Love you's

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«Quindi, dicevamo...» tossicchiò Niall. «Le hai mandato questo messaggio e non ti ha risposto...»

Zayn era nervoso, incominciò ad esserlo nel momento in cui premette il tasto "invia", ad essere sinceri. Dopodiché, posò il suo cellulare sul comodino e si mise a dormire. Non è che avesse ricontrollato, quindi, per lui, Apple non aveva risposto.

«Diciamo...» si guardò attorno svagando, perché sapeva già che Liam gli avrebbe fatto la domanda che gli stava per fare.

«Hai controllato bene se le notifiche siano tutte quelle che hai letto? Se non ce ne siano altre che hai saltato?»

Il moro scosse la stessa, ma Liam capì subito che stava mentendo.

«Non puoi semplicemente dire di aver paura dei tuoi sentimenti?» replicò infatti, sedendosi sulla panchina affianco a lui. «Vuoi che controlli io per te?»

«Se proprio dobbiamo...» commentò Zayn, cedendogli l'iPhone.

Liam sbloccò il telefono ed entrò nell'applicazione della messaggistica, comunemente chiamata Whatsapp. Controllò le chat una per una: c'era quella con Harry in cui l'ultimo messaggio era "diglielo!", controllò quella di Louis che terminava con "sei un coglione!", quella di Liam stesso, quella di Niall... e c'era Apple. Ebbene, la chat con lei si concludeva in un "anch'io, Zaynie".

Liam alzò la stampella su cui ormai si reggeva e quasi non gliela sbatté in testa. Non sapeva di quanto amore fosse capace perché nessuna glielo aveva mai fatto notare, perciò secondo la sua logica, Zayn non meritava amore, né fiducia, né rispetto. Per questo Liam ne soffriva: conosceva bene il suo migliore amico e sapeva che - nonostante fosse un teppista - aveva un cuore grande. E meritava sicuramente più di tante altre persone che si professavano santi, quando il realtà la loro vera natura era un'altra. Zayn si palesava per ciò che era davvero, non aveva maschere o filtri, lui era trasparente: o lo amavi, o lo odiavi.

«Che fai, amico!» il moro indietreggiò, guardandolo con un sopracciglio alzato.

Gli altri non stavano capendo nulla: Louis ed Harry li guardavano come se fossero impazziti (anche se Harry sospettava che Zayn non lo avesse letto di proposito), Niall stava mangiucchiando un cornetto che aveva preso poco prima nel bar davanti la scuola (non riusciva a camminare bene, ma a mangiare sì!) e, finché non glielo avrebbero tolto, poteva succedere la qualunque: lui sarebbe stato tranquillo.

«Io ti ucciderei!» quasi non gridò, Liam. «Perché, cazzo, hai una testa così dura che io non-»

«Di duro non ho solo quello, ma non mi fai i complimenti ogni volta, non capisco!»

Liam sospirò, sconfitto: «Ti ha risposto, coglione!» gli porse il telefono. «Leggi, guarda quanto meriti e quanto rischi di perdere».

Zayn prese il suo cellulare in mano e notò subito la chat di Apple pronta. Rilesse pima la conversazione, poi si fermò sul suo messaggio e sulla risposta che gli aveva mandato.

"Anch'io, Zaynie".

In quel momento sentì che il peso sulle sue spalle, in un attimo, era sparito. Che non c'era niente di cui preoccuparsi, che sarebbe andato tutto bene con un po' di pazienza. Subito gli comparve un sorriso sincero sulle labbra, alzò lo sguardo incontrando quello dei suoi amici e «Mi ha risposto che mi ama!» sospirò, sollevato.

«E guarda chi c'è laggiù vicino ad Amber?» gliela indicò, Liam, dando allo stesso tempo una spallata a Niall.

«Vai, Niall, corrigli incontro!» esclamò Louis, fagocitato dalla situazione.

Il biondo lo guardò assottigliando gli occhi, poi «Ah, corro? Mi porti in braccio?» gli rispose, lanciandogli una mollica.

In tutto ciò, Zayn le stava correndo incontro. Appena l'ebbe vicina, la prese in braccio, facendola girare più volte.

«Ma che fai, Zaynie!» rise lei, avvinghiando le sue braccia attorno al collo del moro. «Ho appena fatto colazione, tra un po' mi farai vom-»

«Ti amo anch'io, Mela» sorrise fermandosi, poi la baciò, avvicinando la testa della ragazza alla sua con una mano.

I suoi capelli erano morbidi, il suo profumo lo inebriava completamente. Non si era mai sentito più completo di allora, ormai i pezzi combaciavano tutti in un unico puzzle. E poteva essere orgoglioso di se stesso perché, la battaglia contro il suo mostro, l'aveva ormai vinta.

-

La mattinata scolastica era ormai giunta ad una conclusione: l'ora di pranzo.

I ragazzi se ne stavano a mangiare in un tavolo riservato solamente a loro, tutti ridevano e scherzavano raccontandosi le gaffe dei professori e dei propri compagni di lezione che ne combinavano di ogni.

«Sapete che Brian oggi ha acceso un accendino vicino alla passata di un bianchetto? Stavamo per andare a fuoco tutti!» sospirò Louis, sorseggiando la sua Coca Cola. «Quel ragazzo ha dei seri problemi, dovrebbe andare da uno psicologo e-»

«E tu ne conosci uno perché Fizzy ne ha avuto bisogno, lo sappiamo» rise Zayn, addentando la sua pasta con la ricotta.

«Non ricordavo di avervelo detto...»

«Non ti preoccupare, Louis, non fa niente!» Harry gli accarezzò la testa. «Torna a giocare con i miniponi».

Liam rise quando Louis si allontanò da Harry, guardandolo con naso arricciato di stizza.

«Zayn, posso parlarti?» il moro si girò di scatto, trovandosi avanti il volto di Josh. «In privato, io e te».

-

Continuo a ringraziarvi, perché continuate a leggermi.

Grazie infinite, belle anime.

Un abbraccio enorme,

G.

White Russian and Geography LessonsWhere stories live. Discover now