kiss me forever - finché non mi rompi, finché non mi vuoi

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angela's pov
la puntata è finalmente finita, e mi sento come se potessi respirare di nuovo.
sono salva, almeno per questa settimana.
sono stanca morta, vorrei solo dormire. tuttavia, non riesco a godermi appieno questa piccola vittoria.
la notizia dell'uscita di nicholas mi ha colpita profondamente.
eravamo molto amici e la sua presenza mi dava un senso di stabilità.
giovanni e marisol sono in possibile eliminazione.
non ho mai avuto un rapporto strettissimo con nessuno dei due, ma dopo questi ultimi giorni sento un po' piu di affetto nei confronti della ragazza.
vederla così vulnerabile, con le lacrime che le rigano il viso, mi spezza il cuore. è abbracciata stretta a petit che cerca di confortarla.
poi noto sarah che si avvicina a marisol.
anche lei sembra tesa e ansiosa, il che non mi sorprende.
sarah e marisol sono migliori amiche, quindi comprendo pienamente.

mi dispiace non poter andare a rincuorare sarah in questo momento. vorrei essere lì per lei, darle un abbraccio e dirle che tutto andrà bene. ma c'è qualcosa che mi frena.
la paura che mi possa rispondere male, che possa allontanarmi con un commento freddo o indifferente.
da quando abbiamo avuto quel malinteso, mi sono sentita incerta su come avvicinarmi a lei.
la sua reazione durante le prove è stata così distante e tagliente che non riesco a superare quella sensazione di essere respinta.
rimango quindi a distanza, osservando la scena da lontano, incapace di fare un passo avanti.
dentro di me, una parte spera che sarah capisca quanto mi importa di lei, anche senza parole. ma un'altra parte, più razionale, sa che dovrò trovare il momento giusto per parlare con lei, chiarire tutto e, spero, risolvere le cose.
qualsiasi sia l'esito dell'eliminazione, andrò da lei.
se dovrò starle accanto per l'uscita di marisol lo farò e poi però, dovremo parlare.

ci sediamo sulla scalinata nel solito silenzio che mette quasi i brividi.
sta casa di certo non si può definire una calma, quindi fa sempre strano.
ho parlato con giovanni ed è abbastanza sicuro che sarà lui ad uscire.
non gliel'ho detto, ma anche io la penso così.
lui è bravissimo, ma marisol sono abbastanza sicura che arriverà in finale.
maria come sempre non fa molti giri di parole e ci fa sapere chr ad uscire è proprio giovanni.
mi alzo subito per dargli un abbraccio.
gli dico che mi mancherà ma lui ovviamente ci dice che tanto non rimaremo anche noi qua per molto.
ridacchio ma in qualche modo mi rassicura.
può sembrare strano, specialmente arrivati a questo punto, ma inizio a stancarmi di stare qui dentro.
vero, bellissimo inseguire il proprio sogno, ma non vedere anche semplicemente del verde mi inizia a destabilizzare.
vorrei portate sarah a degli appuntamenti vedi, poterle dimostrare il mio affetto nei miglior modi possibili.
non sono bravissima a parole, perciò i gesti sono tutto per me.

si, avevo detto che avrei parlato subito con sarah.
era la mia intenzione fin dall'inizio, ma vederla così felice con la sua amica mi ha fatto riflettere.
forse prima di affrontare qualsiasi discussione, ha bisogno di rilassarsi un po' e calmare i nervi.
non voglio interrompere il suo momento di tranquillità.
guardo l'orologio nel salotto, le lancette segnano le 23:30. sta diventando tardi, e so che fra poco sarah andrà a dormire.
non posso lasciarmi sfuggire questa opportunità.
domani, è probabile che tutto il coraggio che sto raccogliendo ora svanirà come un soffio di vento.

mi avvicino alla porta della sua camera e busso una volta. nessuna risposta. busso di nuovo, questa volta più forte, sentendo la musica provenire dall'interno.
al terzo tentativo, la porta si apre, rivelando sofia che mi scruta dall'alto al basso.
marisol, seduta sul letto, fa cenno a sofia di lasciarmi entrare.
attraverso la soglia, il cuore che batte forte nel petto.
sarah è di spalle, rivolta verso lo specchio.
sta finendo di truccarsi. non appena sente la porta chiudersi e la musica smettere, si volta verso di me.
la bocca leggermente spalancata, uno sguardo indecifrabile sul volto e un dischetto di cotone in mano. sembra sorpresa di vedermi qui.
"sarah, senti... sono stanca di questa situazione"
inizio, la voce tremante, cercando di trovare il giusto modo per esprimere quello che sento.
"anche io"
risponde immediatamente, senza cambiare espressione.
sussulto leggermente alla sua risposta affrettata, ma al contempo sento un peso sollevarsi dal petto.
forse c'è ancora speranza, anche se forse è pronta a lasciarmi.
"emh, allora... vieni con me?"
chiedo, cercando di non incrociare il suo sguardo per paura di ciò che potrei vedere.
sarah annuisce rapidamente e si alza senza esitazione.

mi guida fuori dalla stanza, attraverso il corridoio, e poi fuori verso il giardino posteriore.
la seguo, osservando i suoi movimenti decisi.
solo ora noto il vestito che indossa: un abito nero con brillantini che le avevo già visto indossare in passato.
le sta d'incanto, come sempre.
sembra essersi preparata per qualcosa, e questo mi incuriosisce e confonde.
mi giro un attimo verso sofia e marisol, che rimangono nella stanza.
anche loro sembrano diverse, vestite e truccate in modo curato.
c'è qualcosa nell'aria, una vibrazione che non riesco a identificare.
certo, loro fanno spesso queste cose durante le loro serate fra ragazze, ma di solito non dopo una registrazione ecco.
bah, cose loro.
sarah apre la porta del giardino con un gesto brusco, molto diverso dal suo solito modo di fare.
non si dirige verso il solito posto per sedersi, come farebbe normalmente. invece, mi fa cenno di accomodarmi su una delle panchine.
è chiaro che anche lei ha molte cose da dire, e sento un nodo formarsi nello stomaco.
mi siedo, cercando di mantenere un'aria calma e raccolta, anche se dentro mi sento morire.

lei, invece, inizia a camminare avanti e indietro, come se stesse cercando di raccogliere i pensieri.
anche la sua agitazione è palpabile, e la vista del suo inusuale comportamento mi fa temere il peggio.
vederla così mi fa capire che c'è qualcosa di serio che deve dirmi.
oh no, non promette nulla di buono...
il cuore mi batte forte nel petto, e cerco di prepararmi mentalmente a qualsiasi cosa stia per venire.