You found me

214 8 6
                                    



«Quindi, ricapitolando...» la signorina Hills cominciò di nuovo a parlare di Freud e di quanto la sua psicologia fosse fondata su basi solide che, tutt'ora, ci portiamo avanti.

Cose molto interessanti, addirittura per Zayn, se non fosse che, quella mattina, Apple non era andata a scuola e lui ne ignorava il motivo.

Perciò, quella mattina, passò tutto il tempo a chiedere a Liam se sapesse qualcosa mentre lui, invece, avrebbe tanto voluto seguire la lezione. Era una delle poche che gli interessavano davvero.

«Non ti ha detto proprio niente, mh?» chiese, il moro, dandogli lievi gomitate sul braccio per non farsi vedere da quella "vecchia" della prof.

«Potresti interpellare Niall a riguardo, sai, Amber... ma io che c'entro?» gli lanciò uno sguardo fugace, ricominciando a prendere appunti. «Hai il suo numero? Chiamala, no?»

Zayn aveva paura di essere pesante. Non voleva opprimerla, ma sentiva il bisogno di averla affianco costantemente. Affianco, addosso, ovunque. Perciò prese il suo cellulare e, componendo il suo numero, le scrisse un messaggio:

Ehi, Mela.

Non ti ho vista in giro, stamattina. A scuola non ci sei.

Tutto bene? Non farmi preoccupare, rispondimi appena puoi.

Ti voglio bene, piccola.

Lo rilesse un paio di volte per controllare che fosse grammaticalmente corretto, poi posò il cellulare e aspettò con ansia una risposta.

Apple, invece, se ne stava a letto, sotto le coperte nella tranquillità più totale. Amber non era andata a scuola per starle vicino, i suoi genitori non erano troppo presenti nella sua vita e quello era ormai chiaro a tutti. Perciò, la sua migliore amica, le aveva preparato una tisana calda, ai frutti di bosco, e gliel'aveva portata a letto. Si era distesa con lei e avevano guardato un film insieme. Horror, come sempre. Apple li amava.

«Non possiamo vedere qualcosa di più tranquillo?» chiese Amber, sistemandole il fazzoletto sulla fronte.

«Perché?» tirò su col naso, Apple. «Non ti piace questo?»

«Beh, diciamo che vedere gente che viene sbranata da uno squalo, non era nella lista delle cose che avrei voluto fare».

«Sto malissimo...» biascicò Apple, starnutendo subito dopo.

Sapeva che dopo il tatuaggio la febbre saliva sempre, ma un po'. Qui si stava parlando di 38.8 di temperatura.

Sentì il suo cellulare vibrare, allora lo prese e lesse il nome di Zayn. Si stava preoccupando per lei, nient'altro poteva renderla più felice. Perciò sorrise sinceramente e gli mandò la sua risposta.

Ciao, tesoro.

Non sono venuta a scuola perché sono influenzata,

sto a letto con Amber, mi sta facendo

compagnia lei.

Buona giornata, e grazie.

«Chi era?» chiese Berry, morendosi le unghie distrattamente.

«Lui» sorrise di rimando, concentrandosi di nuovo sul film.

Pensare a Zayn la faceva sentire più leggera, la rendeva libera di essere se stessa in qualsiasi circostanza. E lei aveva bisogno di questo, di qualcuno che la liberasse delle sue paure, delle restrizioni che lei stessa si imponeva.

«Ti rende così felice?»

«Non immagini quanto, Ber».

-

Il pomeriggio lo passarono dormendo, Apple non riusciva neanche a tenere il telefono in mano, perciò decise di chiudere gli occhi un attimo e riposarsi. E lo stava facendo, finché qualcuno non suonò al citofono.

«Aspetta, vado io» si alzò stiracchiandosi, Berry, scendendo dal letto.

E, aprendo la porta, la ragazza si trovò davanti Zayn con un mazzo di rose in mano.

«Che ci fai tu qui?» sorrise la bionda, permettendogli di entrare.

«Sto facendo le prove per diventare un venditore di piante convincente. A quanto pare ci sto riuscendo, mi hai fatto entrare subito!»

Berry rise e Zayn continuò.

«Cosa pensi che sia venuto a fare? Sono qui per Apple, no?» posò i fiori in cucina, sul tavolo.

Si tolse la giacca e la sistemò sulla sedia, poi si sistemò i jeans e la maglia.

«Tu sei tornata a casa? Sei qui da stamattina, no?»

«Sì, esatto».

«Perfetto, ti do il cambio, sto io con lei» sorrise il moro.

Salutò la bionda, salì le scale e si distese proprio affianco ad Apple.

«Buongiorno, piccola» le diede un bacio sulla guancia. «Sei caldissima! Quand'è stata l'ultima volta in cui hai misurato la febbre?»

«Berry?» chiese lei, prendendogli la mano.

«A casa, doveva darsi una lavata» ridacchiò. «Quindi?»

«Stamattina, avevo 38 e qualcosa, ora non saprei».

Zayn si alzò dal letto e prese il termometro.

«Da ora in poi, ci penserò io a te» e la baciò, misurandole la febbre.

White Russian and Geography LessonsDonde viven las historias. Descúbrelo ahora