CAPITOLO 6

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Con gli occhiali da sole calati sul viso e l'espressione più incazzata del mondo, Amos guidò silenziosamente verso casa di Corey. Era al limitare del bosco, un ottimo punto da cui muoversi con i vari gruppi di pattuglie.

Quella giornata era partita talmente male che terminarla con una ronda era il più merdoso dei modi per chiuderla in bellezza.

La morte di Harry lo aveva messo di malumore tutto il giorno, gli aveva lasciato la testa lì, ancora fissa di fronte a quelle foto. A causa della sua disattenzione si era ferito e forse, unica cosa buona della giornata, era finito in ospedale.

Il ricordo di Marlene lo fece rabbrividire.

In quel momento avrebbe preferito mille volte trovarsi tra le sue gambe che lì.

Quella femmina gli aveva lobotomizzato il cervello, era tutto il giorno che non pensava ad altro che a lei. Dannazione, non era da lui.

Secondo i suoi canoni di sopportazione, la giornata poteva ritenersi conclusa così. E invece no, la visita di Nebbie gli aveva dato il colpo finale.

Non voleva nemmeno pensare all'ipotesi che il bambino fosse il suo. Non solo non si sentiva pronto ma con ogni probabilità sarebbe stato un pessimo padre. Come suo padre d'altronde.

«Ehi, amico... è là che devi girare.» Logan gli segnò una piccola via a senso unico e Amos dovette sterzare all'ultimo momento per non dover fare il giro lungo.

A giudicarsi dalle innumerevoli auto parcheggiate nel viale, molti del branco erano già arrivati. Il Pasura parcheggiò e scendendo seguì silenziosamente Logan verso il portico della casa di Corey.

Anche questa volta, non ci fu bisogno di bussare. I mannari avevano un udito talmente sopraffino che con tutte le probabilità li avevano già sentiti quando avevano imboccato l'inizio della via. Glenn gli aprì la porta con già due birre a portata di mano e nessuno dei due mannari rifiutò l'invito a scolarla. «Ben arrivato White, aspettavamo te per iniziare.»

Amos stappò la birra assaporandosi il primo sorso. «Il mio solito culo.»

L'altro Pasura sorrise. Lo trovava divertente per quanto fosse un tipo ostile e minaccioso. «Corey è in salotto.»

Glenn non dava l'idea di Pasura di un branco di pardi. Aveva l'aria gentile e non sapeva imporsi a dovere. Amos ancora non riusciva a capire per quale motivo Damian lo avesse scelto come sua guardia, non aveva carattere e più di una volta aveva messo in condizione lui e Corey di intervenire per dargli manforte.

Un palle mosce non può essere un Pasura.

Non appena varcarono la soglia della sala, molti mannari presenti si alzarono in piedi in segno di rispetto. Amos era conosciuto, temuto ma soprattutto rispettato. Quel riguardo se l'era sudato con fatica e dimostrando in varie occasioni che un tipo come lui non si sarebbe certo fatto problemi a buttarsi nel fuoco per il branco. Era uno che non si tirava indietro, mai.

Gli altri pardi lo prendevano d'esempio e molto spesso si era trovato a dover far fronte alle innumerevoli domande da parte di giovani mannari che volevano seguire le sue orme. Cosa che lui gli sconsigliava energicamente.

Essere un figlio di puttana coi fiocchi non era poi così tanto figo. A lui riusciva bene, era nella sua natura ma non poteva di certo ritenersi qualcosa di tanto invidiabile.

Alzando la birra salutò tutti i presenti e dopo l'ennesima sorsata la posò sul tavolino al centro della stanza.

Corey gli fece segno di sedersi ma Amos scosse la testa. «Ti ho aspettato così potevi ragguagliarli sulla riunione di questa mattina.»

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