Applehead

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Zayn le accarezzò le braccia lentamente, mentre la ragazza poggiava la testa sulle sue spalle. Il moro ne approfittò per lasciarle un bacio sul collo, sotto l'orecchio, e lei sorrise. Forse perché la situazione era più imbarazzante di quanto non si credesse.

Javadd fece scivolare le mani sui fianchi della ragazza, muovendoli all'unisono coi suoi; della folla che li circondava se n'era altamente fregato, era concentrato sul profumo che quella donna dall'aspetto incantevole emanava. Sentì qualcosa muoversi nei suoi pantaloni; lei se n'era accorta per prima, perciò accentuò i movimenti rendendo quel ballo insopportabile per il moro. Quest'ultimo cambiò posizione, le prese la mano per farla girare verso di lui, ma la ragazza misteriosa svincolò dalla presa e cominciò a farsi strada tra la marmaglia di gente che incalzava in quella stanza.

Zayn, preso dall'ansia, si mise a cercarla con lo sguardo, ma non la vide più.

«Vi siete dati appuntamento in bagno, eh?» Liam diede una leggera spallata al braccio di Zayn, mentre lui si passava una mano tra i capelli.

«No, è scappata, cazzo!»

Il suo amico rimase interdetto per una manciata di secondi, aggrottò la fronte. «Cosa stai dicendo...» rispose.

«Sì, le ho chiesto il suo nome e non mi ha risposto. Ora è fuggita, ma non capisco dove possa essere andata.»

«Che ti frega, Zayn!» allargò le braccia, Liam, per quanto poteva. «Ce ne stanno tante qui intorno, dai! Bevi un altro drink e te la dimentichi.»

E così fece il moro.

Si adagiò su una sedia, nella cucina di Harry. Bevve un altro bicchiere di White Russian e sentì la casa girare vorticosamente intorno a lui. Cercò di fare mente locale, si passò più volte dell'acqua fresca sul viso, sui polsi, sotto i lobi delle orecchie. Si poggiò al lavello con le mani, a testa bassa, ma quando l'alzò, incontrò il sorriso malizioso della ragazza con cui stava ballando. Il resto del volto era coperto da un velo, soltanto il suo sorriso riusciva a scrutare. Che cosa assurda; per un attimo pensò di essere talmente tanto ubriaco da non capire niente.

Di forza ne aveva poca, ma arrancò per raggiungerla quando lei sparì di nuovo, dirigendosi verso il bagno. Inutile dire che la seguì fin lì, ma le luci erano spente e non riusciva a vedere nulla. Non c'era neanche la luce della Luna, un lampione che arrivasse fin lì, niente!

Zayn sentì qualcosa toccargli le braccia, perciò si girò di scatto. «Dobbiamo per forza baciarci al buio? Preferirei una cosa più tranq-» non finì di parlare, perché la ragazza pose le sue labbra sulle sue e, accarezzandogli la sua nuca, lo tirò a sé.

Il bacio lo approfondirono entrambi, lui poggiò le sue mani sui suoi fianchi e fece scontrare i loro ventri per una manciata di secondi. Il moro cominciò a sudare, la ragazza se ne rese conto, perciò cominciò a sbottonargli la camicia. Lasciò dei caldi baci sul suo petto, scendeva lentamente, sempre di più, fino ad arrivare all'addome. I salti di gioia di Zayn, che non c'è bisogno di descrivere, vennero spenti dalla fine di quei baci. Lei si tirò su e sorrise, anche se il moro non poteva saperlo.

«Zayn Malik...» gli sussurrò all'orecchio.

Lui stava cominciando a baciarle il collo, ma quando sentì il suo nome fuoriuscire dalla sua bocca rimase di stucco. «Come fai a sapere il mio nome? Io non so il tuo,» ci provò ancora una volta. Ma la risposta che ottenne non fu soddisfacente.

«Lo saprai, a tempo debito,» lei lasciò un morso lieve sul lobo del suo orecchio, lui tanti baci delicati sul suo collo. Zayn allungò una mano, sfiorando la gamba di quella ragazza misteriosa, quando lei lo bloccò. «Non ora.»

White Russian and Geography LessonsWhere stories live. Discover now