❈9. 𝑮𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒃𝒐𝒓𝒊 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝒏𝒖𝒐𝒗𝒐 𝒎𝒊𝒔𝒇𝒂𝒕𝒕𝒐❈

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Third person pov

Seoul, Corea del Sud - Villa dei Red Venom

I Red Venom, in questo momento, erano all'interno della loro abitazione in un quartiere di Seoul leggermente appartato, anche se non troppo.

Di certo, non era il solito quartiere depravato dove i tipici criminali vivevano. Dovevano mantenere una certa disinvoltura e comportarsi come persone normali, fuori dal loro covo segreto.

Ovviamente la Gang doveva rimanere piuttosto nascosta, anche se nessuno era mai stato in grado di dare dei tratti specifici ai loro volti.

Peró, erano molto astuti. Talmente tanto da dare sempre filo da torcere alla polizia.
Il tatuaggio sulla mano, che per loro aveva un forte valore simbolico, potrebbe rappresentare un ostacolo. Invece era tutt'altro.
Dava ai quattro componenti: Jisung, Felix, Seungmin e Jeongin, un senso di appartenenza. Il senso di appartenenza a una famiglia.

Inoltre, esso veniva sempre coperto con guanti, make up o cerotti appositi che posti sulla dorso della mano coprivano efficacemente il disegno, risultando praticamente invisibile.

Attualmente erano a tavola e stavano discutendo dei loro prossimi piani, più nello specifico di come appropriarsi dei soldi del defunto Jung Joonwoo.

Ovviamente di soldi ne avevano da vendere, basti vedere la villa nella quale risiedevano con completo di piscina e giardino all'esterno.
Però come diceva Felix. Qualche spicciolo in più non guastava.

«Ora pensiamo a come poter prendere i soldi delle figlie di Jung!» disse Felix, rivolgendo uno sguardo a Jisung.

Quest'ultimo continuava a osservare intensamente il vino rosso all'interno suo bicchiere. Pareva quasi studiarlo, dal colore intenso all'aroma che possedeva all'olfatto.
Insomma, la mente di Jisung era focalizzata su altro.

Era riportata all'episodio della notte precedente. Continuava a chiedersi perché il suo nemico non lo avesse ucciso seduta stante.

Se era vero che si odiavano reciprocamente, allora perché tutti e due avevano avuto dei ripensamenti sul premere il grilletto? Sarebbe bastato un secondo.
Rimaneva un mistero.

Tuttavia a Jisung, dopo poco, apparve un sorriso divertito sul volto.
~Interessante il Black Blood. Perché non mi ha ucciso? Sarei proprio curioso di saperlo e qualcosa mi dice che lo incontreró ancora~

«Jisung, sei andato in centrale a posizionare le tue cimici per spiare le mosse della polizia. Ora pensiamo al piano peculiario»

Jisung venne distratto dalle parole di Jeongin, infatti alzò lentamente gli occhi verso il minore che per un secondo rabbrividí.

«Era nell'interesse dell'intera Gang!» esclamò irato, battendo un pugno sul tavolo.

«E ora sta nell'interesse della Gang, recuperare i soldi»

«State tranquilli. Non increspiamo le acque -disse Seungmin con calma- Ora prepariamoci per andare nel covo. Ho trovato poche informazioni, ma interessanti sulle figlie»

I membri annuirono e dopo essersi alzati da tavola si recarono all'interno del loro covo.

[...]

Seoul, Corea del Sud - Covo dei Red Venom

«Quindi quali informazioni hai raccolto sulle due figlie di Jung? Jung Hiah e Jung Mikyong»

«Nonostante siano molto poche, ci solo alcune cose interessanti -disse Seungmin con un sorriso dipinto sul volto- Allora. La prima che hai nominato, Hiah, a quanto pare non ha mai commesso reati e tutti la descrivono come una ragazza dolce e sensibile. Mentre la seconda, Mikyong, ha ereditato il carattere merdoso del padre. Oltre a essere malvagia ha aiutato molte volte Jung nei suoi misfatti. È passata al processo diverse volte per aver praticato il traffico di donne»

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