Capitolo 48

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Erano le 23:00 passate, e di Mattheo non c'era traccia.

Sono ore che l'ho sto cercando, e apparte che non l'ho sto trovando, penso di essermi pure persa.
Mannaggia a te Mattheo.

Intorno a me non ci sono altro che alberi, e animali.
Pensate che stavo per essere morsa da un serpente, ho dovuto correre tantissimo per seminarlo.
Tutto questo, con la speranza di trovare Mattheo.

Giuro che quando lo trovo, gli faccio vedere io.

Sbuffai, quando mi trovai totalmente a caso in un fiume.
Mi sedetti su uno scoglio con le gambe penzolanti, aspettando che il miracolo faccia il suo dovere, cioé quello di far tornare Mattheo.

Osservai il fiume, e non potei fare a meno di notare una luce blu sul fondale che l'ho illuminava.

Era molto ma molto bello, però si vedeva che era pericoloso, a causa della corrente.
Ma in qualche modo, quella lucina mi attraee, e non ne so il motivo.

Mi passai una mano sulla faccia, insultandomi mentalmente.
La stanchezza fa brutti scherzi.

Sentii, dopo un'infinità di tempo, un rumore dietro alle mie spalle.

Mi girai di scatto, e vidi una figura molto ma molto alta, per essere Mattheo o Tom.

Era davvero troppo alta, e portava una specie di cappuccio.

Il mio instinto, mi dice di farmi gli affari miei, ma la mia curiosità, urla di andare a dare un'occhiata.

Ovviamente, secondo voi, a chi ho dato ascolto?? Alla mia curiosità, che alle volte può farmi scoprire cose belle, tanto quante pericolose.

Facendo attenzione, mi alzai dallo scoglio mettendo piede sull'erbetta che era presente sul terreno secco.

Iniziai a inseguire cercando di non far rumore la figura.
La seguii per un tempo indefinito, e quando si fermò all'improvviso, mi nascosi di scatto dietro ad un albero.

Mi sporsi di poco, e quello che vidi mi fece per poco rigettare quello che ho mangiato sta mattina.

La figura stava, letteralmente, spappolando un corpo umano, mangiandone i resti.

Iniziai a respirare male, vedendo quello schifo.

Stavo per andarmene, ma una voce mi fermò.

<<Non cosí in fretta, mocciosa>> mi girai verso la figura, e vidi che era in piedi con la bacchetta puntata su di me.

Ovviamente, una cretina come me poteva portarsi con se la bacchetta? No.
Quindi mi limitai ad alzare le mani in aria.

<<Chi ti manda?>> avanzò verso di me.

Indietreggiai di poco <<N-nessuno, ero qui solo di passaggio>> dissi la verità, e poi chi mai mi direbbe di andare ad inseguire un mangiatore di persone?

Neanche a fare in tempo di sbattere le palpebre, che la figura mi afferrò violentemente dal collo, sbattendomi al muro.

Adesso che lo guardo meglio, la "persona" davanti a me, indossava una maschera, e potevo intravedere i suoi occhi azzurri come il mare d'estate.

Con la bacchetta, avanzò verso il centro dei miei seni, per poi arrivare al mio inguine.

Mi alzò la maglietta, tracciando la bacchetta anche sulla mia pancia.

Capendo le sue intenzioni, iniziai a dimenarmi ma da lui ottenni solo un pugno dritto sul mio occhio, riprendendo a fare quello che aveva iniziato, con la mano però.

Iniziai a piangere, presa dal panico <<Lasciami! T-ti prego>> aumentò la presa sul mio collo <<Sta zitta Puttana>> iniziò a strofinare la mano sul mio inguine, e non potei fare a meno di piangere, sperando che Mattheo si faccia vivo.

E come se la mia preghiera fosse stata ascoltata, davanti a me non c'era piú quella figura, e aprendi gli occhi di scatto non potei fare a meno di vedere Mattheo stesso, sopra la figura prendendola a pugni.

Grazie a Dio.

Mi accasciai a terra stringendomi le gambe al petto continuando a singhiozzare.

<<Figlio di puttana>> disse, prima di alzarsi e puntandoli contro la bacchetta, pronunciando quelle parole.

Mattheo si girò verso di me di scatto, e quando mi vide piangente a terra corse verso di me.

Si inginocchiò, accarezzando il mio viso.

<<andiamo a casa ok?>> annuii, senza proferire parola.

Mi prese in braccio, ma iniziai a dimenarmi dalla sua presa.
Sono incazzata con lui, perché se non si fosse allontanato da casa non sarebbe successo nulla.

Ma tu sei andata a cercarlo, e colpa tua.

Lo so, e per una volta mi sarei dovuta fare i cazzi miei.

<<Nicole, che ti prende?>> mi chiese confuso.

Non gli risposi, ma mi limitai solo a camminare, ma neanche a fare due passi, che mi sentii afferrare fortemente il polso.

Mi girai verso di lui, fulminandolo con lo sguardo <<Che vuoi!?>> chiesi incazzata.

<<si può sapere cosa ti prende?>> chiese, cercando di mantenere la calma.

<<Cos'ho?>> chiesi retorica, e lo vidi annuire.

Mi staccai dalla sua presa puntandogli contro un dito <<Se tu non ti fossi allontanato da casa, tutto questo non sarebbe successo>> parlai senza pensare

Alzò le sopracciglia <<mi stai dando la colpa?>> fece un passo verso di me <<sei tu quella che é venuta a cercarmi, nessuno ti ha detto di farlo, quindi assumiti le tue responsabilità senza incolpare chi magari non ne ha, e per la cronaca ti ho salvata di nuovo>> Lo disse con un tono scocciato.

Lo so che in parte é colpa mia, ma mi sono preoccupata per lui.
Perché mi deve trattare cosí? Si ok, ho sbagliato ad "incolparlo" però non era mia intenzione.

Sospirai, riprendendo a camminare, e poco dopo sentii che anche lui fece lo stesso.

____

Entrai di scatto nella camera degli ospiti, e presa dalla rabbia tirai un violento calcio al mobile accanto a me, facendo cadere tutto.

É sempre colpa mia, su tutto.
Sempre.

<<Ehi ehi, che succede?>> sentii la voce di Tom, arrivarmi calma e preoccupata alle mie orecchie.

<< é arrabbiato con me...lui, mi ha salvata di nuovo, e io piuttosto che ringraziarlo lo accusato..>> mi si incrinò la voce.

Mi mise le mani sulla spalle, accompagnandomi a sedere sul letto cercando di calmarmi.

<<Sta tranquilla, si sistemerà tutto>> scossi la testa.

<<voglio andare a casa Tom...mi manca casa mia>> lo abbracciai.

<<Farò in modo che tu ci ritorna Nicole, te lo prometto>> mi accarezzò i capelli.

Poco dopo che mi ero calmata, parlammo per molto e Tom percependo la mia stanchezza mi disse di andarmi a fare una doccia e di inflarmi direttamente a letto.

Seguii il suo consiglio, e non sapendo come sfogarmi a pieno, mi sfogai in doccia. Piangendo.

Le mie lacrime, scivolarono facilmente via, insieme all'acqua.

Vorrei che i miei problemi scivolassero via dal mio corpo, in questo modo.

Dopo tanti minuti passati a sfogarmi, mi lavai i capelli, per poi passare al corpo.
Finita la doccia, mi infilai nell'accappatoio, guardandomi allo specchio.

Non potei fare a meno di notare i miei occhi rossi e gonfi, dal pianto avvenuto prima.
Sono patetica.

Lo sei.

Sbuffai, andando in camera a vestirmi non vedendo l'ora di andare a dormire, e di lasciarmi alle spalle questa giornataccia.


My heart is yours || Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora