Capitolo 47

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Siamo soldati senza armi
e vincitori senza gloria

"L'estate sta arrivando" alzai gli occhi al cielo di fronte all'affermazione di Bernardeschi

"Biondo non fai che ripetermelo da 3 ore: non ti sopporto più" esclamai esausta ricevendo, in seguito, un cuscino in faccia da parte del calciatore

"Sei la depressione fatta in persona scricciolo" presi un libro dal suo comodino per poi tirarglielo sulla schiena

"Ma sei impazzita? Quello è il mio libro preferito!" tornai a sdraiarmi sul suo letto lasciando che si lamentasse da solo

"Ma se non sai neanche leggere - borbottai nascondendo la testa sotto uno dei tanti cuscini - mi spieghi come fai a dormire con tutti questi cuscini? Non c'è posto" 

"Se il mio letto non ti è gradito, sei pregata di scendere" lo scimmiottai mentre lui era intento a frugare nell'armadio

"Non puoi prenderti un'altra maglietta? Proprio quella ti devi mettere?" era da tutto il pomeriggio che Federico era alla ricerca della sua maglietta preferita, che avrebbe dovuto indossare quella sera. Infatti di lì a poco saremmo dovuti uscire con alcuni ragazzi della squadra.

"Tu non sei affatto d'aiuto: ti avevo chiamata per aiutarmi e invece te ne stai sdraiata sul mio letto ad irritarmi" sbottò innervosito mentre io ridacchiavo

Non aveva tutti i torti dato che per tutto il pomeriggio non avevo fatto altro che stuzzicarlo per innervosirlo e, a quanto pare, c'ero riuscita: "E va bene ti aiuto: che maglia devo cercare?" mi alzai dal letto mettendomi di fianco a lui.

Il numero 33 della Juventus mi spiegò com'era fatta mantenendo un tono di distacco nei miei confronti. Spostai lo sguardo in ogni angolo della stanza per poi avvicinarmi alla sedia della sua scrivania: "Questa?" sollevai una maglietta che sembrava corrispondere alla sua descrizione

Bernardeschi si voltò velocemente nella mia direzione per poi iniziare ad esultare: mi venne incontro per poi abbracciarmi e buttarmi sul letto

"Biondo non respiro" risi mentre ero schiacciata sotto il suo peso, ma il ragazzo non mi prestò ascolto: "Ti adoro scricciolo!" 

"Ah adesso non sei più arrabbiato con me?" domandai sorridendo mentre mi liberavo dalla sua presa ferrea

"Ovvio che no! Non potevi aiutarmi prima?" mi chiese 

"E perdermi te che davi di matto? No, grazie" mi tirò un pugno sul braccio per poi alzarsi dal letto ed indossare finalmente la sua maglietta.

In quel momento sentì il mio telefono vibrare e, così, mi allungai per prenderlo dal comodino e leggere il contenuto del messaggio

Paulo: ci troviamo fra 15 minuti a casa di Cuadrado, va bene?

Io: perfetto, arriviamo

Mi alzai dal letto con uno scatto facendo spaventare il ragazzo: "Che problemi hai?" mi domandò con sospetto

Ignorai la sua domanda: "Dobbiamo andare da Juan: i ragazzi ci aspettano lì" indossai il mio giubbino di jeans dandomi una veloce occhiata allo specchio per poi uscire dalla stanza

"Aspetta! - tornai indietro e mi fermai sulla soglia della porta - Non trovo le mie scarpe preferite!" 

"Io giuro che ti ammazzo biondo!" 

°°°

"Finalmente siete arrivati" entrai nel vialetto del colombiano, seguita da Bernardeschi, ed individuai subito Dybala, Higuain, Pjanic e Cuadrado seduti sui gradini.

Ventun volte teWhere stories live. Discover now