Capitolo 13

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Mi piacciono le persone folli
profumano di vita

I fastidiosi rumori provenienti dal piano di sotto non mi lasciavano riprendere sonno, mi girai più volte nel letto alla ricerca di una posizione comoda che mi permettesse di dormire, ma non ci riuscivo.

Buttai le coperte per terra per poi alzarmi velocemente e guardare l'ora della sveglia.

Eh no adesso questi mi sentono

Uscì dalla mia camera, recandomi velocemente in salotto.
"Sono le 7 di mattina! Ma siete rincoglioniti o cosa?" Urlai a quel branco di imbecilli.

Nello stesso istante in cui entrai in salotto, Paulo uscì dalla cucina: mi mancò il respiro quando lo vidi con solo i pantaloni della tuta addosso.

Wow che fisico

Mi accorsi che Dybala aveva la mia stessa espressione, mi resi conto solo in quel momento di star indossando solamente una felpa che mi copriva a malapena.

Merda

I ragazzi mi fecero dei fischi di approvazione mentre Paulo non smetteva di fissarmi le gambe.
"La volete smettere?" Sovrastai le loro voci

Non mi interessa se sono uno scricciolo in confronto a loro, nessuno può disturbarmi alle 7 di mattina.

"Aggressiva la ragazza" Mario rise mentre finiva il mio barattolo di Nutella.

Cosa sta facendo?!

"Brutto idiota lascia stare la mia Nutella" presi una scarpa che trovai sul pavimento e gliela lanciai in faccia.
Con questo riuscì ad avere l'attenzione di tutti su di me.

Finalmente

"Punto 1: che cazzo ci fate in casa mia alle 7 di mattina? Punto 2: dov'è mio fratello? Punto 3: chi vi ha autorizzato a mangiare i miei biscotti?"
Federico e Juan, dopo aver sentito queste parole, nascosero i biscotti che stavano mangiando capendo di non voler fare la fine di Mandzukic.

"Ieri sera siamo andati al locale e poi tuo fratello ci ha invitato a dormire qui, tu dormivi già e così non ci hai sentito arrivare" Miralem mi informò un po' intimorito.

Annuì per poi aspettare che andassero avanti: questa volta fu Gonzalo a parlare
"È uscito a prendere la colazione per tutti"

Quell'individuo mi sente quando torna

"E i biscotti?"
"Avevamo fame" cercò di giustificarsi Berna, ma io lo incenerì con lo sguardo.

Mi osservavano tutti in silenzio, sbuffai per poi dire: "Fate quello che volete" tutti esultarono e ripresero a fare il casino di prima.
Mi rifugiai in cucina e decisi di prepararmi la colazione.

Cercai in tutti i ripiani della cucina, ma non trovai neanche un pacchetto della mia scorta di biscotti: "Grandioso, davvero grandioso" borbottai tra me e me.

"Cerchi questo?" In cucina apparve la figura di Paulo con in mano un sacchetto pieno di biscotti: "Ti stavano mangiando tutto e così ho nascosto un pacchetto, intuendo che avrebbero divorato ogni cosa"
Gli sorrisi per poi iniziare a mangiarli: "Grazie argentino" c'era un po' di imbarazzo tra di noi: erano passati pochi giorni da quando ci eravamo baciati e da quel momento non ci eravamo più visti.

"Ne vuoi uno?" Chiesi gentilmente
"Non mi uccidi vero?" Sì avvicinò lentamente
"Non ti assicuro niente" ridacchiai insieme a lui.

"Come mai ieri non sei venuta con noi?" Mi domandò incuriosito
"Michael é venuto a mangiare qui e poi ci siamo visti un film" risposi tranquillamente mentre prendevo un altro biscotto.

Ventun volte teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora