Babs

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«Non mi piace quel quadro lì, potresti spostarlo per favore?» batté un dito sulla spalla del moro, lui si girò a guardarla e assottigliò gli occhi.

Era la terza volta che il dipinto fatto da Harry veniva cambiato di posto: una volta in corridoio, un'altra in cucina ed ora in sala. Ma sembrava che neanche lì stesse bene, Apple cercava di migliorare ogni angolo della loro casa, voleva che tutto fosse perfetto come lo aveva sempre immaginato. Zayn invece... beh, per lui "casa" erano il divano, la PlayStation, la vasca da bagno e il letto. Del resto non gliene importava molto, anzi, per niente. Aveva fatto scegliere ogni cosa ad Apple e gli piaceva il gusto che aveva, un po' meno apprezzava il suo perfezionismo cronico.

«Amore, ti faccio presente che mi hai chiesto di spostarlo quattro o cinque volte in meno di un mese, gli lasci un po' di tranquillità?» rispose, spossato.

«No, non mi piace messo in quella posizione, stona col resto!» frignò Apple, guardandosi attorno.

«Amore, è un quadro! Un semplice quadro! Non so che idea tu abbia di questo dipinto ma ti assicuro che sta benissimo dove sta ora».

«No» scosse la testa con decisione, Apple. «Se non vuoi spostarlo tu, lo farò io».

Si diresse verso la scala e la sistemò affianco al muro cosicché potesse salirvi. Si resse alle due estremità laterali e poggiò un piede sul primo gradino, quando «Ferma, pazza, incosciente!» corse in soccorso Zayn, allontanandola. «Porti mio figlio in grembo, non vorrei che si facesse male».

«Figlia» lo corresse Apple, incrociando le braccia al petto. «E comunque avevo la padronanza della situazione, sono incinta, non malata terminale».

Zayn alzò gli occhi al cielo e annuì con fare distratto: avevano parlato per tanto tempo del sesso della futura creatura che sarebbe venuta al mondo ed il moro non sopportava l'idea che fosse potuta essere femmina. S'immaginava già a combattere con la sua gelosia, con i ragazzetti che l'avrebbero corteggiata e con le crisi d'amore che non avrebbe sopportato. E le minigonne, i vestiti, i reggiseni, le calze a rete che eventualmente avrebbe trovato appese allo stendino. Non riusciva a pensare ad un seno che cresceva e ai ragazzi che la corteggiavano. Un maschietto avrebbe saputo gestirlo, essendo lui un uomo. Anche se le paure erano le stesse: cuori infranti e concorrenza sporca.

«Sarà un bel bambino, come lo era il padre» incominciò, salendo lui stesso sulla scala. «Me lo sento, la pancia ha una forma strana e da quello che so, è maschio».

«Se la pancia ha una forma strana, è femmina» puntualizzò Apple, osservando il suo compagno.

«Ad ogni modo, se sarà femmina, non voglio vedere gonne o altro. Quando avrà quarant'anni se ne riparla, avvisa tutti i familiari e gli amici» sospirò, in cima alla scala. «Allora, dove vuoi metterlo questo quadro?»

Apple osservò bene il muro e, con fare teatrale, poggiò l'indice sul suo mento per concentrarsi. Si guardò intorno, poi indicò una parte della parete e «Là!» esclamò con sicurezza. «Là starà benissimo!»

«Spero per un bel po' di tempo, anche».

Nel momento in cui Zayn spostò il quadro, Apple lo fermò: «No, aspetta».

Il ragazzo roteò gli occhi al cielo di nuovo senza farsi notare, poi abbassò il capo in segno di resa e non riuscì neanche a replicare.

«Più a destra» gli fece segno con la mano di spostarlo.

«Amore, non ci arrivo! Tra un po' vado a finire per terra, non sono bionico» sospirò.

«E allora scendi dalla scala e spostati, no?»

White Russian and Geography LessonsWhere stories live. Discover now