Russian lessons

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«Ricapitolando...» gesticolò Apple, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Dal VII secolo, la Russia è occupata quasi interamente dagli slavi, ci sei?»

Zayn teneva la testa poggiata sul dorso della sua mano, ogni tanto sospirava ma, incredibile, capiva davvero ciò che Apple gli stava spiegando da circa un'ora. Stava davvero seguendo il suo discorso, a parte le volte in cui inciampava sul suo seno o sulle sue labbra, insomma... ma, come si dice, né gli uomini, né le donne sono di legno.

«Sì!» annuì, il moro. «Poi pian piano assimilano gli usi e costumi delle tribù che la occupano già da tempo, come ad esempio quelle finniche, no?»

Apple sorrise e gli poggiò una mano sulla gamba: «Bravissimo!» esclamò, orgogliosa per entrambi. «Non pensavo mi stessi ascoltando, sinceramente».

«Questo perché nessuno ripone abbastanza fiducia in me» fece spallucce, Zayn.

«Io invece l'ho fatto, sennò non sarei venuta qui oggi, non credi?» si guardarono intensamente negli occhi, poi la mora continuò a parlare. «Quali sono i confini della Russia, Zayn?»

«Allora, aspetta, andiamo per esclusione...»

Effettivamente la parte prima l'aveva recepita subito in quanto era storia, adesso le aveva fatto una domanda un po' più complicata perché, il vero problema di Zayn, era il mondo e come fossero collocati dentro gli stati, i paesi e tutto il resto.

Apple si trattenne dal ridere, si coprì la bocca con la mano mentre il ragazzo davanti a lei cercava di chiedere suggerimenti ad una Carly che se ne stava sul letto a sonnecchiare e, l'ultima cosa che faceva, era prenderlo in considerazione.

«Il Congo lo escluderei a priori...» cominciò il suo ragionamento. «La Slovenia pure, vero? Quindi che c'è rimasto...»

«Bielorussia» indicò con il pollice, Apple, il primo stato confinante. «Norvegia, Lituania, Ucraina...»

«Lettonia, vero?» alzò la mano Zayn.

«Bravissimo!»

«Finlandia» continuò Zayn, guardandosi intorno. «La Polonia anche!»

«Si, Zayn, assolutamente, bravissimo!» sorrise la mora, battendogli le mani, allegra.

«Sono pronto per l'esame, in pratica» ridacchiò Zayn, abbassando lo sguardo.

«Sì dai, perché no!»

*

Zayn accompagnò alla porta Apple, dopo un pomeriggio di full immersion nello studio. La ragazza gli aveva scritto degli appunti per facilitargli il ripasso e lui li aveva sistemati sulla scrivania, anche se era sicuro che non li avrebbe mai riletti. Era già tanto che si fosse sforzato con lei, poco prima, non gli pareva il caso di esagerare. Detto ciò, la salutò dandole un bacio sulla guancia e poggiandole una mano dietro la schiena.

«A domani, Zack» rise la mora, avviandosi verso la sua autovettura.

Zayn roteò gli occhi al cielo e «Sei simpatica come un riccio nelle mutande» commentò. Apple evitò di rispondere, salì in macchina, gli lanciò un ennesimo saluto e sfrecciò via.

Il moro rincasò, prese immediatamente il cellulare dalla tasca e chiamò Harry. Compose il numero, dovette aspettare qualche minuto prima che il ricciolino rispondesse.

«Allora? Com'è andata?» gli chiese, senza neanche salutarlo.

«Ciao Harry» cantilenò Zayn. «Sto bene anch'io, ti ringrazio».

«E dai, parliamo di cose serie! L'hai baciata?» la sua voce era sonnacchiosa, quindi probabilmente si era svegliato da poco o lo aveva svegliato direttamente Zayn.

White Russian and Geography LessonsWhere stories live. Discover now