Capitolo 40

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Stammi cosí vicino
da togliermi il fiato stanotte

Appena varcai la porta di casa venni avvolta da una sensazione di freschezza in contrasto con il clima afoso che regnava su Torino.

Facendo il minimo rumore possibile, cercai di avvicinarmi alle scale, ma mio fratello dalla cucina mi richiamò: "Ehy Ronnie, ci sono i ragazzi, vieni!"

Lo maledissi mentalmente mentre raggiungevo i calciatori: li salutai velocemente con un sorriso ingenuo per poi avvicinarmi frettolosamente al frigorifero, dando loro le spalle

"Come va in Accademia? Ti fa male la gamba?" mi chiese preoccupato Claudio

"No, va tutto bene" risposi distrattamente mentre facevo rifornimento di cibo di vario genere

"Hai fame scricciolo?" mi derise Federico

"Abbastanza, che sapete sono molto stanca.. credo che mi farò un bel sonnellino in camera mia" inventai una scusa per rifugiarmi il più lontano possibile da loro

"Piccola, ma stai bene? Ci sono 30 gradi e tu indossi la felpa" 

Si grazie tante, sto già morendo di caldo: non c'è bisogno di ricordarmelo

"In realtà sto bene così" mentì spudoratamente, nel frattempo cercavo un modo per portare tutto quel cibo con me, senza rovesciare tutto

"Ho qualche problema io o qualcosa si è mosso sotto la tua felpa?" mi chiese Juan facendomi imprecare

"Stai fermo ti prego" dissi a bassa voce

"Un attimo.. Ronnie! Non è quello che penso, vero?" mio fratello si massaggiava le tempie esausto

"Non so a cosa tu ti riferisca" dissi vagamente

"Felpa con questo sole, così tanto cibo, tu che ti comporti in modo sospetto.. Ronnie non avrai portato un animale in casa, vero?" mi chiese esasperato

"Io? Ma ti pare" nello stesso istante che dissi ciò, dal collo della felpa sbucò il musino di un piccolo Golden Retriever che iniziò a leccarmi la guancia

"Ronnie!" mi rimproverò mio fratello

Lo ignorai e presi in braccio il cucciolo: "Noi due avevamo un piano" lo rimproverai guardandolo male

"Ma quanto è bello?" chiese Bernardeschi avvicinandosi a me

"Ronnie non puoi portare in casa tutti gli animali che trovi ogni volta" mi fece presente

"E' successo solo una volta e poi come facevo a resistergli: guarda che occhietti" strinsi forte a me il cagnolino che si guardava intorno allegramente

"Dove lo hai trovato?" mi chiese Paulo mentre accarezzava il cane

"Era in mezzo alla strada" glielo feci prendere in braccio mentre io mi rivolgevo a Claudio: "Ho chiesto in giro e nessuno sapeva di chi fosse, non potevo lasciarlo lì!" mi giustificai

"Ha una medaglietta con un numero di telefono" ci informò Juan venendo da me fulminato con lo sguardo

Sta' zitto idiota!

"Hai provato a chiamarlo?" mi domandò mio fratello tenendo le braccia incrociate

"Ehm no" risposi sorridendo ingenuamente

"Fallo subito" il suo tono non accettava repliche

"Sei insopportabile" mi lamentai prendendo il cucciolo e il cibo per poi spostarmi in camera

Lasciai al piccolo la libertà di girovagare per tutta la stanza mentre io mi sedetti sul divanetto sotto la finestra

Non volevo chiamare: mi ero già affezionata molto a quel cagnolino, tuttavia pensavo a come potesse stare il proprietario

Ventun volte teWhere stories live. Discover now