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«Chi apre la pagina?» domandò Zayn, guardando Apple.

«Vi prego, abbiamo impiegato mezz'ora per arrivare alla conclusione di scegliere affidarvi al fato, non impieghiamocene un'altra per decidere chi dei due debba aprire il libro!» si poggiò una mano sulla fronte, disperato, Harry, emettendo un lamento. «A che ora chiudi?» chiese al tatuatore. «Abbiamo tempo?»

Il ragazzo rise e «Fino alle nove» fece spallucce.

«Di stasera, non di domani» puntualizzò Harry.

«Il tempo stringe!» commentò Louis, smettendo per un attimo di giocare con una penna.

«Ma se sono le cinque del pomeriggio!» lo rimbeccò Niall, stremato.

Tommo alzò gli occhi al cielo e «Possibile che l'unico irlandese idiota lo abbiamo conosciuto noi?» rispose, ironico. «Zayn ed Apple non hanno i telefoni in mano né tanto meno degli orologi, stavo cercando di mettergli fretta ma come sempre la tua mente geniale deve rovinare tutto!»

«Ma che piano diabolico, mi congratulo. Peccato ci fossi arrivato solo tu a questa conclusione perché nessuno di noi aveva capito» il biondo gli sorrise falsamente, l'altro gli rispose con una smorfia.

«Avete finito di battibeccare?» prese parola Liam. «La situazione qui è già disastrosa di per sé. Non la complichiamo ulteriormente».

Considerando il fatto che i ragazzi erano arrivati alle quattro del pomeriggio, avevano perso un'ora per discutere su ciò che i due avrebbero dovuto tatuarsi. Ancora non erano giunti ad una conclusione e, per quante idee avessero potuto buttar giù, nessuna delle tante li convinceva. C'era da dire però che era difficile trovare qualcosa che li accomunasse, infondo si conoscevano da poco tempo, avevano preso confidenza da meno tempo ancora e non era proprio facile la situazione.

Tra l'altro, erano entrati come una tribù nel negozio: inizialmente il proprietario pensava che fossero una gang di mafiosi che avrebbero voluto derubarlo. E invece no, erano sette imbecilli che non sapevano cosa fare della propria vita.

«Ho partorito un'idea» esordì Apple, nel silenzio.

«Ringraziamo Dio!» di sottofondo, Harry, rispose.

«Per non brancolare più nel buio-»

«Ah, sì! Mi piace come idea!» Louis si risvegliò dal nulla, posando la penna e annuendo con coscienza.

Nel silenzio più totale, mentre tutti lo guardavano, una voce disse: «Coglione, deve ancora finire di dirci cosa ha pensato di tatuarsi con Zayn» ed era quella di Niall, ovviamente.

«Scusa, biondo! Non stavo seguendo il discorso!»

«E allora non parlare, sennò da qui dentro ce ne andremo domani!» alzò gli occhi al cielo, Niall. «Dicevi, tesoro?» riferendosi ad Apple.

«Un 6».

Zayn inarcò le sopracciglia e «Cosa? Che senso ha? Che nesso ha con noi?» chiese, non capendo il punto di vista della ragazza.

«Pensaci-»

«Non troppo, magari...» parlò Liam.

Apple gli lanciò un'occhiata e continuò: «Io e te siamo entrambi nati il 12, giusto?».

Lui annuì: «Quindi?».

«Io e te siamo uno la metà dell'altro, perché io ho ciò che non hai tu e viceversa. E la metà di dodici quant'è?»

«6, te lo dico io, così accorciamo i tempi» borbottò Harry.

«Fantastico!» commentò Louis. «Mi piace quest'idea!»

«Sempre nel pezzo tu, eh. Mi raccomando» lo punzecchiò Niall.

Ma Tommo non rispose, ghignò e rimase composto al suo posto.

«Mi sembra un'ottima soluzione al problema...» Zayn sorrise sinceramente, i suoi occhi brillavano, era felice.

«Abbiamo deciso!» schizzò in aria, Harry, raggiungendo con velocità il tatuatore. «Cioè, voglio dire, hanno deciso cosa tatuarsi! Possiamo procedere».

«Sì, mi fa piacere» rise il ragazzo.

«Siamo noi!» Zayn prese per mano Apple e la guardò, sorridendo ancora.

«Bene ragazzi, adesso però dovete dirmi dove volete farlo...»

Harry sgranò gli occhi e, insieme a tutti gli altri, si buttò sul divano di nuovo.

-

«Questo è il tuo primo tatuaggio?» chiese il tatuatore ad Apple, preparando gli aghi e disinfettandoli subito dopo.

«No, anzi!» rise lei.

«Quindi non ti farà poi così tanto male sulla costola...»

«No, so gestire il dolore. Fisico, almeno».

Il ragazzo sorrise, poi «Devo chiederti di togliere la maglia, ora» rispose, girandosi verso di lei.

«Sotto hai solo il reggiseno, non puoi cambiare posto?» Zayn andò in tilt.

Il riccio si passò una mano sulla fronte, mentre c'era chi alzava gli occhi al cielo e chi sorrideva, divertito.

«Oh, no!» rispose subito il tatuatore. «La mia intenzione non è quella di vederla nuda. Io esco, le darò una fascia per coprirsi».

A quel punto il moro riprese colore.

«Sul serio pensavi che-»

«No, Liam, ma sono molto agitato» disse Zayn, mentre osservava il ragazzo dare la fascia ad Apple.

«Quando hai finito, mi chiami. Okay?» le disse, lei annuì.

-

Sia Zayn che Apple erano soddisfatti del proprio tatuaggio. Ad entrambi spaventava un po', nonostante ne avessero fatti tanti, quello era di gran lunga più particolare degli altri. Però non si dissero nulla, dovevano imparare a mettere da parte le proprie perplessità per poter costruire qualcosa di serio, per crescere e andare avanti con le loro vite. Era sicuramente difficile per entrambi, ma nella vita cosa non lo era? Bisognava farsi coraggio, mettere in conto che i dolore ci sarebbe stato e andare avanti, osare per poter essere felici.

«Si comincia un libro nuovo, sei pronta?» Zayn accostò sul viale, proprio davanti casa di Apple.

Apple sorrise, non disse nulla e lo baciò.



-


Buon pomeriggio, ragazze.

Come state? Tutto bene?

Allora, ho pensato al 6 anche perché è il giorno del mio compleanno, sono sincera ahah però mi sembrava un'idea carina, no?

E mi sono immaginata un Harry stressato, angosciato dalla lentezza con cui Zayn decide il tatuaggio... a me personalmente farebbe troppo ridere, perciò ho voluto assegnargli la parte dello smanioso.

Detto ciò, spero che vi piaccia il capitolo.

E, come sempre, grazie.

G

White Russian and Geography LessonsWhere stories live. Discover now