Capitolo 22

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Il vento tra i capelli
e i sogni che volano
in cerca di un futuro

"Scusami piccola" Paulo si alzò con un po' di fatica, mentre io riuscì a mettermi in piedi tranquillamente.

"Tranquillo, è stato quel biondo idiota" sorrisi mentre mi pulì i jeans, ricoperti di neve; non osavo alzare lo sguardo per incontrare il suo, non osavo immaginare cosa sarebbe successo se i nostri occhi si fossero incrociati, non osavo pensare a tutto quello che avrei provato.

Che mi stava succedendo?

"Ronnie" mi richiamò Paulo, anche se sembrò assorto nei suoi pensieri; mi decisi a voltarmi verso di lui mostrando un sorriso finto.

Un sorriso carico di ingenuità, come se tutto ciò non mi provocasse niente, come se le mie mani non tremassero, come se il mio cuore non battesse così forte per la sua vicinanza.

"L'hai sentito anche tu?" mi chiese guardando per terra, inclinai leggermente la testa cercando di capire: "Cosa?" chiesi con voce tremante, mentre iniziavo a comprendere quello che voleva dire.

"Mi sembrava di essere tornato alla prima volta in cui ci siamo incontrati.. è come se..niente..lascia stare"

"Ronnie? Ronnie ma mi ascolti?!" venni risvegliata dai miei pensieri dalla voce del mio migliore amico al di là dello schermo del computer.

"Ehm si - mi sistemai meglio sulla sedia - stavi dicendo?" chiesi mentre giocavo con i capelli.

"Stavo dicendo che qui a Londra è tutto magnifico! Dovresti venire qualche volta" sorrisi per questo invito.

"I tuoi genitori si sono fatti sentire?" chiesi non molto convinta

"E i tuoi?" alzò un sopracciglio, mentre io negai con la testa divertita

"No, hai ragione..che domanda stupida" mi maledissi per quello che avevo detto precedentemente.

"E gli altri come stanno? Gabriele ci prova ancora con quella cameriera?" chiesi ridacchiando.

"L'unica volta che le si è avvicinato, le ha rovesciato tutto il vassoio addosso" lo prese in giro e io non potei far altro che aggiungermi alla sua risata.

"Povera ragazza" scossi la testa immaginandomi la scena. 

La nostra conversazione venne interrotta a causa del vento forte che spalancò la finestra, mi alzai dalla sedia per andare a chiuderla.

Portai lo sguardo fuori dal vetro perdendomi ad ammirare il paesaggio di Torino, in particolar modo sui rami ormai spogli che ondeggiavano a ritmo con il vento.

Vedevo le persone lamentarsi del vento, perchè ostacolava il loro cammino, le guardavo imprecare contro quel soffio d'aria.

Che colpa ha il vento?

Che colpa ha il vento che fa cadere le foglie e che scompiglia i capelli?

Il vento soffia e arriva ovunque, non dà e non chiede, non prende e non toglie.

Un po' come l'amore, che irrompe nella finestra del tuo cuore, che fa cadere le tue fragili foglie di sicurezze e certezze, che scompiglia e mette soqquadro ogni tuo pensiero, ogni tuo sentimento.

E che colpa ha?

Il vento soffia perchè deve soffiare.

"Che ti succede Baby?" la voce di Michael mi salvò prima di cadere in quell'abisso profondo di pensieri e domande, che si facevano largo nella mia mente.

Ventun volte teWhere stories live. Discover now