Capitolo 43

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Pov's chris
Questa mattina andai a scuola da sola con la mia macchina, Tyler non riusciva ad accompagnarmi, ero tranquilla perché tanto ci saremmo visti questo pomeriggio a casa sua.

Nonostante la serata di merda che avevo passato mi ero svegliata di buon umore.

Sta mattina fortunatamente ero riuscita a far colazione senza mia mamma, di sicuro era uscita prima per andare a lavorare.

Uscì dalla macchina e la bloccai.
Camminai verso scuola e poco dopo kelly si mise a braccetto con me.

"Buongiorno eh" mi disse lei guardandomi attentamente.

" buongiorno.. stai bene?" Le domandai accennando un sorriso, mentre camminavamo verso l'entrata.

Lei annuì e la vidi esitare prima di parlarmi, "per caso c'è l'hai con me?" Mi domandò lei con espressione preoccupata.

Mi fermai e per guardarla meglio e scuotendo la testa dissi " perché dovrei avercela con te kelly?"

Lei sospirò sollevata e sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio sollevò le spalle " è che ieri non mi hai risposto ai messaggi e poi ultimamente sei strana ecco.. sembra che vivi nel tuo mondo" disse lei chiaramente in imbarazzo.

Sbuffai e roteai gli occhi al cielo " kelly mi sono scordata di risponderti ieri scusa.. ma non c'è l'ho con te e si in questo periodo sono nel mio mondo perché ho un po' di problemi e non è voglio parlare.." le dissi stancamente e gentilmente.

Lei annuì e sempre con il braccio intorno al mio riprendemmo a camminare.

"Guardala è lei.." sentì dire da una ragazza indicandomi alla sua amica che annuiva sempre guardandomi.

Mi voltai verso kelly che anche lei non capiva.

Eravamo nel corridoio della scuola e tutti mi guardavano e bisbigliavano.

Ma che cazzo stava succedendo?

Arrivai alla fine del corridoio e davanti al mio armadietto vi trovai della gente davanti.
Un Dylan un ragazzo che in squadra con Bryan mi guardò da testa a piedi, come se avessi qualcosa che non andava.

Si spostarono dal mio armadietto e vi era una scritta in rosso sembrava vernice, la guardai con rabbia e vergogna mentre sentì kelly trasalire.

"Puttana" lessi.. mi voltai e vidi tutti che mi fissarono.

Alcuni che ridevano altri che scuotevano la testa, sembrava un incubo.

La campanella era già suonata da qualche minuto e quando intervennero qualche prof per ristabilire l'ordine nei corridoi fu lì che capì con gli occhi lucidi.

Era lui il bastardo che aveva scritto questo sul mio armadietto.

Lo vidi infondo al corridoio che mi fece un cenno con la testa è un sorrisetto del cazzo, Bryan.

"Che brutto stronzo.." disse kelly guardando nella mia stessa direzione.

Mi voltai verso di lei e le risposi "è morto kelly. È davvero morto per me."

Lei mi guardò preoccupata e quando mi sentì richiamare da una voce fin troppo famigliare che mi preoccupò più di tutto sospirai.

Burning LoveWhere stories live. Discover now