Capitolo 38

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So che la mia anima
sta congelando,
l'inferno é caldo
per un buon motivo

"Ma quanto manca?" mi chiese per l'ennesima volta Paulo

"Se tu avessi svoltato a destra, ora saremmo già arrivati" gli feci presente

"Sei tu che mi avevi detto di svoltare a sinistra" 

"Non è vero!" ribattei ridendo

Era sabato e, come da programma, stavamo raggiungendo i miei genitori: era da diverse ore che eravamo in viaggio e saremmo già arrivati da almeno mezz'ora se Dybala non avesse sbagliato strada.

"Aspetta!" mi misi dritta sul sedile osservando un piccolo negozio all'angolo della strada

"Che succede?" mi domandò confuso

"Andavo sempre lì con Michael un tempo.. ho capito dove siamo" esultai felice

Diedi le giuste indicazioni a Paulo e in poco tempo arrivammo a destinazione

"Mi piace questo posto" il mio ragazzo si guardò intorno ammirando la natura circostante che avvolgeva la casa

"Non farti ingannare dalle apparenze" lo avvertì amaramente scendendo dall'auto

Guardai il prato davanti a me nel quale erano ancora presenti le due porte da calcio con cui io e Claudio amavamo trascorrere i nostri pomeriggi insieme, vidi l'altalena costituita da un'enorme gomma di una vecchia auto: adoravo quando mio fratello mi spingeva facendomi quasi volare.

"Sei pronta?" venni risvegliata dalla mano di Paulo che mi accarezzava delicatamente la schiena

Mi girai a destra osservando la casa dei miei genitori in cui ero cresciuta

"Andiamo" lo presi per mano, misi lo zaino sulla spalla e, facendomi coraggio, mi avvicinai all'ingresso. 

Mi fermai con la mano alzata nel vuoto appena prima di bussare

"Ci sono io con te piccola" la Joya mi accarezzò una guancia rassicurandomi per poi, con un cenno della testa, incitarmi a bussare: colpì debolmente la porta, quasi a sperare che non sentissero e di conseguenza non aprissero.

La porta si aprì di scatto e trattenni il fiato quando sull'uscio apparve mia madre

E' da mesi che non la vedo

"Ragazzi! Amore vieni: sono arrivati! Entrate" mia mamma sorridendoci si spostò di lato permettendoci di entrare; mi servì una leggera spinta da parte di Paulo per muovermi.

Nel frattempo fummo raggiunti anche da mio papà, il quale mi sorrise appena.

"Tu devi essere Paulo, il ragazzo che ha rubato il cuore alla mia bambina" alzai un sopracciglio

La mia bambina? Non mi chiama così da anni

"Si sono Paulo, è un piacere conoscerla signore" il mio ragazzo si presentò cordialmente prima a mio padre e poi a mia mamma, la quale oltre a stringergli la mano lo abbracciò

"Siete arrivati giusto in tempo per il pranzo" mia mamma fece notare il grembiule che indossava

"Lasciamo gli zaini in camera e poi vi raggiungiamo" presi parola per la prima volta

Ventun volte teWhere stories live. Discover now