Capitolo 34

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So quanto pesano in te
quelle paure lontane

"Eccoci arrivati" Paulo parcheggiò sul ciglio della strada

"Sei sicura di non voler venire a Vinovo con noi?" Mi chiese per la milionesima volta Gonzalo
"Ho le prove" cantilenai stanca di continuare a ripeterlo
"Non ti stai allenando un po' troppo ultimamente?" Alzai gli occhi al cielo.

Era da una settimana che ero molto presa con la danza in quanto mi stavo preparando all'audizione per lo stage estivo nella compagnia di ballo.

"Sto preparando un'audizione, ma poi possiamo parlarne un'altra volta? Mi fate fare tardi" scesi dall'auto dirigendomi verso il bagagliaio per prendere il mio zaino da allenamento, ma venni preceduta da Dybala che lo prese al posto mio

"Ci sarà anche il tuo amico?" Mi chiese con un pizzico di gelosia
"Il pezzo é un duetto con lui, come può mancare?" Ribattei ironica mentre lui sbuffò

"Tranquillo argentino" gli scoccai un bacio sulla guancia rubandogli il borsone
"Ci vediamo stasera, fai la brava" mi salutò salendo in macchina; con la mano salutai i ragazzi seduti sul sedile posteriore per poi dirigermi in Accademia.

Appena varcato l'ingresso, venni subito avvolta dal bellissimo clima presente in quella scuola. Salì le scale incrociando diversi ragazzi seduti sui gradini intenti ad ascoltare qualche canzone; lungo il corridoio, che collegava le scale a numerose aule, molti allievi si riscaldavano mentre parlavano tra di loro, dalle sale uscivano diverse canzoni e se mi fossi affacciata alla piccola finestra di vetro avrei potuto vedere i ballerini intenti a realizzare coreografie impeccabili.

Raggiunsi subito la sala prove da me prenotata: "Ciao ragazzi" mi sedetti sulla panchina per cambiare scarpe

"Ehy Ronnie" Francesca mi salutò mentre si legava i capelli in una coda, invece Marco mi sorrise soltanto.

"Siete pronti? Ho in mente delle idee stupende" la mia compagna iniziò a parlare a raffica mentre io mi limitavo ad ascoltarla intanto che mi riscaldavo.

Francesca, dato che era già stata accettata in una scuola di danza a Roma per un tirocinio, non avrebbe fatto l'audizione ma aveva deciso comunque di aiutare me e Marco a realizzare un duetto perfetto per farci vincere.

"Aggiungiamo nella seconda sequenza questo movimento per renderla meno meccanica" ci mostrò il passo intanto che spiegava

"Bella idea" espresse il suo giudizio Marco mentre io annuì sorridente

"Ok iniziamo" con tono autoritario ci fece mettere ai nostri posti di partenza.
Mi concentrai e, quando le prime note della canzone risuonarono nella stanza, riproducemmo la coreografia.

Il nostro balletto raccontava la storia di due ragazzi sconosciuti che, scontrandosi per caso in mezzo alla gente, si perdevano l'uno negli occhi dell'altro. Da lí scattava una scintilla, i due protagonisti iniziavano a ballare insieme descrivendo la loro storia d'amore: il loro legame, la loro passione, i loro scherzi. Ma alla fine i due si risvegliavano riscoprendo di essere ancora nella posizione iniziale di quando si erano scontrati e, come se niente fosse, ritornavano a camminare ognuno per la propria strada.

"Ragazzi sta venendo benissimo, bravissimi!" Francesca si complimentò con noi
"Riproviamo ancora?" Annuì alle parole di Marco dato che c'erano ancora dei movimenti sporchi.

Ripetemmo numerose volte la coreografia per curare ogni singolo dettaglio, prestando maggiore attenzione alle prese, che rendevano il balletto più completo e più bello.

Procedette tutto meravigliosamente fino a quando qualcosa andò storto.

Quando corsi incontro a Marco, questi mi prese per i fianchi sollevandomi in aria, ma la sua presa non era salda e infatti cedette facendomi cadere a terra

Ventun volte teWhere stories live. Discover now