Pancakes in love

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«Allora, vuoi spiegarmi cos'è che hai combinato lì dentro?» gli chiese Apple preoccupata, riferendosi alle sue nocche un po' scorticate e piene di sangue.

«Niente tesoro» la guardò. «Niente di cui ti debba preoccupare».

«Non mi sembra proprio...» alzò gli occhi al cielo, Apple, maledicendo la sua testa calda e la testardaggine che lo sovrastava ogni volta. «Ti avevo chiesto di andare in ospedale insieme a Liam e Niall, ma niente, non mi vuoi dare retta».

«Apple, ne abbiamo già parlato e non ce n'è bisogno».

La ragazza non replicò, bensì si concentrò sulla strada e accese la radio, com'era solita fare. La musica aveva un effetto magico su di lei, riusciva a rilassarla meglio di chiunque altro. Qualsiasi canzone fosse, bastava che ci fosse. E, in quel momento, la radio passava "Torn" di Natalie Imbruglia, perciò alzò il volume al massimo e si poggiò con la schiena al sedile, mentre tutto ciò che poteva fare Zayn era fumare.

«There's nothin' where we used to lie, conversation has run dry...» cominciò a canticchiare Apple. «That's what's going on».

Zayn abbassò il sedile e si sistemò poggiando le mani a mo' di cuscino sotto la testa. Amava ascoltare Apple cantare, perché, pur non sforzandosi, aveva una voce bellissima, melodica. Così se ne stava lì ad ammirarla, sorridendo, pensando a quanto fosse bella e semplice la sua fidanzata. Appena uscito dal tendone con Niall sulle spalle, si era diretta verso di lui e, la prima cosa che aveva fatto, era stata mettergli delle fasce attorno alle nocche per non farle sanguinare più. Non aveva con sé il disinfettante, non poteva prevedere ciò che sarebbe accaduto ovviamente, ma le fasce, da quando conosceva il moro, se le portava dietro per sicurezza.

Zayn si guardò alle spalle e vide Harry guidare dietro di loro. Perciò, in una frazione di secondo, cliccò un pulsante affinché la macchina si decappottasse. Si tolse la cintura di sicurezza e si alzò in piedi, tenendosi per il margine del finestrino davanti. Apple inizialmente voleva accostare solo per gonfiarlo di botte, poi lo vide ridere come un bambino di tre anni che aveva appena ricevuto il regalo che desiderava da tanto, quindi non disse nulla, pregò solo che non si facesse ulteriormente male.

«Nothing's fine, I'm torn, I'm all out of faith, this is how I feel: I'm cold and I am shamed lying naked on the floor...» cominciò a cantare a squarciagola. Louis, vedendolo, fece la stessa identica cosa in macchina di Harry. Gli altri si limitarono a cantare, stessa cosa fece Apple.

«Illusion never changed into something real, wide awake and I can see the perfect sky is torn» il vento scompigliava i capelli di quei ragazzi che, nel casino, riuscivano ancora a trovare una scusa per divertirsi.

Ovunque passassero a Leeds, dalle finestre si affacciavano per capire la musica da dove provenisse. Zayn si girò verso di Louis e gli mandò un bacio volante che ricambiò subito, poi risero insieme e «You're a little late, I'm already torn» cantarono di nuovo, lasciando che i pensieri volassero via e speravano che, quel vento, portasse con sé tutte le paure, le ansie che accusavano... chi per un motivo, chi per l'altro.
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«Aia!» gridò Zayn, stringendo i denti. «Mi fai male, Mela!»

Apple alzò gli occhi al cielo e «Non sei voluto andare in ospedale, puoi lasciare almeno che ti disinfetti le ferite?» lo guardò male, tenendogli le mani ferme nel lavandino.

Zayn sbuffò e, tra una medicazione e l'altra, si prese tempo per baciare il collo di Apple. Sapeva che quello fosse il suo punto debole, perciò cercò di marcare i baci usando la lingua, facendole venire i brividi.

«La smetti?» ridacchiò Apple. «C'è Tricia in sala, non mi sembra carino».

Il moro inarcò le sopracciglia e «Questo è il problema?» le domandò, asciugandosi le mani.

White Russian and Geography LessonsWhere stories live. Discover now