20. Mistica, come le sirene

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"I just wish that time didn't work with us."


Ischia.
Estate.




«Cos'è?» Gli domandai, seduta sulle sue ginocchia nel giardino di casa sua.

Elia mi aveva invitata a stare un po' con lui dato che era solo, io avevo acconsentito. Non potevo lasciarlo solo, era più forte di me.

Si tolse la sigaretta dalle labbra e trattenne il fumo, io mi rigirai quella piccola scatoletta bianca tra le mani.

«È un MP3», mi informò, sorridendomi, «L'ho fatto io.»

Lo guardai di scatto, senza parole. «L'hai... fatto tu?» Boccheggiai.

«Sì, l'ho rigenerato da uno di mia madre. Lei non lo usava più, quindi ho pensato di regalarlo a te.» Mentre continuavo a osservarlo stralunata, Elia me lo prese dalle mani e lo accese, maneggiò qualche tasto, «Ti ho già scaricato la maggior parte delle canzoni che dovresti un minimo conoscere.» Mi mostrò come fare ad andare avanti, ad andare indietro e a bloccare la musica.

«Elia», pronunciai, contenta di quel regalo del tutto inaspettato, «Grazie...», gli sorrisi, «È bellissimo.»

«È una stronzata.»

Io negai subito, avvicinandomi per baciarlo in fretta. «Non lo è. Mi piace molto, non sto scherzando.»

Quindi, lui sorrise senza aspettarsi che mi piacesse talmente tanto, «Allora prego.»

In camera mia di quella stessa sera, con le cuffiette infilate nelle orecchie, spulciai una serie di canzoni e non fui sorpresa che tutte mi piacessero. Una in particolare mi colpì nel profondo perché, non seppi come, definiva un po' la mia paura e timore di quando sarei ritornata a casa mia fra un mese.

Presi il mio cellulare, cercai la canzone sul display e la condivisi ad Elia.

"Città vuota – Mina."

Mi rotolai tra le coperte con la mano sotto al cuscino in attesa di una sua risposta.

"Vedi che se mi dedichi Mina c'è il rischio che possa innamorarmi di te."

Arrossii d'improvviso: le guance e la punta delle orecchie pizzicarono tutto d'un tratto.

"Come se tu già non lo fossi."

Potei sentirlo ridere.

"Sarei io Mister Convinzione?"

"Lo sarai sempre. Il mio è un dato di fatto."

"Ah sì? E lo dici tu?"

Mi morsi il labbro, "Sì, lo dico io. Ti si legge in faccia."

"Stai usando le mie carte contro di me?"

"Bingo. Buonanotte, Elia."

"Buonanotte, cerasì."

"

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