Capitolo 46

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E di fronte a certi sentimenti
persino il tramonto si trattiene
qualche minuto in più

"Si può sapere perchè siamo su un treno?" Chiesi esausta per la centesima volta 

"Ti vuoi calmare?" Mi chiese divertito Paulo mentre io buttavo la testa all'indietro appoggiandomi meglio allo schienale del sedile

"Quanto manca?" Domandai cercando di sbirciare dal finestrino, ma mi era alquanto impossibile dato che Dybala aveva abbassato la tendina

"Siamo quasi arrivati e non sbirciare" il calciatore scacciò la mia mano che si stava avvicinando al vetro

"Me lo ripeti da due ore argentino! Mi vuoi dire dove stiamo andando?" Ero troppo curiosa

"Non te lo dico" cantilenò prendendomi in giro

"Volete far silenzio?" Una vocina molto acuta giunse alle nostre orecchie attirando la nostra attenzione.

Dal sedile davanti al mio spuntó una bambina che ci studiava con aria altezzosa: "Sto cercando di guardare un film e le vostre irritanti voci me lo stanno impedendo!"

"Senti principessina di sto.." Paulo mi tappó la bocca prima che potessi terminare la frase: "Scusaci piccolina" Dybala sorrise fintamente a quel mostriciattolo, il quale dopo averci guardato con sufficienza, si voltò.

"Sei impazzita per caso?" Mi sussurró
"Ma l'hai vista come ci guardava?" Replicai a mia volta

La Joya scosse la testa divertito per poi alzarsi: "Forza principessina - marcó bene quest'ultima parola - dobbiamo scendere"
Mi alzai velocemente anch'io e lo seguí lungo il vagone raggiungendo, così, l'uscita.

"Allora siamo arrivati?" Chiesi felicemente una volta fuori dalla stazione.
"Manca poco" mi prese la mano ed io mi lasciai guidare.

Camminammo per una decina di minuti fino a quando intrapresi con lui un sentiero in mezzo alla natura: "Ma si può sapere dove stiamo andando.." mi interruppi quando sentì dei rumori provenire da poco lontano. Spalancai gli occhi e Paulo, mentre ridacchiava per la mia reazione, accelerò il passo percorrendo una stretta scalinata in mezzo alle rocce.

"Attenta, qui é scivoloso" quasi caddi sull'ultimo scalino, ma la Joya prontamente mi sorresse per i fianchi.

"Ehm grazie" dissi imbarazzata tra le sue braccia

"Siamo arrivati piccola" Paulo, guardandomi dall'alto, mi sorrise per poi spostarsi dietro di me liberando in questo modo la mia visuale.

Sorrisi sornione rendendomi conto che i suoni che avevo precedentemente sentito provenivano dalle onde del mare che si infrangevano sugli scogli.

"Mi hai portato al mare! Grazie, grazie, grazie!" Mi lanciai tra le braccia di Dybala che prontamente mi strinse a sé.

Il panorama era spettacolare: ci trovavamo in una piccola spiaggia isolata da tutto e tutti in quanto circondata da enormi scogli che nascondevano quel meraviglioso luogo.

"Pensavo che con quello che era successo ti servisse una pausa" mi disse abbracciandomi da dietro e appoggiando il mento sulla mia testa.

Aveva ragione, mi serviva staccare la spina per un po' dopo quello che era successo: era passata una settimana da quando avevo scoperto la verità e, in tutto questo tempo, mio fratello aveva ripetutamente cercato di parlare con me, ma io non volevo ascoltarlo. I ragazzi cercavano di distrarmi facendomi ridere in ogni occasione risollevandomi il morale.

"E' bellissimo qui" rivelai aderendo con la schiena al petto di Paulo

"Sapevo che ti sarebbe piaciuto.. - si avvicinò al mio orecchio - è ora di fare il bagno" sbarrai gli occhi e cercai di liberarmi dalla sua presa invano.

Ventun volte teWhere stories live. Discover now