Capitolo 7

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Ben venga il caos
Perché l'ordine
Non ha funzionato

"Svegliati sorellina"

Claudio mi accarezzava dolcemente la guancia, mentre mi strofinavo gli occhi per abituarmi alla luce del sole che irrompeva nella stanza.

"Vuoi venire con me e i ragazzi a fare un giro in centro?" domandò speranzoso mio fratello

Annuì sorridente per poi alzarmi velocemente dal letto: mi fermai in mezzo alla stanza quando mi ricordai che quel giorno avrei avuto lezione all'accademia.

"Cla, alle 11 ho lezione: ce la facciamo?"

"Si certo se ti prepari subito" sorrisi e corsi in bagno per prepararmi, mentre mio fratello prese il mio borsone e lo mise in macchina.

Dopo essermi sistemata in dieci minuti, corsi fuori dalla casa per raggiungere Claudio in auto e in breve tempo arrivammo a destinazione.

"Ma perché sono sempre in ritardo quei ragazzi? Che razza di imbecilli!" continuai a ridere dopo l'ennesimo insulto di mio fratello.

"Cla ma chi viene?" Claudio non mi aveva ancora detto con chi avremmo passato la giornata.

"Eccoci! Scusate ma Mario non sa allacciarsi le scarpe" Mario, Federico e Paulo ci raggiunsero velocemente.

"Ma smettetela! Siete voi due che mi fate quegli scherzi idioti" i due più giovani risero colpevoli.

"Ciao piccola" Paulo, appena mi notò, mi si avvicinò sorridendo seguito da Bernardeschi.

"Come va argentino?" Dybala alzò solamente le spalle mentre Federico ci osservava con un ghigno

Ma che problema ha questo?

Tutti insieme entrammo in un bar dove si vociferava facessero un'ottima colazione: ci accomodammo in un tavolino all'interno del negozio ed ordinammo.

"Io prendo caffè americano e una brioche, grazie mille" conclusi, il cameriere annotò tutti gli ordini dopo di che si allontanò.

"A che ora avete gli allenamenti?" domandai ai ragazzi

"Dalle 16 fino alle 19, il mister oggi aveva una riunione quindi abbiamo dovuto spostare gli allenamenti" annuì mentre iniziai a pensare: io avrei iniziato alla 11 e avrei finito alle 17.30, quindi avrei potuto raggiungerli quando avrei finito.

"Ecco le vostre ordinazioni" iniziammo a mangiare, mentre Federico continuava a sostenere che il mio caffè facesse schifo.

"Ma non è vero: assaggia!" gli porsi la mia tazza fumante, ma lui scosse freneticamente la testa.

"No grazie, ci tengo alla mia vita" risi per il suo comportamento infantile

Venni risvegliata dalla suoneria del mio telefono: iniziai a cercarlo all'interno del mio zaino e, quando lo trovai, risposi senza guardare il proprietario della chiamata.

'Pronto?'

'Ronnie! Ho saputo che oggi ci sarà quella orribile professoressa che abbiamo spiato l'altro giorno!'

Riconobbi la voce preoccupata della mia compagna.

'Francy calmati: stai tranquilla, non sarà così terribile'

'Questo lo dici tu! Oddio che ansia!'

"Chi è?" mio fratello mi chiese curioso

"Un'amica dell'accademia" gli sussurrai addentando la brioche

'Oddio ma ti ho disturbata! Ci vediamo oggi, ciao Ronnie e salutami tuo fratello eh'

Risi rumorosamente: Francesca riteneva che mio fratello fosse un gran figo.

Ventun volte teWhere stories live. Discover now