Capitolo 26

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E non ho mai veramente
compreso come tu abbia
potuto posare gli occhi
proprio su di me 

Scesi dall'autobus quando arrivai alla mia fermata; con le cuffie nelle orecchie e la testa tra le nuvole, mi diressi verso il piccolo bar all'angolo della strada.

Il rap di Eminem non faceva che risuonarmi nella mente e non resistevo a canticchiare le varie strofe delle canzoni che si susseguivano. Una volta arrivata, entrai e mi accomodai ad un tavolino posizionato di fianco alla vetrina, permettendomi così di guardare le vie di Torino.

Muovevo involontariamente i piedi, sotto al tavolo, realizzando dei passi di danza a tempo con la musica e nel frattempo battevo le mani sul tavolo.

Sobbalzai quando qualcuno picchiettò sul vetro di fianco a me, attirando così la mia attenzione: appena mi girai, trovai Paulo in tutta la sua bellezza che mi guardava sorridendo. Lo salutai con la mano, mentre lui spiaccicò la sua faccia contro il vetro provocando la mia risata e la curiosità delle persone sedute intorno a me.

Che scemo

Con tutta calma entrò nel negozio per poi dirigersi verso di me e lasciarmi un lungo bacio sulle bacia.

"Ciao piccola - si accomodò davanti a me - mi sei mancata" non mi toglieva gli occhi di dosso

"Ma se mi hai visto ieri sera" lo presi in giro, nel frattempo il cameriere ci portò le ordinazioni scelte da me durante l'attesa del suo arrivo.

"Appunto, è passato troppo tempo!" mi rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo, negai con la testa divertita dal suo comportamento così dolce.

"Sei pronto?" sorseggiai il mio caffè, mentre lui soffiava sopra la bevanda troppo calda: "Sì ovvio che sono pronto!" finse dato che si vedeva benissimo la sua agitazione

"Possiamo rimandare, lo sai vero?" un piccolo sorriso derisorio si dipinse sulle mie labbra

"No! Che vuoi che sia? Dobbiamo solamente dire a tuo fratello che ci siamo messi insieme, non credo si arrabbi e mi butti fuori casa a calci, no?" sembrò più che altro voler avere conferma

"Già.." gli sorrisi ingenuamente

Non sa cosa lo aspetta

"Non mi sembri molto convinta" mi guardò un po' impaurito

"Non lo sono infatti" risposi sinceramente e lui parve agitarsi ancora di più rispetto a prima.

"Oh suvvia non ti farà niente di male" risi nervosamente, non totalmente convinta

"Come vanno le prove per lo spettacolo?" mi domandò interessato, mentre con una mano afferrò la mia e iniziò ad accarezzarla delicatamente.

"Molto bene, certo c'è molto da fare: provare in teatro, pulire alcuni passi e fare la prova costumi. Ma alla fine tutto il duro lavoro verrà ripagato; non puoi immaginare quanto io desideri che tu lo veda!" sorrisi felicissima per l'imminente spettacolo, ma soprattutto perchè le due persone più importanti per me vi avrebbero assistito.

"Piccola, volevo parlarti proprio di questo - guardò per qualche secondo fuori dal bar per poi continuare a parlare - lo spettacolo coincide con la partita" mi strinse forte la mano

"Oh.." la felicità scomparve in un secondo, lasciando spazio alla tristezza

"Ma ti raggiungerò appena posso, te lo prometto" cercò di rimediare subito

"Tranquillo - risposi solamente, dovevo ancora metabolizzare - però esigo un goal per me stasera" arrivammo ad un compromesso, d'altronde non era colpa sua se le date coincidevano.

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