Parte 29 - The Receipt

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Era passato un mese da quella frase apparsa sui social e grazie a lei, oltre ad essersi aperta una vecchia ferita, si era riacceso anche inaspettatamente l'interesse per i fan, nonostante apparentemente conducessimo due vite totalmente separate, molti continuavano a portare avanti tesi sconclusionate sulle "Camren", il problema fu che la cosa si espanse a macchia d'olio.

I fan cominciarono ad analizzare il mio album al microscopio trovandoci allusioni o doppi sensi che in qualche modo riconducevano a lei, ma non solo...avevano scavato tra le mie prime interviste, quando Roger non aveva ancora messo su un vero e proprio copione e si poteva intravedere tutta la mia inesperienza e ingenuità nel cercare di nascondere il meno possibile me stessa...una brutta abitudine che aveva imparato ad eliminare con il tempo.

Adesso ero talmente tanto gelosa della mia vita e della mia privacy che cercavo di renderla il più privata possibile, la necessità di condividerla con il mondo era totalmente sparita.Dopo quella frase avevo stalkerato il profilo di Lauren per settimane e potevo chiaramente leggerci un senso di forte disagio, lei non era abituata a stare sotto i riflettori e odiava essere sulla bocca di tutti, esposta al giudizio, questo era chiaro dalle continue repliche che era solita rilasciare sotto ogni commento negativo. Il mondo era pieno di stronzi, ma lei si faceva ferire da parole che non contavano un cazzo. Avrei voluto essere con lei, difenderla, abbracciarla. Trovarsi al centro dell'attenzione non è una cosa piacevole ne facile da gestire, soprattutto per un carattere come quello di Lauren.

Non sapevo cosa fare ed ero certa che di li a poco sarei totalmente impazzita, avevo bisogno di concentrarmi, di scrivere, di creare e soprattutto di allontanarmi da tutto questo. Avevo affidato la gestione dei miei profili social ad un'agenzia specializzata consigliatami da Taylor, avevo chiuso il profilo falso con cui controllavo i profili di Lauren e ne avevo aperto uno privato con un nickname, della cui esistenza sapevano solo parenti e amici stretti.

Avevo capito in quel mese che non potevo lasciarmi tirare a fondo da quella storia e soprattutto non potevo distruggere la sua felicità a quel modo, dopo tutto quello che avevo fatto. Mi sarei fermata, avrei letto dentro di me e scritto la mia musica, proprio come era successo in occasione del primo album e per farlo non c'era posto migliore che casa.

Decisi di prenotare un volo per Miam, avrei trascorso un paio di settimane con la mia famiglia, tra le persone che mi volevano veramente bene e lì probabilmente avrei ri trovato i pezzi di me che in questo ultimo periodo erano andati in frantumi.Non mi restava che avvisare Roger, che sapevo sarebbe stato più che felice della notizia. Presi il telefono e composi il suo numero, bastarono solo due squilli...

"Come sta la mia principessa?" chiese il mio manager con voce squillante.

"Hey siamo di buon umore vedo"

"Quando sei tu a chiamarmi vuol dire che qualcosa bolle in pentola" rispose euforico.

"Sono diventata così scontata?" gli chiesi fintamente indignata.

"Oh Camila, il bello del nostro rapporto è che siamo un libro aperto l'una per l'altra. A che devo la tua chiamata?" chiese questa volta serio

"Veramente pensavo di tornare a casa per qualche settimana in modo da poter trovare un pò di serenità e scrivere in santa pace. Spero non ci siano problemi." chiesi speranzosa.

Lo sentì armeggiare con l'agenda, avevamo un anno fitto di appuntamenti tra concerti, serate, esibizioni, ospitate e premi ufficiali a cui partecipare, ma ero sicura che si trattasse di un periodo particolarmente morto."Camila, in realtà ci sarebbe solo un photoshoot per una rivista con qualche domanda generica, se vuoi possiamo rimandarlo o se hai del tempo possiamo farlo a Miami." disse il mio agente.

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