Daryl Dixon 💚💙

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Avvertenze: Questo capitolo potrebbe contenere spoiler. Se non avete finito al serie NON LEGGETE

Richiesto da: nessuno
Livello: verde / triste
Trama: scappate da quando l'apocalisse è iniziata ed entrambi avete perso molto e molto altro perderete
Tratto da: The walking dead


  Il bosco, una volta un luogo di serenità e bellezza naturale, è ora immerso in un'atmosfera tetra. Il terreno è disseminato di rami spezzati, segni silenziosi di eventi passati, mentre gli alberi, una volta maestosi, si ergono ora come guardiani decrepiti di un mondo in rovina. L'aria è densa e carica di un silenzio inquietante. Anche il vento sembra sussurrare segreti oscuri tra i rami, contribuendo a un senso di suspense nell'atmosfera. Ogni passo è accompagnato dallo scricchiolio delle foglie secche e, occasionalmente, dal crepitio di rami instabili sotto il peso dei non morti.
  Passate accanto ad un rudimentale e abbandonato campo di sopravvivenza. Tende improvvisate e rifugi di fortuna costruiti con materiali di recupero si mescolano con la vegetazione circostante.
  Grida lontane, urla di disperazione e occasionali colpi d'arma da fuoco creano un'eco sinistra nel bosco. Ogni suono potrebbe essere interpretato come una minaccia imminente.

  <<Mangia>> afferma ancora Daryl mordendo il pezzo di carne secca che ha in mano. Accanto ai suoi piedi la balestra è a portata di mano. Sbuffi continuando a punzecchiare il focolare tra di voi con un bastoncino sempre più corto e annerito. 
  <<Devi mangiare>> si ripete nuovamente, alzando la testa e guardandoti sotto i capelli lunghi che gli coprono una parte del volto. Lo ignori ancora. 
intorno a voi c'è silenzio, ma non è il silenzio rassicurante della natura. È un silenzio interrotto, dove il canto degli uccelli e il fruscio degli alberi hanno ceduto il passo a una quiete inquietante.
  <<I nostri amici sono morti>> sussurri continuando a guardare le fiamme che riscaldano il pomeriggi autunnale. Il giubbotto che indossi ti protegge, ma il freddo che senti viene da dentro.
  <<Rick non c'è più. Carl non c'è più. Glenn, Rosita, Beth, Noah, Jesus, Tara..>> inizi ad elencare i nomi dei vostri amici per la prima volta dopo diversi giorni. Le mani ti tremano e il respiro si fa pesante. <<Ripetere i loro nomi non li riporterà indietro y/n>> afferma Daryl, impassibile e distante. Lo è da diversi giorni ormai. <<Perché sembra sempre che non ti importi?>> chiedi sotto voce, portandoti le ginocchia al petto, stringendole con le braccia. Una lacrima ti riga la guancia ma ti affretti ad asciugarla passandoci sopra la manica del giubbotto. Daryl, dall'altra parte del falò resta in silenzio, masticando lentamente la sua carne secca. <<Mangia>> dichiara solo dopo alcuni istanti di silenzio. <<Non ho fame>> rispondi nascondendo il volto contro le ginocchia. <<Devi mangiare>> ribatte lui e sai che dal suo tono e dalla postura sta iniziando ad innervosirsi. Cane picchietta con la zampa contro la tua gamba e guaisce. allunghi le gambe davanti a te e l'animale si stende al tuo fianco, appoggiando il muso conto la tua pancia. Gli accarezzi la testa e le orecchie, felice che almeno a lui importi. 
  <<Faccio la guardia. Tu riposa>> rompe il silenzio il cacciatore alzandosi e impugnando la balestra. Ormai il tramonto è sempre più vicino e odi l'idea che lui se ne stia fuori dal capanno per tutta la notte. Ma non avete ancora chiarito, tra voi il muro di testardaggine e orgoglio è ancora ben alto. Scortata da cane entri nel capanno e accendi le diverse candele che avete trovata. Ti siedi sul materasso del letto troppo piccolo per permettervi di dormire ognuno con i propri spazi. Le doghe scricchiolano appena ma almeno è un posto pulito e sicuro, al riparo dalle intemperie e dagli zombie. Appoggi la testa sul cuscino troppo soffice per i tuoi gusti e chiudi gli occhi. Cane sale sul letto, girando su se stesso alcune volte prima di mettersi comodo dietro le tue gambe. E per la stanchezza scivoli dolcemente nel sonno.

Alcuni giorni prima

  La tua comunità è caduta. Gli zombie hanno invaso la comunità e gli uomini del Commonwealth hanno distrutto tutto. Quando tutto sembrava finalmente essere andato per il verso giusto la sfortuna ha deciso di tirare un'altra freccia e fare centro. Ma per quanto casa tua ormai sia solo un mucchio di detriti e morte, il destino ha deciso di girare il dito nella piaga ancora di più. 
Non c'è stato tempo ne modo di parlare. La catastrofe si è abbattuta su di voi come la pioggia nella stagione dei monsoni.
Ti sei seduta a terra con la schiena contro il tronco di un albero, il respiro affannato a causa della corsa e della paura. Avete raggiunto il vostro capanno di caccia in poco tempo, ma la fatica è stata tanta, specialmente per te.
Hai iniziato a chiedergli che piano avesse, che cosa dovevate fare, dove dovevate andare, ma lui ti ignorava. Quando lo hai richiamato per l'ennesima volta lui ha bestemmiato e ti ha guardata come se tu non fossi la sua compagna, come se tu fossi una sussurratrice o peggio.
  <<Da quanto?>> ti ha chiesto guardandoti negli occhi. <<Non lo so di preciso>> affermi cercando di farti piccola piccola, sempre più spaventata dalla situazione. <<Da quanto lo sai?>> ti chiede con fastidio, forse per farti capire meglio cosa intendesse. Scuoti la testa e sollevi le spalle. <<Da un po'>> rispondi facendolo imprecare ancora, questa volta sottovoce. <<Perché non me lo hai detto?>> Chiede passandosi le mani sul volto.
Perché ? Bella domanda. Non lo sai neanche tu perché.
Paura? Insicurezza? Negazione?

Non ricevendo risposta, senza dire altro, ha iniziato ad allontanarsi ignorando ancora le tue domande. <<Daryl! Non te ne puoi andare così>> gridi ormai profondamente ferita e infastidita. Ti levi uno scarpone e glielo lanci colpendolo al centro delle spalle. Lui si gira e il suo sguardo ti fa gelare sul posto. Afferra la tua scarpa e cammina a passo svelto verso di te. cane resta a guardare la scena con le orecchie basse, accucciato a terra. <<Resta qui. Questo è un ordine>> dichiara facendoti annuire, trasformandosi in un attimo in tuo padre, ex ammiraglio della marina. Lo richiami sull'orlo delle lacrime ma lui ormai è fuori di se. <<Vado a cacciare. Resta qui>> afferma stringendo il coltello nella mano destra. Sai che non ti farebbe mai del male, ma per un attimo temi che possa perdere la testa. Lui abbassa lo sguardo sull'arma bianca che tiene stretta nel pugno e nella sua mente balena il tuo pensiero. <<Hai paura di me?>> Chiede e percepisci una nota di tristezza nel suo sguardo, seppur apparentemente freddo. Dopo alcuni istanti di trance scuoti la testa balbettando qualcosa che neanche tu sai. <<Stai con lei>> afferma Daryl con un cenno a Cane. Quest'ultimo corre da te, girandoti intorno prima di sedersi ai tuoi piedi. Entrambi restate a guardare l'uomo allontanarsi. Cane guaisce alzando la testa per guardarti, tu ti asciughi velocemente una lacrima lungo la guancia.

Dal suo ritorno avete limitato al minimo le conversazioni, gli sguardi e i contatti.
Gli hai nascosto qualcosa di serio e importante, per timore di un futuro forse impossibile da vivere o per paura di non essere all'altezza della vita che vi aspetta.
Ma da parte sua c'è delusione, tristezza e forse si, anche paura per entrambi.

Daryl apre la porta alle prime luci dell'alba. La nebbia è scesa orami da un pezzo ma per fortuna non c'è stato segno ne di vivi ne di morti. Ha ravvivato il fuoco abbastanza per restare al caldo e lucido, sempre con le orecchie tese e i riflessi pronti ad ogni evenienza.
Cane, ancora steso sul letto ai tuoi piedi alza la testa prima di tornare a sonnecchiare, riconoscendo il suo padrone.
Con delicatezza chiude la porta e si spoglia di scarponi e giubbotto prima di prendere un respiro e, posata la balestra contro il muro, stendersi sotto le coperte con te.
Ti stringe a se con delicatezza. Il suo respiro è una ninnananna nelle tue orecchie, sveglia ormai dal suo ingresso nella casetta.
La sua mani si infila sotto la felpa che indossi e con timore percorre le tue forme ormai diverse dall'ultima volta in cui le ha esplorate.
Ti bacia la guancia e la sua mano si apre sul  fianco della tua pancia sporgente ormai difficile da nascondere.






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