Capitolo 23

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Quella notte era una
di quelle notti in cui
il tempo sembra fermarsi
a decidere come mischiare
le carte del nostro destino

Chiusi gli occhi mentre lasciavo che i raggi deboli del sole mi accarezzassero il volto, il rumore del vento mi cullava dolcemente. 

"Ciao piccola" aprì gli occhi quando la figura di Paulo si sedette di fianco a me sulla panchina.

"Ciao" sussurrai sorridendogli per poi lasciargli un bacio sulla guancia, un gesto ormai diventato familiare per noi due.

"Sei pronta?" mi chiese alzandosi e porgendomi la mano.

Con te vicino sempre

"Me ne pentirò argentino?"  non era la prima volta che gli ponevo questa domanda, intanto afferrai la sua mano, la quale aumentò saldamente la presa

"Mai piccola" mi sorrise per poi condurmi alla sua auto accostata sul ciglio della strada, mi aprì la portiera, ma prima di entrare mi bloccò: "Sei bellissima" sorrisi mentre le mie guance si tinsero leggermente di rosso, azione che fece sorridere il calciatore della Juventus.

Mi sistemai sul sedile del passeggero, mentre Paulo fece il giro della macchina per poi prendere il posto del guidatore.

"Dove mi porti?" chiesi un po' emozionata.

"Ti porterei in capo al mondo se tu volessi" mi rivelò con dolcezza, ma anche con un tono leggermente divertito infatti gli tirai un leggero pugno sulla spalla.

"Ma smettila! Mi fai venire la nausea" feci finta di vomitare fuori dal finestrino e rimasi ipnotizzata dal suono della sua risata che non voleva fermarsi.

"Mi piace vedere la tua faccia schifata davanti a queste frasi sdolcinate"

"Mi fanno venire il diabete.. allora mi vuoi dire dove mi porti?" Insistetti

"E' una sorpresa piccola" ridacchiò infilandosi nel traffico di Torino, mentre io sbuffai divertita: "Ma è possibile che tu non mi dica mai dove mi porti? Prima o poi tu mi ucciderai me lo sento" rivelai con una finta faccia spaventata.

"Ma che melodrammatica! Così è più bello no? O hai paura?" mi derise Paulo

"Ricordami perchè ho accettato di uscire con te" gli chiesi ironica

"Non lo so forse perchè ti ho rincorso per un chilometro fuori dall'Accademia urlando il tuo nome e chiedendoti di fermarti, mentre tu mi ignoravi e proseguivi tranquillamente per la tua strada?" mi domandò con lo stesso tono divertito dalla situazione.

"Oh ma andiamo! Stavo ascoltando la musica: non ti sentivo!" mi giustificai per l'ennesima volta ridendo per poi aggiungere: "E poi potevi semplicemente scrivermi" terminai con aria altezzosa

"Ma scherzi?! - si girò per qualche secondo verso di me, per poi riportare lo sguardo sulla strada davanti a lui - Non si chiede un appuntamento per messaggio!" scosse la testa con un sorriso

"Quindi è un appuntamento?" chiesi divertita

"Non so.. tu come la chiami questa uscita?" mi chiese retorico ed io alzai le spalle

"Comunque ti avrei ucciso se mi avessi chiesto di uscire in quel modo" gli diedi ragione guardandolo attentamente.

"Ma se mi hai appena detto che potevo semplicemente scriverti" rise rumorosamente

"Era un test" gli rivelai prendendolo in giro

"Un test?" mi domandò confuso, ma senza togliersi quel dolce sorriso dalle labbra.

Ventun volte teWhere stories live. Discover now