CAPITOLO 43

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Samael aprì di scatto la borsa estraendo la pistola lancia rete. Era una gigantesca pistola modificata da lui personalmente e che lanciava una rete in argento. Loro la usavano quando la priorità era catturare, non uccidere.

Si mosse silenziosamente tra le sterpaglie e rimase in ascolto. Era oltre una settimana che seguivano i movimenti della loro preda, conoscevano a memoria tutti i suoi orari. Sapevano quando era sola, quando rientrava a casa senza nessuno che l'aspettasse e soprattutto, sapevano il tragitto che percorreva per il suo rientro.

Un tragitto lontano da il brusio della città, custodito gelosamente lontano da occhi indiscreti e vicino ad un bosco che era un ottimo nascondiglio per i cacciatori, proprio ciò che in quella occasione faceva al caso loro.

I suoi uomini estrassero un fucile a testa con dardi tranquillanti, con ogni probabilità non sarebbero serviti se la rete avesse fatto il suo lavoro ma non si sapeva mai, meglio esser previdenti. L'errore era sempre dietro l'angolo.

Samael si accese una sigaretta per ingannare il tempo, avevano dieci minuti prima che la giovane passasse davanti a loro e almeno altri cinque per prelevarla.

Questa volta avrebbero fatto un lavoro pulito e veloce, pianificavano questo rapimento da diversi giorni ormai e non potevano attendere ancora. Il tempo stringeva e Mister Blake diventava sempre più impaziente.

Distrattamente si tirò su le maniche della camicia mimetica e osservò la casa vuota davanti a se, il fratello della vittima era al lavoro, ci restava fino all'una e poi tornava per un pranzo veloce, giusto il tempo di un boccone e via di nuovo alla carrozzeria.

Lui e i suoi uomini avevano scelto meticolosamente la vittima, assicurandosi che ricoprisse tutti i requisiti che Mister Blake aveva richiesto. Ora mancava solo l'ultimo passo verso la montagna di soldi che li attendeva, catturarla.

«Capo» lo chiamò uno dei suoi uomini, strappandogli un sobbalzo.

Samael si voltò con un'espressione scura in volto. Non era il momento di seccarlo con le loro stupide domande. Sapevano perfettamente che quando erano in procinto di fare il lavoro, dovevano mantener tutti assoluto silenzio. «Che vuoi?» gli ringhiò addosso, imbracciando maggiormente la pistola con la rete. Aveva solo un colpo in canna, fallito quello, avrebbero dovuto prenderla con le maniere forti.

«Ma siamo sicuri di voler prendere proprio questa ragazzina?»

«Cos'è sei diventato sentimentale?»

L'uomo scosse le spalle. «Ancora non ha subito la trasformazione, chi ci dice che la subirà?»

Samael sbuffò infastidito e senza distogliere lo sguardo dalla stradina non asfaltata afferrò il fascicolo dentro la borsa e glielo lanciò. «Forza, rileggimi le fottutissime informazioni che abbiamo trovato su di lei, così magari ti svegli.»

Il cacciatore annuì tenendo il fascicolo aperto tra le mani. Chinò la testa e diede una rapida letta prima di farlo a voce alta. «Marie Anne Brown, undici anni, tra poco più di un mese dodici. Appartenente al clan degli ullam, purosangue.» Era un orso mannaro. O meglio, lo sarebbe diventata il giorno del suo dodicesimo compleanno.

Una preda perfetta. Soprattutto perché Mister Blake si sarebbe profondamente deliziato di fronte alla sua prima trasformazione. Era un affare quello, non era da tutti i giorni trovare un mannaro puro giovane abbastanza da non aver ancora subito la prima luna, ovvero, il primo mutamento.

Samael si passò la lingua sulle labbra, pregustando già la ricca ricompensa.

Doveva essere un lavoro facile, quello. La bambina tornava a casa da sola e non c'era nessuno ad attenderla. L'avrebbero presa e si sarebbero defilati in tempo di record.

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