Elvis 💛

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Richiesto da: _ElvisPresley_
Livello: giallo / triste
Trama: È una calda sera di giugno ad Indianapolis. La folla scalpita per il Re, ma tu non sei affatto scalpitante. La fine è ormai vicina, e lo sapete entrambi


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27 giugno 1977

  Ti passi la mano tra i capelli, giocando con alcune ciocche mentre i tuoi denti torturano il labbro inferiore. Senti il clamore della folla nonostante i diversi e spessi muri che vi separano.
Il teatro trema ogni volta che viene gridato il Suo nome. E il tuo cuore perde un battito ogni volta.

  <<Mamma, mamma guarda>> afferma la bimba seduta a terra nel camerino, circondata da pastelli e matite, sollevando il disegno dal pavimento. Le sorridi con celata tristezza mentre osservi la vostra famiglia disegnata sul foglio. Poi torna a disegnare: un sole, qualche albero, dei fiori sparsi un po' ovunque.

Senti tossire dall'altra parte della porta che conduce al bagno, al momento chiusa a chiave. Osservi l'orologio che porti al polso e per un attimo desideri poterlo fermare.
Senti tossire ancora, questa volta più forte e per un tempo maggiore. Chiudi gli occhi mordendoti l'interno delle guance e stringendo i pugni.

La porta del camerino si apre e uno degli addetti del teatro si fa vedere. <<Dieci minuti signora Presley>> afferma prima di sorridere alla bambina che lo saluta allegramente con una mano.
  Bussi alla porta del bagno diverse volte, richiamando l'attenzione dell'uomo dall'altra parte.
  <<Tesoro, ci sei?>> Chiedi sentendo solo il suono dell'acqua che smette di scorrere dal rubinetto. La porta si apre e te lo ritrovi davanti. Il volto gonfio e sudato, gli occhi stanchi e distanti. Ti guarda velocemente negli occhi poi abbassa lo sguardo. Negli ultimi tempi lo fa spesso e per te è un immenso dolore.

  Appoggi le mani sul suo petto aggiustando il colletto del suo costume argentato. Le pietre luccicano sotto le luci del camerino e sorridi appena, ricordando i giorni di gloria. <<Meglio ora>> sussurri passando le mani sulle grinze delle maniche, cercando di farle sparire.
Il pubblico non le vedrà, ma voi si.
Le sue mani si posano sui tuoi fianchi con indecisione, come se temesse un tuo rifiuto.
È da parecchio che non state così vicini, che non passate anche solo un minuto da soli a pensare a voi. Lui è sempre così preso con i concerti, gli eventi e le interviste. Il Colonnello non gli lascia mai un minuto di respiro e questo vi porta spesso a discutere.

  <<Questo è l'ultimo>> afferma guardandoti di sfuggita mentre sospiri allontanandoti di pochi passi, sul volto un sorriso tirato. <<Come le ultime volte>> affermi dandogli le spalle e sorridendo a vostra figlia che vi osserva con la coda dell'occhio. Detesti dover litigare con lui davanti alla bambina.
<<E con questo cosa vorresti dire?>> Chiede infastidito. Ti giri lentamente incrociando le braccia. Ora finalmente vi guardate negli occhi e per la prima volta da molti mesi ti rendi davvero conto di quanto lui sia cambiato.
  <<Tesoro, tra poco papà sale sul palco. Perché non vai a cercare il nonno di là? Puoi fargli vedere i tuoi disegni>> affermi con dolcezza aiutando la bimba ad alzarsi dopo aver sistemato i suoi pastelli.
Raggiunge il padre, abbracciandolo. Lui la prende in braccio stringendola a se. <<Ciao tesoro, ti voglio bene lo sai?>> Chiede baciandole la guancia fino a farla ridacchiare.
Gli occhi ti si fanno lucidi guardando questa scena che tanto ti era mancata.

La piccola si allontana e voi restate soli. Avete pochi minuti ancora. Ora però siete in silenzio. Nessuno dei due ha voglia di litigare.
  <<Sei infelice?>> Ti chiede all'improvviso appoggiandosi al tavolo da trucco, il suo riflesso brilla nello specchio grazie alle luci intorno alla cornice. <<Da quanto non stai a casa con noi? Quand'è stata l'ultima volta che abbiamo cenato tutti e tre insieme come una vera famiglia?>> Chiedi alzando le spalle guardandolo con tristezza. <<Noi siamo una vera famiglia>> ribatte lui con serietà. Lo hai colpito dritto nel profondo.
<<No Elvis, non lo siamo più. Guardaci cazzo!>> Alzi la voce raddrizzando le spalle. Lui abbassa la testa prima di tornare a guardarti; ora è lui a incrociare le braccia.
<<Lisa chiede sempre di te quando non è qui. Ti chiama al telefono e tu non le rispondi mai o le viene detto che sei troppo impegnato per lei>> continui indicando la porta del camerino, sperando davvero che la piccola sia abbastanza lontana. <<Quand'è stata l'ultima volta che hai messo un vinile e abbiamo ballato? Quand'è stata l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore? Quand'è stata l'ultima volta che hai cantato per me?>> Affermi, ormai senza più il controllo delle tue lacrime.

  Con uno scatto di rabbia afferri i vari flaconi di pillole sul tavolo e glieli lanci, iniziando a imprecare contro di lui e contro il colonnello che lentamente e inesorabilmente te lo ha portato via.
Ti siedi a terra, le spalle contro il muro, con il respiro rotto dai singhiozzi. Elvis si avvicina inginocchiandosi a fatica davanti a te, appoggiando le mani sulle tue ginocchia. Vorrebbe dirti qualcosa, consolarti in qualche modo.

  Un addetto della troupe bussa alla porta e avvisa il Re dell'imminente inizio del concerto. <<Due minuti signor Presley>> afferma in imbarazzo prima di dileguarsi in fretta.
<<Devo andare>> sussurra alzandosi e lasciando il camerino. Scuoti la testa guardandolo allontanarsi da te e ti lasci andare in un altro pianto senza controllo, portandoti le ginocchia al petto.

Non ci vuole molto prima che il boato della gente accolga la musica. Tra le pareti risuona la sua voce e chiudi gli occhi, fingendo di trovarti in un altro luogo e in un altro tempo.
Questa è stata la prima conversazione da almeno un mese e avete litigato.
  L'ultima volta avevate discusso per via di vostra figlia; lei voleva passare del tempo con lui, avere un giorno con suo padre come le sue amiche e amici. Ma lui era in tour da una costa all'altra, circondato da fan e belle donne.
"Sono solo pochi anni. È adesso che Lisa vuole stare con te. Poi sarai tu a doverla rincorrere per vederla anche solo cinque minuti"
Gli avevi gridato una sera tardi mentre litigavate. Lui se l'era presa sul personale e per diversi giorni quasi non vi rivolgevate la parola.

  La sua voce risuona nel teatro e sorridi senza rendertene conto. Era da tanto che non la ascoltavi dal vivo, troppo abituata a sentirla alla radio o in televisione. Ti perdi in quelle note e la tua mente si allontana fino a 10 anni fa..

... We're caught in a trap
I can't walk out
Because I love you too much, baby ...

  Sopra il tetto di Graceland il temporale sembra non voler dare tregua. La pioggia batte senza sosta da almeno un'ora, picchiando rumorosamente sui vetri. Ma a voi non importa. È L'ottobre del 1967 e la vostra vita è perfetta. Lui è il Re del rock n'roll, tutti lo amano e il vostro matrimonio è appena iniziato e tra pochi mesi avrete la famiglia che tanto avete aspettato.
Elvis dondola da una parte all'altra tenendoti tra le sue braccia. Vi sorridete e ti manca il fiato. Ti sei accaparrata il sogno di ogni donna d'America e nel tuo grembo cresce il frutto del vostro amore.

  In sottofondo solo la pioggia e i tuoni, accompagnati dalle vostre risate.

Ti accarezza i capelli con la mano sinistra mentre ti bacia le guance facendoti il solletico. Incroci le braccia intorno al suo collo e lo baci sorridendo, sentendo una sua mano accarezzarti la pancia ancora leggermente gonfia.<<A che punto siamo>> Ti chiede continuando a ballare con te su una canzone che solo voi sentite. <<Dovremmo essere al quinto mese>> rispondi pensandoci un attimo su mentre ti stringe a se, questa volta da dietro. Appoggia il mento sulla tua spalla e ti bacia il collo.
<

<Wise men say. Only fools rush in. But I can't help falling in love with you>> sussurra al tuo orecchio cullandoti.
  Ami questo aspetto di lui; la sua parte dolce e romantico, il modo in cui solo lui sa amarti. Questa è la parte di Elvis che i fan non conoscono ed è la tua parte preferita.

... Well, don't you know I'm caught in a trap?
I can't walk out
Because I love you too much, baby
Well, don't you know I'm caught in a trap?
I can't walk out
Because I love you too much, baby
Well, don't you know I'm caught in a trap? ...

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