Capitolo 6

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I nostri sogni sono lucciole
che escono la notte e, incontrandosi,
si raccontano verità a voce bassa.

Sul mio viso comparve una smorfia di disgusto quando l'odore dell'alcol e del fumo mi invase le narici.

Odio i locali

Iniziai ad indietreggiare per uscire da quel maledetto posto, ma il braccio di Claudio mi bloccò, impedendomi di andarmene.

"Dai che ci divertiremo" 

"Non ne sono molto convinta" venni letteralmente trascinata verso il tavolo occupato dalla squadra: Claudio sembrò ignorare totalmente le mie proteste. Sbuffai rumorosamente per poi sedermi tra Juan e Miralem.

"Ma chi me lo ha fatto fare?" appoggiai la testa sulla mia mano.

L'unica cosa che mi rallegrava era la presenza di una piccola pista da ballo sotto ad un palco, su cui un deejay stava remixando delle canzoni spettacolari. 

"Dai ci siamo noi, vero Miralem?" Juan mi prese in giro

"Vero Juan!" i due giocatori, contemporaneamente, mi scoccarono un bacio sulle guance.

"Che schifo" mi ripulì le guance con finto disgusto, mentre ridevo con gli altri.

"Come mai odi così tanto i locali?" alzai la testa per osservare meglio il proprietario di queste parole.

Davanti a me Paulo sorseggiava la sua bibita, in attesa di una mia risposta.

"Non lo so.. Odio l'odore nauseante, odio vedere le persone ubriache marce e gente che si struscia blah" Juan e Miralem risero alle mie parole mentre Dybala scosse la testa con un sorriso.

"Sei davvero strana, piccola"

Io strana? Ma siete voi quelli pazzi che amate questi luoghi!

"Si certo, io sono quella strana" borbottai tra me e me.

"Piccola?" sul viso di Federico, seduto vicino a Paulo, nacque un sorriso malizioso.

"Perché la chiami piccola?" continuò.

La Joya, piuttosto in imbarazzo, cercò di formulare correttamente una frase.

Di' qualcosa

"Beh..l'hai vista, no? E' piccola" 

"Non è che tu sia molto alto eh" risposi a tono

I due imbecilli vicino a me decisero di mettere ancora più in difficoltà Paulo:

"Potevi chiamarla nana" 

Cuadrado sembrò trattenersi dal sputare tutta la vodka, dopo aver visto la buffa faccia dell'argentino.

"Si ma.. ecco.."

Stavo per intervenire, ma Josepha attirò l'attenzione di tutti noi: "Amore ti prego andiamo a ballare questa canzone" strattonava il braccio di Miralem cercando di smuoverlo.

Mi resi conto che nel locale risuonavano le note di Subeme la radio di Enrique Iglesias.

Miralem sembrava abbastanza in difficoltà: cercava in tutti i modi di trovare una scusa plausibile per non alzarsi dal tavolo.

Che idiota

"Pjanic forza vai a ballare" lo incoraggiò un Bernardeschi molto divertito dalla scena.

"Ehm.. tesoro.. guarda c'è Ronnie: lei balla benissimo, vai con lei!"

Cosa?

Josepha, per non perdersi tutta la canzone, rinunciò a suo marito per poi tirarmi per un braccio in mezzo alla pista, mentre i ragazzi aspettavano di vederci ballare

Ventun volte teWhere stories live. Discover now