Epilogo

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7 anni dopo

Taehyung

"Tu dici che andrà bene? Insomma, Jin è molto particolare, quindi non è facile fargli dei regali" dico, guardandomi allo specchio dell'ascensore per l'ennesima volta.

Esamino poi il pacchetto sottilissimo che ho tra le dita.
Jungkook ridacchia, avvicinandosi. Mi mette una mano attorno al fianco, guardandomi attraverso lo specchio.

Siamo cambiati parecchio...
Ovviamente io non sono più il diciottenne che ha incontrato.
Ora sono a tutti gli effetti un cittadino Americano, come Jungkook.
Ci siamo trasferiti lì due anni dopo tutto quel casino successo.

Ma torniamo spesso in Corea per far visita ai nostri amici.
I miei genitori ormai non li vedo da anni.
Ho provato a contattarli qualche mese fa, però ovviamente non ne vogliono sapere.

"Certo che gli piacerà, piccolo. E poi è un regalo per tutti e tre, non solo per Jin e Namjoon" mi risponde, accompagnato dal trillo dell'ascensore, che ci avvisa di essere arrivati al nostro piano.

Annuisco, portando gli occhi sul mio anello.
Quasi mi viene da piangere.
Stasera ci sarà un annuncio importante da fare.
Non so come potranno prenderla.

"Su, non essere nervoso. Ci staranno aspettando".
Jungkook mi spinge delicatamente fuori, sorridendo.
Le mie gambe diventano incapaci di sostenermi ogni volta che lo fa.

Nonostante gli anni, non tutto è cambiato, fisicamente lo siamo parecchi. Ho finalmente preso coraggio un anno fa, e ho terminato gli studi in medicina. Ora sono in prova come medico.
Ma Jungkook mi ha garantito che se non mi assumeranno a tempo pieno, andrà lì e picchierà il direttore.

Certo, ora che non fa più parte della gang sarà difficile.
In realtà non c'è più nessuna gang.
Prima della nostra partenza, Jungkook ha deciso di scioglierla.

Ora anche lui ha trovato un semplice lavoro d'ufficio, ma nei giorni liberi tiene anche dei corsi di disegno.
Ha scoperto un talento che non sapeva d'avere.

Suono al campanello, mettendo il regalo in tasca. Voglio darlo a Jin per ultimo.

"Vado io!" Urla una vocina da dietro la porta.
Sorrido, già pronto alla piccola peste che mi assalirà non appena la porta si aprirà.

"Zio Jungkook!" Un faccino tenero, ovviamente con gli occhi a cuoricino ma non per me, si fionda verso Jungkook, saltandogli in braccio.

"Mio dio, Miso, smettila di fare così ogni volta!"
Namjoon comprare sulla porta, cercando di staccare sua figlia da Jungkook.

"Tranquillo, Nam, ormai non mi offendo più" lo rassicuro, tirando un codino a Miso. Lei mi fa la linguaccia e scappa di nuovo dentro casa.

Ormai è risaputo che lei ha una cotta per Jungkook. Beh, ha 5 anni, quindi Jungkook deve apparirle bellissimo. Cosa che in realtà è, e anche tanto, ma sono geloso persino di una bambina. Praticamente una mia quasi nipote.

"Venite, ma non andate in cucina. Jin è super incazzato perché ho rotto il suo set di bicchieri preferito" sussurra, spostandoci per farci entrare.
Ridacchio, tenendo la mano di Jungkook.

Quando entriamo, vedo già Jimin sul divano.
Istintivamente stringo Jungkook a me.
Sono passati anni, ma non l'ho mai perdonato del tutto.

I due anni dopo quel giorno, abbiamo cercato di far pace. Più o meno ci siamo riusciti, ma il nostro rapporto ormai era compromesso.
Mentre ora, quando siamo in America, ci sentiamo raramente.

•Prisoner of Love• || KookV ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora