Capitolo 1

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Intorno a me c'è nebbia e sono quasi le 3:00 del mattino..

Sono appoggiato al cofano della mia macchina mentre mi accendo l'ennesima sigaretta e aspetto che il mio contatto per la roba si faccia vivo.

Il freddo si insinua perfino dentro la mia giacca in pelle nera..
Mi guardò attorno attentamente e nervoso mentre aspiro la mia sigaretta.

Cazzo ma quando arriva?

Scuoto la testa infastidito e penso che fortunatamente tra poche ore me ne andrò via da qui.

Devo solo fare l'ultimo scambio e poi con i soldi che mi faccio, sono sicuro che riesco a vivere il giusto tempo prestabilito a Miami.
Anche se ci vado per lavoro e perché sennò me la passo male, ne sono sollevato in parte.
È da troppo tempo che sono nel west little river..

"Ehi amico.. scusami il ritardo." Disse Daniel, uno dei soliti debitori..  avanzò verso di me e mi strinse la mano.

Io rimasi in silenzio ed annuì.

"Comunque tieni, questi sono 500 $ ora siamo apposto no?" Mi domandò sicuro e guardandomi negli occhi.

Io sorrisi e buttando a terra la sigaretta ormai finita, contai attentamente i bigliettoni.

"Sbaglio o è da due giorni che mi devi i soldi?" Gli ricordai sollevando lo sguardo dai soldi tra le mani e guardandolo ora seriamente.

Odiavo quando la gente ritardava i pagamenti della droga.

"Lo so amico, ma ora te li ho portati prima non riuscivo." Disse con una nota di preoccupazione nella voce.

"Lo sai che non va bene, perché non sono più 500, ma diventano 800$ " gli ricordai severamente e abbozzando un sorrisetto.

"Amico ma io ho solo questi.." iniziò a dire lui andando in panico.

La gente che voleva fare affari con me sapeva bene che doveva avere paura, non per niente lavoravo per uno dei più vili criminali che vi era in America. Avevo libertà di muovermi e andare dove volevo, basta che rispettavo le consegne e gli incarichi che non consistevano solo nel spacciare...

"Va male amico sai? Perché ora dovrai lavorare per me se vuoi saldare il tuo debito e non rischiare che gli altri si chiedano dove sei finito.. capisci?" Gli spiegai appoggiando una mano sulla sua spalla sicuro.

Lui annuì arreso e con paura "bene.. siccome sono buono non mi devi più soldi e sei libero, ma se ho bisogno tu mi devi un favore hai capito? E sappi che so trovarti in qualunque modo." Gli spiegai tranquillamente, mentre lo vedevo rilassarsi di più..

Lui annuì e mi ringrazio prima di congedarsi e andarsene.

Poche volte facevo "favori" come questo alle persone con cui avevo a che fare, possiamo anche dire raramente.

Mi staccai dal cofano e aprendo la portiera salì in macchina.
Misi i soldi dentro il cruscotto dove vi erano gli altri e misi in moto la macchina, accedendo il riscaldamento pronto a guidare fino a Miami.

******
"Buongiorno tesoro.." mi salutò mio padre da dietro il suo giornale del mattino, appena mi accomodai a tavola per la colazione.

"Giorno papà.. mamma dove è?" Domandai mentre presi una fetta biscottata e la ricoprì con il coltello di Nutella.

"La mamma è dovuta uscire prima perché deve fare una teleconferenza con alcuni rappresentati tedeschi." Rispose abbassando il giornale e guardandomi tranquillamente.

Annuì ormai abituata al fatto che uno dei miei genitori uscisse prima o arrivasse in ritardo a causa del lavoro..

"Oggi per te è una giornata abbastanza importante se non sbaglio.." disse mio padre, riferendosi ad alcuni test che ho e al fatto che parlerò alla mia scuola per il discorso sul ballo studentesco.

Sono una delle persone più popolare alla St. Brendan High School. Non so neanche il perché, non ho mai fatto niente di così speciale a parte essere figlia di una delle famiglie più importanti di Miami o che il mio ragazzo è il capitano della squadra di basket.

"Si lo so. Io ora vado a prepararmi, che sennò faccio tardi. Sta mattina stai a casa dallo studio?" Gli domandai alzandomi e bevendo un sorso di spremuta prima di appoggiare il bicchiere di vetro sul tavolo.

"Certo che vado a lavoro, sennò chi rappresenterà chiunque commetta o non commetta reati o qualunque cosa esso faccia?" Mi domandò sorridendo e alzando gli occhi al cielo.

"Giusto! Se sta mattina metto sotto qualcuno con la macchina perché sono in ritardo, sono sollevata, perché almeno so di avere un padre avvocato." Dissi mettendomi una mano sul petto fingendomi felice e sollevata.

"Ovvio.." rispose lui tranquillamente guardando il giornale, mentre io mi incamminavo verso le scale, e salire verso camera mia.

Entrai in camera mia e andai in bagno.
Aprì il primo cassetto mentre mi guardavo malamente allo specchio.

Sembravo uno zombie..

Mi pettinai i lunghi capelli castano chiaro e con qualche ciocca sfumata in un biondo naturale..

Quando i miei capelli diventarono lunghe onde domate ricadenti dolcemente lungo la schiena, mi lavai i denti e dopo il viso.

Mi truccai leggermente, mettendo del mascara sulle ciglia e un po' di blush sulle guance abbronzate.

La mia carnagione di pelle era tendente al caffellatte, amavo prendere il sole caldo di Miami.. adoravo dove vivevo e mai me ne sarei andata da questo paradiso.

Uscì dal bagno e andando verso l'armadio presi un paio di jeans azzurro chiaro stretti e misi una maglietta aderente color rosa antico.
Infilai un paio di all stars nere basse.

Presi la maxi bag nera di Micheal korns ed uscì da camera.

Scesi le scale velocemente e andai verso i garage.
Aprì il primo garage e salì sulla mia macchina.
Un audi R8 spyder nera.

Appoggiai la borsa nel seggiolino affianco ed uscì dal garage e dalla mia proprietà.
Guidai prudentemente verso scuola e quando vi arrivai parcheggiai attentamente nel parcheggio della scuola.

Quando spensi il motore non feci neanche in tempo a prendere la borsa che alla mia portiera ci fu Bryan a darmi il buongiorno.

"Buongiorno raggio di sole.." mi salutò con i suoi occhi azzurri cristallino mentre io sorridevo felice e lo guardavo con i miei color verde scuro.

"Buongiorno a te amore" ricambiai stampandogli un bacio sulle labbra.
Poco dopo si tirò su dalla sua posizione appoggiata sulla portiera e me la aprì per farmi passare e scendere.

Chiusi la macchina e prendendogli la mano, sempre sotto gli sguardi o delle matricole o degli altri camminammo verso scuola.

Arrivati ai sotto i portici, Kelly la mia migliore amica, mi venne incontro e dandomi un bacio sulla guancia mi salutò e mi chiese  "sta sera ci sei vero alla festa di Roger Johnson? "

Guardai Bryan e lui sorrise annuendo " si ci siamo" risposi contenta.

Kelly alzò gli occhi al cielo fingendosi nauseata " se non fosse che siete i miei migliori amici da quando abbiamo i pannolini e i nostri genitori si reputano l'uno e l'altro inseparabili, potrei prendere in considerazione l'idea di abbandonarvi.." disse lei da finta inorridita.

"Ehi che colpo basso.." risposi spingendola lievemente e guadagnandomi le sghignazzate di Bryan e kelly.

"Dai su andiamo che facciamo in ritardo sennò .." disse Kelly mettendosi affianco a me e camminando insieme verso scuola.

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