37. Damon

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 Mi fa male dappertutto. Perfino respirare richiede un gran sforzo, ma almeno sono tutto intero. Vivo. Ho preso una gran botta da quell'armadio di difensore che mi ha schiacciato per terra e ho perso i sensi per qualche secondo.

I medici della mia squadra sono venuti in mio soccorso proprio quando riaprivo gli occhi in campo ma l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che speravo che Audrey non avesse visto quello che mi era capitato. Non voglio che si preoccupi per me.

<<Damon, sai che giorno è oggi?>>, mi chiede Lance, il dottore. Mi hanno portato nell'infermeria dello stadio e mi stanno rivoltando come un calzino in cerca di lesioni.

A parte le botte sembrerebbe che non ci sia niente di rotto. Fiu, che sollievo!

<<Il 23 ottobre>>, rispondo.

Annuisce. <<Bene e sai dove ti trovi?>>

<<Nello stadio di Princeton. E abbiamo vinto la partita. Me lo ricordo>>, ghigno. Abbiamo fatto una partita eccezionale, forse la migliore di tutto il campionato nonostante le difficoltà.

Sorride. <<Bene e ieri cosa hai fatto?>>

Ci penso un attimo. <<La mattina abbiamo avuto la riunione con il coach, poi ci siamo allenati nel pomeriggio e ieri sera sono uscito con i ragazzi>>.

<<Ok, bene>>, dice sollevato. <<Escluderei un trauma cranico, ma voglio farti i raggi per essere sicuro che tu non abbia una costola rotta o incrinata. Andremo nella mia clinica, ma prima è il caso che ti cambi e fai una doccia>>.

Mi metto seduto sul lettino con una smorfia. <<Va bene>>.

Un trambusto fuori dalla porta attira la nostra attenzione. Si sentono delle voci e dei passi veloci. Forse qualcuno che corre. <<Signorina, si fermi! Lei non è autorizzata a stare qui!>>, sbraita una voce. Sembra appartenere al tizio della sicurezza appostato fuori dall'infermeria.

<<Non me ne frega un accidente! Lì dentro c'è il mio ragazzo e devo assolutamente sapere come sta o rischio di impazzire!>>. Merda. Riconoscerei quella voce fra mille: Audrey. La mia fragolina.

La porta della stanza si spalanca e vengo travolto da un abbraccio soffocante. Respiro a pieni polmoni il suo profumo spaziale. Ma cosa ci fa qui? Non che mi stia lamentando. Affatto. Sono felice da far schifo. Botte a parte.

Le circondo il viso con le mani e cerco i suoi occhi. Sta morendo dalla preoccupazione e non fa niente per nasconderlo. <<Cosa ci fai qui?>>, chiedo pieno di entusiasmo.

Fa un respiro profondo e cerca di calmarsi. Ha chiaramente pianto e continua a tastarmi ovunque in cerca di ferite o sangue. Non lo so bene. <<Volevo farti una sorpresa venendoti a vedere>>, dice stringendosi a me.

Sorrido e la tiro contro di me, infilandola in mezzo alle mie gambe a penzoloni del lettino. <La miglior sorpresa di sempre, fragolina>>. E poi la bacio perché lei è qui davanti a me e il dolore per un attimo sparisce. Mi basta stringerla ed io sto meglio.

Non mi trattengo e me ne infischio anche della presenza di Lance dietro di noi o dell'uomo irritato della security. Affondo una mano fra i suoi capelli sciolti e setosi e la tiro più vicina. Ho voglia di darle un bacio appassionato. Uno di quelli che le faccia capire che lei ormai è mia. Che ormai siamo noi e che non può più scappare.

Apro la bocca e la mia lingua scorre prima sul suo labbro superiore e poi in quello inferiore. Ansima e lascia uscire il fiato, abbandonandosi completamente a me. È una sensazione meravigliosa. Ho così bisogno di lei adesso. Le nostre lingue si intrecciano e ingoio il suo gemito dentro di me. Dio, mi basta un solo bacio per prendere letteralmente fuoco. Brucio e ardo solo per lei.

Qualcuno si schiarisce la voce alle nostre spalle. <<Ehm, ti aspetto fuori, Damon>>. Lance sparisce in tre secondi e finalmente anche l'addetto alla sicurezza si fa da parte, esce e chiude la porta.

Audrey si stacca e appoggia la fronte contro il mio mento. Sospira piano. <<Ho proprio preso paura, Damon. Quando non ti rialzavi...>>. Lascia la frase in sospeso ma capisco ciò che vuole dirmi.

Le afferro le guance con gentilezza. <<Sto bene. Non mi è successo niente>>.

Si aggrappa ai miei polsi con le sue mani minuscole rispetto alle mie. <<Ok>>.

Un lento sorriso mi tende le labbra. Quando è entrata come una furia ha detto una cosa che mi ha mandato in cortocircuito cuore e cervello. <<Allora>>, inizio cercando i suoi occhi curiosi. <<è così che stanno le cose?>>

Aggrotta le sopracciglia perplessa. <<Di cosa stai parlando? Hai davvero preso una brutta botta in testa>>.

Ridacchio. La situazione è davvero esilarante: sono pieno di fango fin sopra i capelli, sento male dappertutto e lei sembra appena uscita dalla doccia: pulita e profumata. Visti dall'esterno siamo proprio un disastro, due persone completamente diverse, eppure ci completiamo in un modo pazzesco.

<<Quindi... sono il tuo ragazzo eh?>>. Arrossisce tutta in un modo dannatamente adorabile. Si morde il labbro inferiore tanto che mi riaccende e mi fa impazzire. Affondo le mani dietro la sua schiena e la tiro contro di me. Mi abbasso così che i nostri visi sono pericolosamente vicini. <<A me sta bene. Più che bene>>.

Sorride e affonda le mani nei miei capelli bagnati di sudore. Non sembra importargli. <<Ah davvero?>>.

Annuisco con entusiasmo. <<Davvero. Quindi è ufficiale?>>.

Mi stampa un bacio dolcissimo a fior di labbra. <<E' decisamente ufficiale>>. Cazzo, sì! È ufficialmente il mio giorno preferito.

Scendo dal lettino e trattengo un gemito. Ok, ora che l'adrenalina è passata, le costole mi fanno davvero male. <<Lance vuole portarmi nella sua clinica per degli accertamenti. Ti va di venire con me?>>, domando circondandole le spalle con un braccio ancora fasciato dalle protezioni.

<<Certo, non ho intenzione di lasciarti, non dopo la brutta botta che hai preso>>, dice risoluta.

Ah, la mia bellissima ragazza testarda e premurosa! <<Bene, ma prima ho bisogno di una doccia>>.

Arriccia il naso. <<Sono più che d'accordo>>. Scoppio a ridere e le faccio strada verso gli spogliatoi. Non voglio perderla di vista nemmeno per un attimo.

<<Mi aspetti qui? Ci metto dieci minuti al massimo>>, le chiedo fuori dalla porta dietro cui proviene un gran chiasso. I miei compagni sono decisamente su di giri. Annuisce ed io sparisco dentro, dopo un lungo bacio appassionato, perché beh, perché no?

Entro dentro lo spogliatoio e un secondo dopo mi ritrovo sospeso per aria, fra le braccia muscolose dei pazzi dei miei compagni che stanno festeggiando alla grande. <<Damon! Damon! Damon!>>.

Rido, è impossibile non essere trascinato da tutto questo entusiasmo. <<Ok, ok. Ora mettetemi giù prima che vomiti>>. Un secondo dopo mi ritrovo con i piedi per terra. Nonostante il placcaggio subito, è decisamente uno dei giorni più belli della mia vita.

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SORPRESA!

Ho aggiornato anche oggi :) spero vi continui a piacere questa storia 💕

QUALCUNO COME TEWhere stories live. Discover now