Capitolo 3

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Per Draco Malfoy fu una fortuna che fino in classe Harry non parlò più, quell'insolito suo silenzio era una barriera meravigliosa dietro alla quale entrambi potevano nascondersi.
A entrambi però una domanda bruciava sulla lingua in modo insopportabile, ovviamente non era la stessa, ma mentre il Serpeverde si arrovellava ancora su cosa fosse possibile si fossero detti i Grifondoro  quella mattina a colazione, il riccio invece pensava al modo migliore per esprimere una sua certa curiosità senza essere frainteso.
Nemmeno per un attimo si chiese se ne valesse effettivamente la pena.

Tuttavia scadde il tempo a sua disposizione per parlare perchè i due ragazzi arrivarono davanti alla serra.
Entrarono, ognuno dei due a modo proprio, pentiti e insieme noncuranti.
La professoressa Sprout, dal canto suo, non doveva essere di ottimo umore: a quanto pare, entrando in ritardo, avevano interrotto il brillante monologo di Neville, ovvero ciò che la Sprout più attendeva durante ogni lezione.

Si può dire che le conseguenze non furono catastrofiche, ma ai due ragazzi, ognuno prontamente riunitosi al gruppetto della propria Casa, fu assegnato il compito di riordinare la serra dopo la lezione.
Harry decise che avrebbe chiesto in quel frangente a Malfoy quello che voleva sapere: dopotutto cosa gliene importava di quello che il biondo pensava di lui, poteva credere quello che voleva.

Ora però vi starete domandando tutti, o almeno spero sia così, che cosa Harry Potter volesse sapere di Draco Malfoy a tutti i costi.
Per scoprirlo dobbiamo ruotare un paio di volte la nostra Giratempo e tornare all'amichevole discussione di quella mattina al tavolo dei Grifondoro...

"No! Ronald ti prego n-..."

Troppo tardi, ormai era fatta e il Weasley si era lanciato sulla tavolata per afferrare al volo il vecchio gufo di famiglia, arrivato con la posta in quel momento, che rischiava col suo probabile atterraggio disastroso di mandare letteralmenre all'aria la colazione.
Così facendo, però, Ron aveva ottenuto l'effetto contrario alle sue intenzioni: il puddin di Seamus gli si era rovesciato addosso e le ciambelle di Neville erano state schiacciate dal suo peso.

Hermione gridò coprendosi gli occhi con le mani mentre Harry scoppiava in una risata irrefrenabile, come del resto buona parte di coloro che avevano assistito alla scena.
Ron ci rimase male, soprattutto quando Colin Canon si mise a scattare foto a destra e a manca e nemmeno a lui, ma "Harry Potter che ride", insomma l'evento del secolo.

"Miseriaccia Harry, sei il mio migliore amico almeno tu dovresti sostenermi... oi smettila di ridere..."

"Beh te lo meriti Ronald, te l'avevo detto di non farlo, del resto."

Intervenne Hermione e ciò che ottenne fu un'occhiata storta del rosso.
Quando finalmente Potter riuscì a smettere di ridere sentì due mani ugualmente pesanti ma appartenenti a due persone "diverse" posarglisi sulle spalle.

"Ehilà Harry"
" 'Giorno Prescelto"

Il ragazzo storse il naso e inclinò il collo, girando la testa in modo da puntare gli occhi su Fred e George in piedi alle sue spalle.

"Fred... lo sai che non mi piace che mi chiami così, mi fai sentire diverso."

"Oh poverino, sentito George? Si sente diverso"

Partì subito all'attacco quell'altro.

"Beh Harry, è perchè tu sei diverso ed è una vergogna che più gente non sia come te..."

"Già, io e George ci chiediamo spesso come sarebbe stato se anche Ron fosse stato come te..."

"Sicuramente migliore, Fred"

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora