Parte 31 - Why can't we be friends

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Lauren POV

Flashback

Io e Marie eravamo ormai a più di metà cammino, il sole era alto nel cielo, c'era un' afa pazzesca, si diceva che in Europa quella fosse una delle estati più calde di sempre, certo io ero abituata al sole della Florida che splendeva tutto l'anno e che nei periodi peggiori raggiungeva temperature torride con un tasso d'umidità inimmaginabile. Non avrei dovuto soffrire quel clima più di tanto ma camminare con uno zaino di cinque chili sulle spalle ormai da 14 giorni aveva contribuito a farmi accusare il colpo più di quanto pensassi.

Mi fermai e bevvi un sorso d'acqua, Marie ne approfittò per riposarsi appoggiandosi su un'enorme roccia che si ergeva lateralmente al sentiero che stavamo percorrendo ormai da ore. Era una di quelle formazioni calcaree che noti perché fuori contesto in quel paesaggio isolato. Spiccava all'occhio per le innumerevoli scritte che i viandanti vi avevano lasciato lungo il pellegrinaggio.

Nomi, dediche, frasi più o meno profonde. Sembrava che chiunque passasse di li cercasse in qualche modo di lasciare il segno.

Mi girai verso di lei che riprendeva fiato mentre il sole mi colpì dritta in faccia, senza pieta tra la fessura che separava gli occhiali da sole dal viso. Chiusi gli occhi per non rimanerne fastidiosamente accecata portando una mano in alto per farmi ombra.

"se vuoi ci fermiamo un pò'" dissi mentre l'acqua scendeva giù cadendo copiosamente sul mio mento, in modo da refrigerarmi dal viaggio.

"siamo partite da Leon poche ore fa, abbiamo ancora tanto cammino" disse Marie asciugandosi la fronte madida di sudore, alzando leggermente il suo largo cappello.

"Lo so ma tanto non abbiamo una tabella di marcia troppo serrata oggi." Le risposi non volendo lasciarla indietro. Avevo incontrato Marie quasi all'inizio del nostro viaggio, lei era molto più grande di me e all'inizio più di una volta mi aveva esortato ad incamminarmi dato il mio passo più spedito del suo, perché altrimenti lei mi avrebbe rallentata. Non so perché ma le sorrisi dicendole che non dovevo arrivare a Santiago in un giorno prestabilito, ero libera di compiere quel cammino senza vincoli e non mi dispiaceva avere la sua compagnia. Da lì in poi avevamo continuato sempre insieme, ritagliandoci degli spazi certo, soprattutto quando arrivavamo alle case del pellegrino sparse lungo il tragitto. In quei momenti ognuno di noi rimetteva insieme i pezzi, i pezzi di quel lungo pensare per ore, i pezzi che danno un senso alle cose e alle persone.

Potrà sembrare un luogo comune ma quando si cammina per un mese con nessun altra distrazione se non il proprio respiro, il battito del cuore ed i rumori della natura selvaggia, non si fa altro che pensare. A tutto, dalle piccole cose ai massimi sistemi fino, col tempo, a sentire la mancanza delle persone che amiamo. Quando un gesto che non sopportavamo adesso ci fa sorridere al sol pensiero riportandoci alla memoria il passato.

E stato in quei momenti che ho capito quali sono veramente gli affetti, le persone della mia vita che mi erano mancate di più. E lei nonostante la nostra storia fosse stata piuttosto breve, durante quel viaggio mi era venuta in mente spesso.

Marie prese la sua borraccia e bevve un sorso. "Non mi hai ancora detto come mai sei in viaggio." Disse avvitando con cura il tappo per non far scorre quel liquido fin troppo prezioso.

"Lo sai, vado a Santiago, come tutti quelli che percorrono questa strada" dissi prendendola in giro.

"Sono seria Lauren, sei giovanissima, hai appena finito l'università. I tuoi coetanei probabilmente sarebbero andati ad Ibiza, alle Bahamas, alle Hawaii e tu decidi di fare il Cammino di Santiago da sola come viaggio post laurea?" alzò un sopracciglio per mettere definitivamente il punto esclamativo sulla sua saggia supposizione.

F.E.A.R.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora