Capitolo 40

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"Quindi sei al penultimo anno di scuola.. mi ha detto tua madre che sei rappresentante del comitato studenti e di istituto, davvero notevole." Disse il collega di mia madre in modo gentile e da vero poco interessato.

"Si.. " affermai alla sua dichiarazione.
Finì di mangiare quello che avevo nel piatto, guardando entrambi e anche sospettosa.

Mia madre era troppo sorridente e sinceramente era strano, dato che da quando aveva divorziato era abbastanza musona e autoritaria.

"Bene, deve essere fantastico come crediti e per il tuo fascicolo scolastico. Immagino che avrai l'imbarazzo della scelta per i college in cui poter far domanda.." continuò lui sicuro e accennando un sorriso.

"Può darsi.." risposi con insicurezza. Ancora non sapevo bene che college scegliere o se mi avrebbero davvero accettata..

"Si, Christine fa la modesta, ma in realtà con molta probabilità dovrà scegliere tra Yale o Hardvard, proprio come era successo a suo padre, non è così?" Mi richiamò mia madre pavoneggiandosi.

Annuì per non iniziare stupide questioni e dopo aver finito di parlare sul mio futuro, arrivò il dolce, e come arrivò il dolce arrivò anche la bomba .

"Io e Murphy ci tenevamo a fare questa cena per dirti che se anche per te sarà un po' improvviso e molto probabilmente anche perché non ti ho avvertito, ci tenevo già fin subito a scusarmi. Volevo comunicarti che Murphy e io abbiamo una relazione e ci tenevo fare questa cena per avvisarti e informati che lo vedrai spesso. " disse lei sorridente e tenendo la mano al suo nuovo compagno.

Mi venne  l'amaro in bocca dopo quella notizia, rimasi in silenzio a fissare sia lei che Murphy.

Pensavo a papà in quel momento e alla velocità improvvisa con cui mamma lo avesse rimpiazzato e sopratutto con un suo collega.

Se fino adesso avevo incolpato mio padre del fatto che mettesse al primo posto la sua carriera d'avvocato e fosse pure scappato, lasciandoci qua sole a me e la mamma, con la fretta di andare a New York..

"Di qualcosa tesoro.. " mi incoraggiò mia madre quasi come un rimprovero.

"Da quanto state insieme?" Domandai con voce piatta e fredda, stupendo anche me stessa.

Lei mi guardò presa in contropiede e guardando Murphy lui le annuì, come se guardandosi capissero dovevo volevo parare.

"Da qualche mese. Io lo amo e vorrei che tu rispettassi il nostro amore, non dico che sei costretto ad accettarlo o fare i salti di gioia, lo capisco però non voglio che iniziamo questo nuovo percorso col piede di battaglia." Parlò nuovamente mia madre con la sua solita tranquillità compostezza mentre mi parlava.

Mi sentì pervadere da una delusione e una tristezza scoraggiante.
Era lei il motivo del divorzio anche se ci avevano tanto girato attorno, ora ne aveva le prove.
Neanche un mese e mezzo fa si erano separati e ora sganciava la notizia come se nulla fosse, come se io potessi passarci sopra come se niente mi scalfisse.

"Sono contenta per voi. Ora vado a prepararmi che devo uscire. Ciao." Dissi alzandomi da tavola senza degnarli di uno sguardo.

"Scusala.. deve metabolizzare la notizia, ma vedrai che si adatterà." La sentì dire appena me ne uscì da lì.

Salì le scale di corsa e appena fui in camera mi chiusi la porta alle mie spalle e afferrai il telefono sul comodino.

Avevo dei messaggi da parte di kelly che mi chiedeva se avevo voglia di uscire e una chiamata persa di Tyler.

Non risposi a kelly e non richiamai nemmeno Tyler. Andai nella rubrica e cercai l'unico numero che in quel momento mi interessava veramente.

Erano le 21:20 e non mi importava se lui molto probabilmente era ancora in ufficio a lavorare..

Selezionai il numero che automaticamente fece partire la chiamata.

Dopo vari squilli sentì la sua voce che sembrava preoccupata..

"Tesoro.. tutto bene?" Rispose con voce preoccupata e confusa.

"Si papà.. te come stai?" Gli domandai esitante e con un nodo in gola. Non volevo piangere e dirgli che forse avevo capito il motivo del loro divorzio.
E che ero stata stupida io che fino adesso avevo ignorato tutto come se non dovesse essere affar mio o non centrassi nulla.

"Bene, sei sicura che sia tutto apposto? Avevi bisogno?" Mi domando nuovamente insicuro.

" si papà qua a Miami va tutto bene.. volevo sentirti era da qualche giorno che non ti chiamavo." Gli spiegai un po' rammaricata.

"Lo so.. avevo provato anche a chiamarti a casa ma Carmen mi diceva sempre che eri via. A proposito con la scuola come va? " domandò curiosamente sospettoso.

"A scuola tutto bene, sto preparando il ballo di fine anno e la mia media è sempre la stessa fortunatamente. " gli spiegai mentre mangiucchiavo una pellicina di una unghia.

"Ne sono contento chris..  sai forse non te l'ho mai detto abbastanza ma sono orgoglioso di te, lo sai vero? E vorrei che presto tu venissi a trovarmi, appena finita la scuola magari così da non rimanere indietro con gli studi. Potresti stare nella casa nuova che ho comprato, tutto il tempo che vuoi, la sto ancora ristrutturando ma sono sicuro che a te piacerà.." disse lui con trasporto e con voce quasi emozionata.

Sorrisi mentre gli occhi si inondarono di felicità e di sensi di colpa.
Davvero pensavo che fosse tutta colpa di mio padre e del suo maledetto lavoro?

"Va bene papà, appena finisco scuola vengo lì da te a New York. Mi manchi tanto anche tu.. e non ho dubbi che mi piacerà la nuova casa." Gli dissi sicura e cercando di nascondere la voce incrinata.

"Lo spero proprio.. ora devo andare perché sto tornando a casa e sto guidando, ci sentiamo presto e fai la brava. " si raccomandò lui con serenità.

"Si papà, farò la brava, ti voglio bene ci sentiamo presto.." gli dissi poco prima che mi riattaccasse.

Presi un fazzoletto dalla scatolina di cartone che li conteneva, asciugandomi poco dopo le lacrime sfuggite e soffiandomi poco dopo il naso.

Guardai l'orario ed erano quasi le 22:00 di sera.
Non avevo voglia di stare in casa, mi veniva solo più dispiacere e nervoso.

Andai verso l'armadio e togliendomi i vestiti che avevo indosso, infilai un paio dì leggings grigi e una maglietta bianca di Moschino larga e lunga a maniche corte, presi una felpa nera con la cerniera e infilandomi i calzini bianchi infilai anche subito dopo le vans alte nere.

Strinsi i capelli nella coda facendola diventare più alta.

Presi il telefono e la borsa, scesi le scale e andai verso il garage.

****
Pov's Tyler
Stranamente chris non mi rispondeva..
non pensavo se la prendesse così tanto per oggi.
Kelly e josh erano insieme e di sicuro chris non era con loro.

Stavo svoltando nel quartiere residenziale in cui abitava, quando non vidi la sua macchina superare la mia mentre lei guidava.

Di sicuro non si era accorta di me al contrario di me. Riconoscevo la sua macchina, ma sopratutto riconoscevo quegli occhi e quel viso, nonostante i vetri leggermente oscurati.

Feci in versione e la seguì con la mia macchina.

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