuntamento e non posso più aspettare. Specie perché mi sono ripromesso che non l'avrei più baciata fino a quel momento e cazzo, non posso più trattenermi. Vorrei prenderla anche in questo momento.

Annuisce. <<Ho chiesto a Cristian di darmi la serata libera e lui me ne ha date due. Quindi credo proprio che io e Summer verremo alla vostra partita in trasferta sabato>>.

QUALCUNO COME TEDonde viven las historias. Descúbrelo ahora