Josh - Joel

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«Ma che dici!» esclamò Louis, fermandosi di scatto, girandosi verso il suo amico. «Come fai a dirlo!»

«Andiamo a vedere, voglio essere scrupoloso».

Zayn accese la torcia del suo cellulare e la stessa cosa fece Louis, si addentrarono nel tendone cercando un pertugio che li ricollegasse a quelle voci che avevano sentito.

«Dove siete?» gridò Louis, alzando la torcia.

«Vecchia volpe!» ghignò Zayn. «Ti aspetti che ti indichino la strada con la bocca tappata, geniale!»

«Va beh, un mugolo come quello di prima andrebbe bene comunque».

«Mi dirai che è già più probabile che riescano a farlo...» il moro scosse la testa, divertito. Non dalla situazione, bensì dall'ingenuità del suo amico.

«Come fai a sapere che hanno la bocca tappata? Non li hai visti!»

Nel frattempo continuavano ad avanzare sempre di più, finché non trovarono un cumulo di scatole ammucchiate una sopra all'altra in prossimità del muro. I ragazzi si guardarono a vicenda, poi si fecero segno di avanzare.

«Se avessero potuto, avrebbero parlato prima invece di frignare, non credi?»

Tommo ci pensò su, poi annuì e «Già, potresti avere ragione» rispose, seguendo l'altro.

«Potrei? Mi sa di sì, Boo» il moro gli fece l'occhiolino, poi «Ho la sensazione che qualcosa si muova dietro quelle scatole» ipotizzò, guardandosi intorno con circospezione.

«Ah, tu dici?» ghignò Louis, stavolta. «Perspicace anche tu, a quanto pare».

Zayn assottigliò gli occhi, guardandolo: «Una volta per uno, dopotutto».

Louis alzò le mani e «Che dici, proviamo a vedere? Male che va, troveremo altre persone da salvare» fece spallucce, trovando assenso dal suo amico.

Insieme fecero il giro largo, aspettandosi qualsiasi tipo di situazione. E invece c'erano davvero Liam e Niall, legati a due sedie differenti, uno difronte all'altro. Ovviamente avevano anche la bocca tappata da uno scotch nero, non solo gli arti superiori e inferiori.

«Se la situazione non fosse barbina, probabilmente sareste perfetti per l'idealizzazione di un porno» ridacchiò Louis, dando una pacca sulla spalla a entrambi. «Uscirebbe qualcosa di veramente carino».

«Smettila, coglione» Zayn gli diede un buffetto sulla nuca. «Cerchiamo di liberarli e di tornarcene a casa sani e salvi».

Zayn tirò fuori dalla tasca un mazzo di chiavi e stessa cosa fece l'altro, poi incominciarono a segare gli strati di scotch che tenevano i loro amici legati a quelle orrende sedie degli anni trenta, ma neanche.

«Chi le ha progettate queste sedie?» commentò subito Louis che, di stare zitto, non se ne parlava proprio. Doveva scaricare il nervosismo e l'ansia, anche se sapeva che sarebbe iniziata lì la vera guerra con i probabili rapitori, nel caso si fossero palesati. Il peggio non era passato per niente, anzi. «I Neanderthal?» continuò, strappando una passata di adesivo.

Niall prese a frignare più forte, così «Ti sto facendo male?» domandò Zayn, guardando il suo amico. Lui, per quanto poteva poverino, annuì. Il moro riportò la concentrazione sul suo paio di chiavi e «Hai ragione» ridacchiò. «Invece di segare lo scotch, ti sto segando il polso, scusami» si riprese, mentre Niall muoveva la testa in segno di assenso.

Credevano che fosse più facile, ma ci riuscirono abbastanza velocemente. Dopotutto, dove c'erano guai, c'era Zayn. Quindi, gli escamotage per svignarsela in situazioni del genere, li conosceva tutti. Liam e Niall erano un po' doloranti, erano stati un paio di giorni fermi nella stessa posizione e ci avevano dormito su: i polsi non si sentivano più, per non parlare poi delle ginocchia.

White Russian and Geography LessonsWhere stories live. Discover now