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Taehyung

Dopo due ore di viaggio, metà del quale l'ho passato dormendo, arriviamo a destinazione.
Mi alzo dal sedile, stiracchiandomi.

"Oddio, non ne potevo più di questo treno" Sbuffa Jungkook, venendomi incontro.
Incrocio le braccia al petto, lanciandogli una delle mie occhiate più severe.
"Dove sei stato? Mi sono svegliato mezz'ora fa, e ricompari solo ora. Jackson mi ha detto che mancavi da un'ora buona".

Sbatto nervosamente il piede per terra, assottigliando gli occhi.
Sinceramente non so dove possa essersi cacciato per quasi un'ora e mezza.
E se scopro che ne ha combinate una delle sue, questa volta gli faccio pentire di essere nato.

Jungkook ridacchia, posizionandosi davanti a me, imitando la mia pozione, tenendo stampato sul viso un sorrisetto allegro.
Perché è così allegro?
Dev'essere sicuro successo qualcosa.

"Sei paranoico, piccolo. Sono stato con Jimin. Sai, sta soffrendo molto per Yoongi, e si è anche sentito male. Perciò l'ho portato a fare colazione. Non mi sembra di aver compiuto chissà quale deplorevole azione".

Immediatamente quasi tutto il mio corpo si rilassa.
Ma c'è una piccola parte di me, forse non poi tanto piccola, che sospetta.
Non so precisamente cosa sospetti, ma se c'è una cosa che ho imparato, è che bisogna sempre dare ascolto al proprio istinto.

Scuoto la testa, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi, e addolcisco l'espressione.
Farò buon viso a cattivo gioco, ma nel frattempo terrò sempre un occhio aperto.

"No, certo che no. Allora vado a vedere come sta Jimin. Puoi occuparti tu delle valige?" Chiedo, sbattendo le ciglia. So che non riesce mai a dirmi di no se faccio così.
Lui fa uno sbuffo divertito, ma annuisce.

Gli stampo un breve bacio sulle labbra, superandolo.

Sto andando da Jimin per accertarmi che stia bene, ma ammetto che voglio anche indagare sulla faccenda.
Necessito di sapere cosa si siano detti lui e Jungkook.
Magari sono paranoico, ma ho già avuto parecchie esperienze, che di certo non hanno alimentato la mia fiducia nelle persone. Semmai il contrario.

"Jimin! Come stai? Jungkook mi ha detto che stavi male".
Gli picchietto sulla spalla, e lui sobbalza.
È impegnato a tirare giù la valigia, perciò suppongo non sia molto concentrato su ciò che lo circonda.

"Oh, Tae".
Volta solo la testa verso di me, sorridendomi allegro.
"Tranquillo, ora sto bene. Jungkook mi è stato d'aiuto" mi rassicura, sollevando il manico della valigia.

Dopodiché si gira del tutto, abbracciandomi.
"Mi sei mancato tanto in queste ore. Hai dormito per tutto il tempo!"

Ridacchio, mentre tiro un quasi invisibile sospiro di sollievo. Forse non devo impensierirmi per così poco.
Dopotutto i ragazzi sono tutti molto legati tra loro, indipendentemente dai trascorsi.
E poi andiamo... È Jimin! Il mio migliore amico!
Non farebbe mai qualcosa che mi possa ferire.

"Si, scusa. Ma Jungkook mi ha tenuto un po' sveglio ieri notte" ammicco, in tono malizioso.
Ma Jimin non reagisce come al solito.
Niente sorrisetti maliziosi, o battutine sconce.

Si limina a sollevare appena un angolo delle labbra.
"Si, figo. Beh, scendiamo dai".
Mi poggia una mano sulla spalla, conducendomi verso una delle uscite del treno.

Aiuto Jimin con la sua valigia, mentre in lontananza, sul bordo dei binari e intenti a fumare, vediamo Jungkook e Jackson.
Sembrano assorti in una fitta conversazione, ma appena siamo a portata d'orecchio smettono.

"Ehi! Ce l'avete fatta!" Esclama Jackson, alzando le braccia in aria con fare teatrale, come se io e Jimin ricomparissimo dopo chissà quanti anni.

"Dai, scemo. Stavo solo aiutando Jimin con la valigia" mento, e Jimin non smentisce.
In effetti non sembra essere molto attento.
Sta guardando un punto dietro Jungkook, sorridendo.

Scrollo le spalle.
Gli sarà probabilmente venuto in mente una cosa divertente, o cose del genere.

"Allora non perdiamo tempo. Andiamo! Qui fa un freddo da mandarti in ipotermia. E credo che stasera nevicherà" avvisa Jungkook, avvicinandosi.
Mi circonda le spalle con il braccio, riscaldandomi un po'.

Solo ora avverto lo spiacevole freddo, che condensa il mio fiato in nuvolette di fumo ogni volta che respiro. 
Ringrazio Jin che mi ha praticamente costretto a infilare di tutto nella valigia, tra cui vestiti di lana, sciarpe e cappelli.

Sinceramente un po' mi manca Jin, e anche Namjoon.
È un vero peccato che non siano potuti venire.
Ma tanti ci terremo in contatto tramite videochiamate e messaggi.

Usciamo dalla stazione, e i primi fiocchi di neve iniziano a cadere, posandosi sull'asfalto ma sciogliendosi immediatamente.
"Che avevo detto?" Si pavoneggia Jungkook, gonfiando il petto fiero.

"Guarda che non hai predetto tu la neve, hai solo letto ciò che c'era scritto nelle previsioni del tempo" borbotta Jackson, ma con un sorrisetto più o meno divertito.

A dire il vero dovrei parlare con lui, riguardo la scommessa e tutto il resto.
Però non voglio appesantire la vacanza.
Mi riprometto di farlo quando torneremo a Seoul.

Jungkook chiama un taxi, che prontamente si ferma sul ciglio del marciapiede.

Mentre entro nell'abitacolo caldo, accanto a Jimin, mi viene in mente che qualche minuto prima quest'ultimo non stava guardando un punto dietro Jungkook.

Stava guardando Jungkook, sorridendo.
E il sorriso era ricambiato.

•Prisoner of Love• || KookV ||Where stories live. Discover now