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Namjoon

Guardo Jin, accarezzandogli i capelli. Lo tengo stretto, mentre lui rimane in silenzio a godersi le mie attenzioni.

Poche ore fa ho scoperto cosa faceva tutto quel tempo in bagno, e il perché di quelle felpe così larghe e grandi, che fino ad ora non aveva mai indossato.
Non ho preso bene la notizia, ovviamente.
Ma quando mi ha anche confessato il motivo della sua perdita di peso in maniera così rapida, non ho proprio resistito.
Perciò ho spaccato il tavolo, prendendolo a calci e pugni.

Adesso me ne pento. Ho tutto il corpo dolorante, e le nocche irriconoscibili talmente sono spaccate.
Ma non rinuncio di certo a coccolare Jin, solo perché sento le mani andare a fuoco ogni volta che le muovo.

"N-nam... Ma mi ami ancora?" Chiede Jin, con il labbro inferiore tremolante.
Non voglio che pianga. Ha già versato troppe lacrime.
Annuisco, passando le nocche ferite sulla sua guancia.
Rabbrividisco per la sorta di solletico fastidioso.

"Certo che ti amo ancora. Come potrei non farlo?" 
Lui scrolla le spalle.
"Non so. Magari ti faccio pena, e provi solo del grande affetto per me".
Sospira, mordicchiandosi le labbra già del tutto screpolate.

Abbasso il suo labbro inferiore con il pollice, liberandolo dalla stretta infernale dei suoi denti.
"Smettila di dire certe cose. È proprio questa negatività che ti ha portato a dove sei ora. Ti ho già detto come la penso su ciò che hai fatto, perciò non ho intenzione di dire più nulla sull'argomento".

Gli prendo delicatamente il braccio, strofinando la guancia sulla fasciatura che ho provveduto ad avvolgere sui tagli.
Sento ancora l'odore del pennarello nero sulle garze bianche, usato pochi minuti fa.
Picchetto poi lentamente il dito sul mio nome, scritto a chiare lettere.

"Ricordati solo che starai facendo del male a me, ogni volta che cercherai di tagliarti. Però mi fido di te, quando dici che non lo farai più".
In realtà non mi fido per nulla, ma questo non posso dirglielo.
Comunque non gli lascerò un attimo di respiro.
Starò sempre con lui, affinché non trovi un secondo di libertà, che potrebbe utilizzare per farsi del male.

Jin annuisce, tirando su con il naso. Vedo i suoi occhi lucidi, ma per ora riesce a trattenere le lacrime.
"È colpa mia se ti è accaduto tutto questo" sussurro, avvicinando il mio viso al suo.
Lui scuote freneticamente la testa.
"No, non lo è. Sono io che sono stato fin troppo debole".

Questa volta è il mio turno di scuotere la testa.
"Si invece, è colpa m-..."
Vengo interrotto dalle sue labbra che si posano sulle mie.
Lentamente, anche le sue mani raggiungono il mio viso, accarezzandomi lentamente le guance.

"Sta zitto" soffia sulle mie labbra, riprendendo poi a baciarmi.
Sospiro nel bacio, stringendo la sua felpa nei pugni.
Anche se ciò mi provoca delle fitte dolorosissime alle mani, non mollo la presa.
"Nam... Ti amo. E voglio fare l'amore con te" sussurra al mio orecchio, Jin.

Rimango interdetto per qualche secondo, prima di guardarlo in faccia.
"Sei sicuro?" Chiedo, scostandogli alcune ciocche di capelli dagli occhi.
Jin annuisce, posando la mano sulla mia.
"Non sono mai stato più sicuro in vita mia" risponde, ricongiungendo nuovamente le nostre labbra.

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Jimin

Vengo svegliato da un qualcosa di umidiccio che mi bagna la faccia. Apro lentamente gli occhi, vedendo un musetto spiaccicato contro il mio naso.

Sorrido, prendendo tra le braccia il gattino.
È un cucciolo di birmano, di appena pochi mesi. È così tenero.
Non appena l'ho visto saltellare in quella gabbietta, l'ho subito scelto come il mio preferito.
Volevo prendere anche tutti gli altri gatti, ma purtroppo non è stato possibile.

E poi Yoongi ha speso davvero tanto, e quindi gli ho permesso di scegliere il nome.
Solo dopo mi sono reso conto che forse non è stata una buona idea.
Ora mi ritrovo un cucciolo di nome Ruttino, e non posso cambiarlo, dato che il gattino nemmeno mi guarda se lo chiamo diversamente.

Ho tentato di riparare il danno, chiamandolo con un diminutivo.
Per adesso Rut sembra funzionare.
Davvero non capisco da dove sia venuto in mente questo nome a Yoongi.
Ma pazienza, ormai non c'è modo di cambiare le cose.

Rut agita le zampette in aria, miagolando leggermente.
Sorrido, posandolo sul mio petto.
È così piccolo che riesco a tenerlo nel palmo di una mano, e io ho le mani piccolissime.
Il gatto si acciambella subito sulla mia maglia, chiudendo gli occhi.

Sorrido, accarezzandogli il pelo bianco e morbido.
Non capisco perché a Yoongi non piaccia Rut.
Appena siamo usciti dal negozio, Yoongi gli ha fatto una linguaccia, e il gattino ha risposto con una zampata con conseguenza un grande raschio sulla mano di Yoongi.
Beh... forse posso comprenderlo almeno un po'.

Ma i gatti sono esserini così teneri e piccoli.
Come possono non piacere a Yoongi?
Sospiro, e scrollo le spalle.
A Yoongi non piace mai niente, e io ho smesso di chiedermi perché un bel po' di tempo fa.

E a proposito di Yoongi...
"Vedo che dedichi più attenzioni a Ruttino adesso" borbotta, girandosi verso di me e abbracciandomi.
Rido, accarezzandogli i capelli mentre appoggia la testa sul mio petto.
"Non dire così".

Yoongi sbuffa, facendo muovere Rut, che si alza in piedi sulle zampine.
Apre gli occhi, e guarda Yoongi.
Poi avvicina piano piano una zampa al suo viso, e l'appoggia sul suo naso.
Sorrido, accarezzando le orecchie di Rut.

"Visto? Come puoi odiare un esserino così adorabile?" Dico, sorridendo.
Yoongi non risponde, e abbassando lo sguardo su di lui vedo che sta facendo le boccacce a Rut.
Scuoto la testa, ridendo di gusto.

"Sei incredibile".
Yoongi annuisce, e alza la testa per guardarmi negli occhi.
"È per questo che mi ami".

•Prisoner of Love• || KookV ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora