Parte 18 - No Bullshit

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"Prego Lauren accomodati" Mike le fece segno di accomodarsi una volta aperta la porta del suo ufficio.

"Buon giorno comandante" rispose la bruna prendendo posto su una delle due poltrone di pelle disposte davanti la grande scrivania piena di fogli e di carteggi per la navigazione.

"Lauren, sai che per me sei come una figlia, ti ho vista praticamente nascere. Questo non è un richiamo ufficiale ne una punizione, oggi ti ho convocata solo per sentire i fatti da te." Disse l'uomo in tono pacato.

"Mike....mi dispiace" abbassò lo sguardo la ragazza dagli occhi verdi, conscia di aver deluso l'uomo che era di fronte a sé e che l'aveva sempre aiutata e sostenuta nel corso della sua crescita.

"Io lo sapevo, cioè lo so che spesso tra voi dell'equipaggio e le persone che salgono a bordo ci sono delle scappatelle. E' normale, siete tutti dei bei ragazzi e delle belle ragazze e loro sono qui per svagarsi. Non mi aspetto che voi siate dei santi. Solo che non è mai successo nulla di tutto questo e adesso ovviamente il mio compito è quello di tutelarti." Disse Mike senza staccarle gli occhi di dosso.

Lauren fu colta alla sprovvista, di certo non si aspettava un trattamento di riguardo ne tantomeno tanta premura dopo tutto l'accaduto. "Vuol dire che non sei arrabbiato?" chiese timidamente.

"Certo che no, come puoi solo pensarlo. Ti ho convocata per sapere cosa volevi fare a riguardo. Preferisci che ti faccia sbarcare? Vuoi tornare a casa?" chiese incalzando "Vedi, tra poco arriveranno i manager della signorina Cabello e non vorrei che, per un loro tornaconto, possano farti fare qualcosa che non vuoi. Se sei a disagio in questa situazione, posso farti tornare a casa tua con il primo volo disponibile." Concluse allungando una mano per posarla su quella di Lauren in sostegno.

"Ti ringrazio Mike" un sorriso sincero apparve sul volto della cubana. "Ma penso che sia più corretto aspettare che arrivi lo staff di Camila, non vorrei creare casini scappando via e soprattutto vorrei starle vicina in questo momento." Lauren cercò di essere diplomatica in quel momento, non voleva sbilanciarsi troppo né tantomeno dover affrontare quel tormento interiore con un uomo che fino a quel momento aveva fatto di tutto per proteggerla. Probabilmente se gli avesse confessato la verità, avrebbe fatto in modo di rispedirla a casa. Ma lei non voleva. Voleva stare con Camila, risolvere la situazione e fare chiarezza. Non poteva scappare via da codarda, questo non era il suo stile, non lo era mai stato.

"Come preferisci." Annuì l'uomo conoscendo già in fondo al suo cuore la risposta di Lauren " ma sappi che quando deciderai io sarò qua. Ok?"

Lauren si congedò e il suo cuore si fece subito più leggero, aveva affrontato il primo problema, Mike e ne aveva trovato subito un alleato, adesso non le restava che alzare il telefono e avvertire i suoi genitori, non avrebbe potuto aspettare altro tempo, la notizia aveva preso piede e molti giornalisti avevano cominciato a contattarla per chiedere di rilasciare una dichiarazione o un'intervista, ovviamente la ragazza sotto consiglio di Camila aveva risposto con un acido "No comment". Fece un respiro profondo e digitò il numero di sua madre, attese qualche secondo e dopo il terzo squillo la voce gioiosa di sua madre la pervase quasi come un lenitivo. Tutto il trambusto di quei giorni parve dissolversi quando la donna disse il suo nome.

"Lauren, amore mio! Come stai? E' successo qualcosa?" chiese Clara intenta a rassettare la cucina.

"Ciao mamma, si. Qua va tutto bene. Voi come state?" chiese Lauren mentre nervosamente continuava a mangiucchiare l'interno della guancia con i denti.

"Noi stiamo bene, tuo padre è a lavoro, Chris agli allenamenti di football e Taylor da un'amica per una ricerca. La solita vita. Allora, com'è la Grecia?"

F.E.A.R.Where stories live. Discover now