Capitolo 8

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So che dovrei crollare
Per ben altri motivi
Ma l'hai visto quel ragazzo?
Mette in ginocchio il sole ogni sera

I raggi del sole irrompevano nella stanza colpendomi in volto.
Mi stiracchiai mentre mi alzavo dal mio letto e mi diressi verso la finestra per osservare ciò che succedeva in quel momento a Torino: il traffico di questa città era allucinante.

Ma quanto ho dormito?

Mi resi conto di indossare ancora i vestiti di ieri, così mi chiusi in bagno e mi cambiai: mi girava leggermente la testa, ma mi sentivo decisamente meglio.

Mi stavo pettinando quando sentì dei rumori provenire dal piano di sotto; scesi le scale per salutare mio fratello, ma mi fermai sull'ultimo gradino quando mi resi conto che quello seduto sul divano non era Claudio.

Paulo stava guardando la televisione e non sembró accorgersi di me.

Ma che ci fa qua?

"Paulo?" abbastanza confusa, chiamai l'argentino.

Il ragazzo si girò verso di me e mi sorrise non appena notò che stavo meglio, si alzò dal divano e mi raggiunse: mi resi conto solo in quel momento che non indossava una maglietta e le mie guance si tinsero leggermente di rosso davanti a quella visione.

Wow che fisico

"Ronnie! Vedo che stai meglio" mi sorrise per poi continuare: "Tuo fratello è uscito: aveva delle commissioni da fare, ha detto di raggiungerlo oggi agli allenamenti" annuì appena continuando ad osservare i suoi addominali. Scossi leggermente la testa per distogliere lo sguardo.

"Hai dormito qui?" Paulo si portò una mano tra i capelli e annuì.

"Grazie per ieri sera" gli scoccai un bacio sulla guancia per poi dirigermi in cucina per un caffè.

"Figurati..ehm raccolgo le mie cose e me ne vado..così tolgo il disturbo" si diresse in salotto dove iniziò a raccogliere le coperte e i suoi vestiti.

Il sorriso scomparve dal mio volto: cosa avrei fatto in tutto questo tempo da sola?

Senza pensarci, rincorsi Dybala nell'altra stanza e iniziai a parlare: "Argentino.. devi fare qualcosa prima di andare agli allenamenti? Potremmo non so fare qualcosa insieme no?"

Il ragazzo mi osservò attentamente per qualche secondo.

"Certo per me va bene! Cosa vuoi fare?" la Joya mi sorrise, mentre io alzai le spalle.

"Potremmo vedere un film" propose in seguito Paulo e io annuì, per poi aggiungere:

"Tu scegli un film, io preparo i pop corn" corsi in cucina e mi misi al lavoro.

Dopo qualche minuto, mi sedetti sul divano con una ciotola piena di pop corn seguita dal calciatore, il quale si sedette molto vicino a me e iniziò a rubarmi il cibo.

Il film iniziò e ben presto mi accorsi che si trattava di un horror: mi voltai verso l'argentino e gli sorrisi.

Amo gli horror anche se mi fanno molta paura

"Non aprire quella cazzo di porta! Maledizione" mi spaventai e istintivamente mi rifugiai tra le braccia di Paulo, il quale mi strinse forte a sé mentre rideva.

Che ha da ridere?!

"Non c'è niente da ridere argentino" lo rimproverai.

°°°

Il film finì poco dopo, ma noi continuammo a guardare lo schermo del televisore: nessuno di noi due voleva alzarsi, nessuno di noi due voleva allontanarsi dall'altro.

Ventun volte teWhere stories live. Discover now