Parte 35 - Soundcheck

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A volte il destino sembra accanirsi e ogni qual volta succede qualcosa è come un effetto domino, subentrano una serie di avvenimenti che continuano a spiazzarti giorno per giorno. Come se qualcuno dall'alto stesse decidendo per te e non importa quanto tu ti batta per cambiare le cose... è tutto fottutamente inutile.

Era passato un mese da quel giorno e in quei trenta giorni era successo di tutto, Ty aveva deciso di portare il nostro rapporto ad un livello successivo e dopo la cena con le mie amiche mi aveva regalato un cane, Grace. Uno splendido bulldog francese, la mia razza preferita, sosteneva fossero le prove generali prima di mettere su famiglia. Lui che non si era mai impegnato in niente se non nella sua musica, che aveva una figlia ormai adulta, adesso voleva provare a fare il padre, si sentiva pronto ma io non lo ero.

Nonostante fosse allergico al pelo del cane, aveva fatto uno sforzo per dimostrarmi quanto in realtà mi amasse, non capivo se volesse provarlo a me o a se stesso, fatto sta che dopo l'iniziale reticenza, quel piccolo esserino era diventato tutto il mio mondo, mi ero resa conto di aver bisogno di qualcuno di cui prendermi cura soprattutto quanto Tyrone non c'era, cosa che accadeva sempre più spesso perché impegnato nella creazione del nuovo disco.

Ma le novità non erano di certo terminate, mi aveva chiesto di registrare la sua canzone "In your phone" e così avevo fatto, sembrava che la sua casa discografica fosse impazzita nell'ascoltare la mia voce bassa, roca e graffiante, così come amava definirla lui, anche se a me non interessava granchè. Lui continuava a sperare che mi sarei convinta con tutti quei complimenti a fare qualcosa di più, seguirlo in tournée, cantare con lui nei live, fare delle apparizioni tv, ma avevo declinato qualsiasi coinvolgimento che mi potesse in qualche modo esporre. Io volevo fare tutt'altro nella mia vita e dopo l'esperienza con Camila odiavo stare sotto i riflettori o al centro dell'attenzione.

Marie mi aveva dato totale libertà per l'evento di beneficenza, ero così emozionata di esporre qualcosa di mio, di far vedere il mio mondo agli altri attraverso i miei occhi e in fondo avevo anche una paura fottuta che le persone potessero guardarmi dentro e che quello che vedevano potesse non piacergli. Chiariamoci non avevo mai vissuto prestando attenzione al giudizio altrui ma le critiche e le stroncature seppure monito a migliorarsi sono sempre dure da mandare giù. Il tempo incombeva e io mi ero completamente persa per organizzare la raccolta fondi. Avevo passato gli ultimi quindici giorni a dedicarmici quasi 10 ore al giorno, a partire dalla scelta delle foto, al ritocco, al percorso espositivo, alle luci e l'allestimento fino alla didascalia e descrizione. Era incredibile quanto lavoro ci fosse dietro una cosa del genere e non stavamo parlando neppure di una galleria d'arte o la mostra di un professionista.

Per non parlare del fatto che l'intraprendente e zelante Valery era riuscita non so come ad accordarsi con Roger per la presenza di Camila all'evento. Sapevo, sempre tramite il passaparola delle sue brillanti imprese che giravano per l'ufficio, che dopo un po' di attesa era riuscita a strapparle un incredibile e inaspettato consenso. Ovviamente il sol pensiero mi aveva messo in uno stato d'ansia e di agitazione già da diversi giorni, ed ero sempre tesa per questo non facevo altro che rinchiudermi nel mio ufficio estraniandomi totalmente da tutto il resto.

Dopo quel messaggio mandato a Camila lei aveva risposto che come al solito che i media avevano equivocato e che era tutto un gioco, ma il suo rapporto con Matthew dopo quell'evento era cresciuto esponenzialmente, non so cosa mi aspettassi d'altronde stavano insieme, ma lui ormai era diventato la sua ombra, sembrava quasi non avesse più una sua vita era costantemente ai concerti di Camila, la seguiva in tour come una groupie. Avevo cercato più volte il loro tag su instagram, dovevo confessarlo ma dopo l'iniziale fastidio avevo deciso di smetterla, d'altronde non sarebbe servito a nulla se non a complicare le cose. Dovevo tornare a prendermi in mano la mia vita e Camila era la più grande distrazione alla mia sanità mentale in quel periodo i continui tira e molla non era d'aiuto per cui dopo quel piccolo scambio di battute via whatapp vuoi per i suoi impegni, vuoi per i miei eravamo tornate a sentirci sporadicamente del più e del meno come due vecchie amiche che si chiedono come va di tanto in tanto.

F.E.A.R.Where stories live. Discover now