Capitolo 20

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Pov's Tyler
Camminai verso la macchina ma prima di aprire la portiera mi fermai un istante e mi voltai per vedere che lei fosse salita in macchina.

Quando vidi che in mezzo al parcheggio vi erano delle persone che circondavano non so cosa dove prima c'era chris mi confuse.

Corrugai la fronte e mi incamminai alla svelta verso di lì.

La sua macchina vi era ancora e quando arrivai a quel punto vidi lei coricata a terra senza sensi.

Cazzo..

"Levati.. fatemi passare." Dissi senza esitare con autorità.

Mi inchinai verso di lei e prendendole il viso cercai di scuoterla leggermente per svegliarla.

Mentre cercavo di farle prendere i sensi la pioggia diminuiva sempre di più fino a piovigginare.

Riuscì a vedere meglio il suo viso pallido nonostante la carnagione abbronzata.
Le sue ciglia lunghe a ventaglio coprivano di poco le occhiaie sotto gli occhi.

"Chris aprì gli occhi.." le dissi preoccupato.

Ma che diavolo le era successo, in quei pochi secondi che le davo le spalle cazzo.

Lentamente le sue palpebre si aprirono e i suoi occhi da cerbiatta di un verde scuro brillante, si guardarono attorno poco prima di ricadere nei miei.

Sembrava come se mi stesse leggendo dentro e come se sentissi il suo dolore in quel momento.

Quando la gente capì che stava bene iniziò ad andarsene e a riprendere le loro cose.

La sollevai tra le braccia a mo di sposa e andai verso la sua macchina.

"Dove mi stai portando?" Domandò lei con voce flebile.

"Ti porto a casa, non hai una buona cera e il fatto che tu sia anche svenuta ne è anche la conferma. Dammi le chiavi della macchina." Le dissi seriamente ma con gentilezza.

Lei corrugò la fronte e appoggiando una sua mano sul mio petto disse " no non torno a casa. C'è la faccio anche da sola.. posso andare via da qui tranquillamente, ora puoi anche mettermi giù."

Perché doveva fare la testarda? Non sopportavo quando si comportava così, era una ragazzina non c'era nient'altro da dire.

La misi giù e la spinsi delicatamente con la schiena contro la sua macchina.

La guardai seriamente e sapendo che ormai avevo esaurito la pazienza per questa giornata le dissi " ora mi ascolti bene. Se non vuoi tornare a casa va bene, ma ti accompagno io.
Stai di merda quindi dammi le chiavi che guido io. Non voglio avere ragazzine testarde sulla coscienza se fai qualche incidente."

Lei mi guardava con labbra socchiuse ed espressione smarrita.
Forse mi ero avvicinato un po' troppo perché potevo sentire i nostri respiri caldi.

Lei annuì rimanendo in silenzio ed io soddisfatto, mi allontanai leggermente da lei per lasciarle un po' di spazio.

La vidi riprendersi poco dopo e rovistare nella grande borsa.

Tirò fuori le chiavi della macchina e mentre me le passò, io le aprì la portiera per farla entrare in macchina.

Lei segui i miei gesti e salì in macchina in silenzio.

Feci il giro e salì pure io.
Misi in moto e finalmente uscì da quel parcheggio.

"Come farsi con la tua macchina?" Domandò spezzando il silenzio nell'abitacolo, mentre guidavo la sua stupenda auto.

Burning LoveWhere stories live. Discover now