Nevada?

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«Quindi, come dobbiamo muoverci in questa situazione?» chiese Niall con le mani tra i capelli.

Zayn inarcò un sopracciglio e «Come ti devi muovere!» lo corresse. «Io sono nella merda tanto quanto te, amico».

Il biondo sbuffò, preso da un momento di sconforto e per un attimo pensò alla vita da ragazzo che d'ora in avanti avrebbe dovuto dimenticare: niente più viaggi, niente più bevute con gli amici, niente più scommesse sui cavalli (che puntualmente perdeva). Bisognava contenersi, risparmiare per mandare avanti una casa e soprattutto un bimbo.

«Come posso insegnare la vita ad una creatura se ancora non ho capito io come viverla?»

«Lo impari mano a mano, insieme alla creatura, immagino» fece spallucce Zayn, pensando a quello che sarebbe stato vivere un piccolo Malik. «Significherà crescere insieme, capire quali sono le cose più importanti della vita vivendola passo passo».

«E tutto ciò non ti spaventa?» domandò Niall, giocherellando col bicchierino tra le mani.

«No, perché io amo Apple e amo ciò che abbiamo fatto insieme» fece spallucce. «Inizierò a lavorare la settimana prossima, personalmente mi sento completo».

«E con l'università?»

«Amico...» iniziò Zayn, curvandosi in avanti sul tavolo. «Realizzare che presto sarò padre mi ha fatto capire tante cose, una fra queste è che ci sono delle priorità nella vita. E se voglio che a mio figlio non manchi nulla, devo andare a lavorare». Si fece di nuovo indietro con la schiena, guardando sorridente il suo amico. «Certo, avrei dovuto farlo a prescindere, ma adesso ho un motivo in più. E anche valido».

Nel silenzio che si era creato, Apple comparve in cucina. Niall rifletteva sulle parole del suo amico: effettivamente avrebbero potuto viaggiare, lui ed Amber, solo un po' di meno. E le bevute ci sarebbero state comunque, solo un po' più contenute. Il cinema, il teatro, i concerti: avrebbero potuto fare qualsiasi cosa con un figlio, solo organizzandosi un po' di più.

Apple non aveva capito molto, anzi, non aveva capito proprio niente di ciò che era successo. Li guardava entrambi: Niall con lo sguardo perso nel vuoto, Zayn a fissarlo come se attendesse una risposta. Perciò, in totale silenzio, si avvicinò al suo fidanzato e si mise seduta affianco a lui. Quando il moro se ne accorse, le baciò le labbra e le chiese se fosse tutto apposto.

«Io s-sto bene, ma... voi? Che succede?» domandò a Niall, spaesata.

Il biondo non fece molti giri di parole, era avvilito dalla questione, perciò «Amber è incinta» sintetizzò, guardandola con occhi da cucciolo. «E ne sono felice, ma sono in egual maniera spaventato».

Apple rimase a bocca aperta, più che altro si chiedeva il motivo per il quale non glielo avesse detto lei. Era di sicuro una situazione delicata, ma erano migliori amiche, si erano sempre aiutate e raccontate tutto. Perché quel velo di mistero?

«Scusami, Niall, ti faccio la stessa domanda che hanno fatto a me: il preservativo?» domandò Zayn, guardandolo curioso.

«Si è rotto, il problema è che me ne sono accorto quando ormai era troppo tardi».

«Benissimo. E la pillola?» avanzò, Zayn.

«Con Amber ne ho parlato qualche giorno dopo del preservativo. Ero preoccupato, avevo paura che si arrabbiasse e-»

«E quindi mi stai dicendo che hai preferito rischiare piuttosto che parlare con la tua fidanzata...» lo guardò confuso, il moro.

Niall iniziò a contorcersi le mani nervosamente, poi «Sì, esatto» annuì e prese a guardare il cavallo dei suoi pantaloni. Aveva lo sguardo basso, si sentiva in colpa per ciò che aveva fatto. Ma ormai piangersi addosso non serviva, né serviva pensare a cosa avrebbe potuto fare.

«Sei un coglione, posso dirtelo?» Zayn ghignò arrabbiato, incrociando le braccia al petto. Se avesse potuto, lo avrebbe preso per il collo. Nonostante fosse uno dei suoi migliori amici, non capiva il suo atteggiamento altamente stupido e immaturo.

«Già lo hai fatto...» sospirò Niall.

«In tutto ciò, come sta Amber?» chiese Apple, grattandosi la nuca. «Avrei voluto sapere di questa notizia in modo diverso».

«Lei sta bene, la sua famiglia è preoccupata quanto noi, ma è felicissima» sorrise il biondo, pensando alla sua fidanzata. «Le ho detto io di non parlartene ancora. Sei nella stessa sua situazione, troppe emozioni potrebbero farvi male».

«L'importante è che stiate bene e che questo bambino sia amato quanto merita» rispose Zayn. «Non può rimetterci lui per le disattenzioni vostre, non credi?»

«La penso allo stesso modo...» annuì ancora, Niall, poggiando il suo viso sul palmo della sua mano.

-

«Ma perché "Nevada" si chiama in questo modo? Te lo sei mai chiesto?» Apple ruppe il silenzio subito dopo aver finito di masticare un boccone di insalata mista. «Forse perché nevica spesso lì...»

«Certo amore, è logico!» Zayn la prese in giro, annuendo con fare ironico. «Pensa che la Carolina prende il nome dalla quantità industriale di mucche che vivono in quella terra».

La ragazza si fermò a guardarlo cercando di capire se si stesse burlando di lei o meno. La convivenza andava alla grande, insieme si divertivano e mangiavano sempre un sacco di popcorn (anche se il ginecologo glieli aveva sconsigliati vivamente). Guardavano la tv sul divano e Carly era amorevole come sempre. Zayn le aveva spiegato che avrebbe avuto presto un fratellino, perciò ogni tanto si avvicinava ad Apple e poggiava il suo dolce muso sulla sua pancia come per controllare che tutto andasse come doveva.

«Smettila di dire stupidate».

«Hai cominciato prima tu...» Zayn alzò le mani al cielo per poi ricominciare a mangiare.

White Russian and Geography LessonsWhere stories live. Discover now