Capitolo 49: Senza di lei.. Pt.1

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IL GIORNO DOPO

Pov Chantal

Quella notte non riuscì a dormire molto ,continuavo a sentirmi persona senza Crystal .
Svegliarmi senza un suo messaggio mi sembrava strano , ormai ero abituata a passare qualche minuto a messaggiare con lei prima di alzarmi.
"Spero che questa giornata passi in fretta" pensai alzandomi dal letto.
Per non pensare a Crystal , avevo deciso di andare da mia nonna , lei abitava poco fuori Londra e lì non avrei rischiato di incontrare la mia amata in giro.
Se l'avessi incontrata avrei subito parlato forse avrei solo peggiorato la situazione.
Dopo una doccia veloce , andai alla stazione per prendere il treno e lì seduti su una panchina c'erano due ragazzi che si baciavano e tenevano per mano.
Mi sembrò di vedere per un'istante me e Crystal di nuovo felici.
"Non ci devo pensare" sospirai timbrando il biglietto per poi salire sul treno.
Non sapevo se stare lontane sarebbe servito a qualcosa , però provare non costava niente.
<Signorina, mi nostri il biglietto sennò sono costretto a farla scendere> disse il controllore che mi fece risvegliare dai miei pensieri.
"Iniziamo la giornata con una figuraccia" pensai imbarazzata. Dopo aver controllato il biglietto,l'uomo si allontanò .
"Se c'era Crystal avrebbe sicuramente ridacchiato" pensai facendo un piccolo sorriso.
Ad ogni ragazza mora con gli occhiali che mi passava accanto mi sembrava di rivederla , la sua mancanza ogni minuto che passava la sentivo sempre di più , avrei tanto voluto tornato indietro nel tempo e cancellare tutto ma non era possibile farlo.
Arrivata a destinazione, scesi dal treno e mi incamminai su una stradina che portava ad una zona di campagna.
Mia nonna si era trasferita li perché aveva sempre desiderato vivere in una fattoria.
"Speriamo che sia in casa" pensai bussando alla porta che nemmeno un secondo dopo che aperta.
<La mia nipotina adorata> disse abbracciandomi e io ricambiai. Sentivo proprio il bisogno di ricevere un abbraccio.
<Potevi dirmi che venivi, avrei dato una sistemata in giro> disse facendomi entrare.
La casa non era molto grande ma per lei e il nonno andava più che bene.
<Non capisco cosa devi sistemare dato che tutto è in ordine> ridacchiai togliendo le scarpe per mettere in paio di ciabatte che lei mi aveva passato.
<Non c'è niente di me a dare un po' d'ordine alla casa> borbottò leggermente.
Tolse da una poltrona una coperta in pile grigia in modo che potessi sedermi.
<Cosa ti porta qui?> Chiese mettendo un bollitore dell'acqua sul fornello. La passione per il thè non le era ancora passata , ne andava ancora matta e ne beveva in continuazione.
<Volevo vederti..> sospirai fissando il camino spento. Veniva acceso la sera solo quando faceva tanto freddo.
Nella mia mente apparve un immagine, un'immagine che raffigurava me e Crystal sedute davanti al fuoco , avvolte in una soffice coperta e a scambiarci qualche bacio o a sussurrarci cose dolci, il tutto cullare dallo scoppiettio della legna.
Immaginare certe cose senza di lei al mio fianco mi faceva stare male , non sopportavo quella lontananza , sarei voluta correre subito da lei a dirle che ero stata una stupida a trattarla in quel modo. Però dato che non rispondeva al telefono chi mi assicurava che mi avrebbe aperto la porta?
<Tesoro, lo vuoi o no il thè?> Chiese nonna. Forse me lo aveva chiesto più volte e io essendo distratta non l'avevo minimamente sentita.
<No, grazie> accennai un piccolo sorriso per non farle capire che dentro ero in mille pezzi.
Stavo cercando di distrarmi per non pensare a Crystal ma ogni volta che guardavo qualcosa rivedevo me e lei felici.
"Devo cercare di avere pazienza..sarà dura ma devo farcela, non voglio peggiorare la situazione" pensai voltandomi di scatto quando mio nonno entrò in casa con una piccola capretta in braccio che era avvolta in un asciugamano bianco leggermente insanguinato.
<Margaret , prendimi il kit delle medicazioni..la capretta si è fatta male di nuovo. Direi che il nome Crystal le calza a pennello , si fa male spesso perché è fragile come un cristallo> ridacchiò leggermente appoggiando la capretta ancora avvolta dall'asciugamano  sul divano.
<Come hai detto che si chiama?> Chiesi confusa.
Forse sentivo così tanto la mancanza della mia ragazza che avevo sentito il suo nome invece che quello della capretta.
<Crystal> rispose lui facendomi capire che avevo sentito bene.
Quel piccolo animaletto si chiamava proprio come la mia dolce metà.
"Ora pure la capretta mi ricorda Crystal" pensai sentendo l'aria mancare per qualche secondo.
Quella mancanza ogni minuto che passava faceva frantumare il mio cuore in molti più pezzi.
<Chantal, ti senti male?> Chiese nonna preoccupata che lasciò cadere a terra la cassetta delle medicazioni. Quella lontananza dalla mia amata mi stava facendo sentire male anche fisicamente.
<Mi manca...> Sussurrai con gli occhi velati dalle lacrime che stavo cercando di trattenere.
<Cosa? Cosa ti manca?> Percepivo bene la sua preoccupazione ma non potevo farci niente , lo sconforto stava prendendo il sopravvento.
<Crystal...> Riuscì a sussurrare prima di iniziare a singhiozzare.
<Guarda che la capretta sta bene..ha solo una piccola ferita> cercò di consolarmi il nonno non caos di che io non mi riferivo al suo animale, io stavo male perché mi mancava una persona.
<No, mi manca Crystal , la mia ragazza> riuscì a dire tra un singhiozzo e l'altro.
<Aspetta: hai una ragazza?> Non capivo se lo stesse chiedendo con gioia o con disgusto. Io onestamente però in quel momento non capivo più nulla.
"Vorrei solo che fosse un brutto sogno" pensai . quando non ebbi più lacrime da versare rimasi lì immobile sulla poltrona.
<Avete litigato?> Avendo notato la mia dispersione aveva già capito tutto.
<Purtroppo si..ora mi sento persa senza di lei , mi manca troppo> dissi con quel poco di voce che mi era rimasta.
<Non ti chiedo perché avete litigato sennò ti farei piangere di nuovo e io non voglio di certo vederti triste, ma se proprio senti la sua mancanza corri da lei. Verrai a trovare me e il nonno un'altra volta , ora pensa alla tua amata> sorride.
Quelle sue parole mi diedero coraggio.
Mi alzai dalla poltrona e dopo aver messo di nuovo le mie scarpe uscì dalla casa per correre alla stazione.
<Un biglietto per Londra> dissi sbrigativa alla donna dietro il vetro della biglietteria.
<Un per favore no? Voi giovani d'oggi non avete proprio l'educazione> sbuffò lei passandomi il biglietto solo dopo aver contato lentamente ogni singola moneta che le avevo dato.
"Ma va a quel paese" pensai correndo in fretta sul binario in cui doveva partire il treno che purtroppo era già andato via.
"È tutta colpa di quella della biglietteria" pensai sbuffando.
Dato che non c'erano panchine libere , fui costretta a sedermi a terra dove mi sporcai leggermente i pantaloni ma più di tanto onestamente non mi importava , volevo solo che il treno arrivasse in fretta.
"Spero che ne valga la pena" pensai ignorando le persone che mi fissavano sbuffare ripetutamente.

E se fossi..Where stories live. Discover now